MILLENNIALS VERSO MARTE

Dublin, Wednesday 31th October 2013: Pictured at the The Web Summit 2013, RDS. Photo by Dan Taylor/Heisenberg Media

“Colonizzare Marte”. Questo è il sogno di Elon Musk, imprenditore classe ’71 di origini Sudafricane. Musk è noto per i tanti progetti innovativi che, negli anni, ha portato al successo: ricordiamo Solar City (provider di energia elettrica generata da fonti rinnovabili), PayPal (provider di servizi di pagamento e trasferimento denaro via internet) e, ultimo ma non ultimo, Tesla Motors, azienda specializzata nella produzione di veicoli elettrici ad alte prestazioni, pensati per il mercato “di massa”.

Agli inizi di febbraio 2018, proprio coinvolgendo anche il brand Tesla Motors, Elon Musk ha fatto parlare le persone di tutto il mondo del suo progetto più ambizioso: SpaceX. Si tratta di un vero e proprio programma spaziale privato che, nelle intenzioni, porterà Musk a realizzare il suo sogno di conquista marziana. La peculiarità del progetto, oltre ovviamente l’enorme portata visionaria, risiede nell’approccio tecnico e innovativo per rendere i viaggi verso Marte realizzabili. SpaceX è infatti il primo programma spaziale che ha fatto del “riciclo” delle componenti e dell’abbattimento dei costi una vera e propria strategia: i vettori che devono spingere le navicelle fuori dall’atmosfera terrestre, sono pensati e progettati per il rientro, ovviamente senza subire danni, sulla Terra, in modo da poter essere disponibili per un lancio successivo.

Il 6 febbraio 2018 il programma SpaceX ha compiuto un bel passo in avanti verso il raggiungimento della sua grande missione. È stato infatti lanciato con successo il Falcon Heavy, il razzo più potente al mondo, capace di trasportare nello spazio grandissimi carichi. Il razzo non solo non è esploso in fase di lancio – cosa affatto scontata visti i precedenti tentativi – ma è andato a buon fine anche il rientro sulla terra di due dei tre propulsori utilizzati. Durante la diretta streaming del lancio è stato molto emozionante vedere i due razzi rientrare alla base ed atterrare perfettamente sincronizzati, con una delicatezza inusuale per degli oggetti composti da tonnellate di metalli e carburante scoppiettante.

Aldilà delle prodezze tecnologiche, grande curiosità dell’evento del 6 febbraio è stata destata dal particolarissimo carico che Musk ha affidato al razzo Falcon Heavy che, una volta raggiunto il vuoto cosmico, ha rilasciato nello spazio del sistema solare: una macchina Tesla con tanto di passeggero – finto – a bordo. Sicuramente si è trattato di un grandioso evento di co-branding (i maligni sostengono che Musk abbia inserito la Tesla e il suo passeggero per spingere le vendite della sua vettura, che negli ultimi mesi non sono state positive).

La macchina Tesla e il suo pilota (il manichino “Starman”) in volo nello spazio

La Tesla è stata dotata, oltre che del finto passeggero con il gomito fuori dal finestrino, anche di una webcam che ne ha ripreso il volo spaziale per diverse ore.

Seguire la diretta streaming del lancio mi ha però portato ad una riflessione prettamente terrestre, circa l’animo e le imprese umane. Mentre la Tesla iniziava il suo viaggio cosmico risuonavano nella mia mente le parole di Simon Sinek. Sono rimasto più di tutto infatti colpito dalle scene di grande gioia, di esultanza incontenibile dei dipendenti di SpaceX non appena resisi conto del successo del lancio e dell’atterraggio. Queste persone sono per la stragrande maggioranza ragazze e ragazzi che definiremmo Millennials. Simon Sinek constatava tempo fa che uno dei problemi per le organizzazioni oggi è proprio quello di non “perdere” i giovani Millennials che, cresciuti con l’idea di “essere speciali”, abbandonano il lavoro con alta frequenza proprio perché non sentono di “stare lasciare il segno”. Quelle ragazze e quei ragazzi esultanti pensavo, mentre in Italia erano oramai le 02:00 di mattina, un segno lo stanno lasciando ed Elon Musk ha dato loro quel “carburante” necessario, fatto di valori, modi di lavorare e, soprattutto, fatto del grande sogno di “Colonizzare Marte”.

D’altronde è lo stesso Sinek a dire che per un’impresa occorre sempre formalizzare e rendere esplicito il suo grande “Why”, il perché dei perché che attirerà i clienti che, sentendolo anche loro, diventeranno fan del brand, promuovendolo ad amici e colleghi.

In attesa dei primi clienti, sicuramente ricchissimi avventurieri spaziali di domani, SpaceX e Musk si godono queste prime, epiche, imprese, compiute anche grazie al grande coinvolgimento che hanno saputo generare in questi giovani, affamati, Millennials cui si sono affidati!

Manager consultant di Praxis Management e News & Customer Experience. Dal 2012 è impegnato nello studio del cliente del segmento Fast Casual e nell’applicazione pratica delle best practices di customer experience alla realtà organizzativa e quotidiana delle organizzazioni di ristorazione. Da 6 anni riporta la voce e l’esperienza del cliente in alcuni prestigiosi brand della ristorazione; per questi ultimi si occupa anche della progettazione e formalizzazione di mansionari e procedure per migliorare l'esperienza del cliente e della loro diffusione attraverso programmi didi formazione in e-learning e video. Esperto della mappatura dei touchpoint (punti di contatto cliente/brand), ne verifica la corrispondenza con le promesse del brand dal punto di vista del cliente, al fine di proporre significative innovazioni. gabriele.mancosu@praxismanagement.it