STRATEGIE OBLIQUE PER RIMUOVERE I BLOCCHI CREATIVI

Brian Eno

Se qualche mese fa mi avessero chiesto “quali sono gli strumenti adatti a chi desidera innovare?” avrei certamente elencato dei tool digitali, da utilizzare sul web, nel pc o su dispositivo mobile. Oggi la mia risposta sarebbe diversa. Indicherei sicuramente ai “primi posti” della mia personale classifica uno strumento quantomeno insolito: un mazzo di carte. Sto parlando delle Oblique Strategies – Over One Hundred Worthwhile Dilemmas. Si tratta di un tool inventato dal produttore musicale e musicista Brian Eno e dall’artista Peter Schmidt, nel lontano 1975! L’obiettivo per il quale sono state create è molto semplice: rompere e superare i blocchi creativi, vero grande problema per le persone impegnate molte ore al giorno nell’operatività e a districarsi tra tante urgenze.

Ogni carta del mazzo stimola, provoca, interroga la persona con una sentenza o una domanda, incoraggiando il pensiero laterale. Alcuni esempi:

  • Enfatizza le differenze
  • Cosa mantenere?
  • Qual è la soluzione più semplice?
  • Usa una vecchia idea

Le basi pratiche e teoriche su cui poggiano le Oblique Strategies sono ben riassunte nel contenuto di un’intervista rilasciata dallo stesso Eno: “In studio con la mia prima band (i Roxy Music) eravamo stressati, avevamo poco budget. Mi accorsi che sotto pressione tendevo a dimenticare o a tralasciare le migliori idee, perché in quelle condizioni si tende ad essere come imprigionati in una roccia e dire <<devo finire il lavoro>>!  Il panico spinge così letteralmente via l’osservazione, non presti la giusta attenzione a quello che accade. Così scrissi la prima carta, che recita <<Onora l’errore come un’intenzione nascosta>>. Questo perché spesso non si nota quanto effettivamente sono interessanti gli errori mentre sei nell’ansia del momento…”.

Man mano che Eno e Schmidt aggiungevano carte al mazzo, si accorsero che per aumentarne la forza dirompente occorreva estrarre, di fronte al blocco creativo, le carte e non appena sceglierle scientemente. In questo modo, attraverso le carte “scelte dal destino”, aumentano esponenzialmente le possibilità di essere veramente stimolati dalle carte e prendere in considerazione approcci, strade, soluzioni nuove per innovare.

Il metodo delle Oblique Strategies si rivela molto utile non solo per gli artisti, ma per tutte le persone e i team nelle organizzazione che hanno bisogno di innovare costantemente. Questo strumento si rivela efficace proprio in relazione alle pratiche descritte da Linda Hill nel suo bestseller “Il Genio Collettivo”. La Hill, assieme ai coautori del libro, ha fatto emergere come oggigiorno le aziende più innovative sono guidate da leader capaci di “sprigionare” il genio collettivo dei team e dell’organizzazione comportandosi da architetti sociali per fare della propria azienda un luogo, un contesto, un ambiente, una comunità disponibile a risolvere i problemi in modo innovativo e, ovviamente, capace di farlo!

Come si lega il metodo delle Oblique Strategies a quanto osservato e presentato da Linda Hill? La cultura aziendale è spesso fatta di principi, valori e modi di lavorare, pensare e comportarsi sedimentati dal tempo e spesso trasmessi solo per “via orale”. Spesso queste “pillole” di cultura sono riassumibili in poche frasi memorabili, addirittura in slogan. La cultura aziendale è il frutto di anni e anni di attività, di persone ed esperienze e si può dire che sia parte del “Genio Collettivo” che caratterizza l’organizzazione. Abbiamo osservato come, riassumendo in delle “Oblique Strategies” create ad hoc tutto il Genio Collettivo dell’azienda, sia dirompente il loro utilizzo nelle più svariate occasioni. Riunioni, lavoro individuale, incontri tra più settori…

Le carte del “Genio Collettivo” dell’azienda hanno davvero il potere di favorire il pensiero laterale e aprire uno squarcio chiarificatore inaspettato.

Quante “carte del Genio Collettivo” della tua azienda riusciresti a scrivere?

Manager consultant di Praxis Management e News & Customer Experience. Dal 2012 è impegnato nello studio del cliente del segmento Fast Casual e nell’applicazione pratica delle best practices di customer experience alla realtà organizzativa e quotidiana delle organizzazioni di ristorazione. Da 6 anni riporta la voce e l’esperienza del cliente in alcuni prestigiosi brand della ristorazione; per questi ultimi si occupa anche della progettazione e formalizzazione di mansionari e procedure per migliorare l'esperienza del cliente e della loro diffusione attraverso programmi didi formazione in e-learning e video. Esperto della mappatura dei touchpoint (punti di contatto cliente/brand), ne verifica la corrispondenza con le promesse del brand dal punto di vista del cliente, al fine di proporre significative innovazioni. gabriele.mancosu@praxismanagement.it