QUEL 10% DECISIVO DI NASI DELICATI

L’acquisto di un’automobile nuova è sempre un evento, sia essa una più spaziosa familiare o una scattante sportiva. Le emozioni dei primi giorni di guida sono spesso intense: bisogna imparare a conoscersi con il nuovo mezzo, ogni tragitto è una scoperta. Entrare in sintonia con la vettura non è cosa da poco. Come nelle più belle storie d’amore bisogna imparare a conoscersi e, ancora, si indugia nell’apprezzare i dettagli dell’altra metà.

In particolare, il “profumo” dell’auto nuova è una di quelle “gioie” che tanti automobilisti amano, o ricordano di aver amato, al punto che, salendo sull’auto appena acquistata da un amico o da un’amica, la familiarità di quel profumo torna subito attuale nella mente.

Almeno è quello che in molti abbiamo sempre pensato…

Uno studio J.D. Power ha rivelato che non è così per tutti. In Cina, il 10% dei clienti del settore automotive trova lo stesso odore ripugnante. Così, mentre il mercato automobilistico cinese cresce, i produttori di automobili si attrezzano per trovare un modo per rendere l’aroma dei loro nuovi veicoli più apprezzabile ai gusti cinesi.

All’inizio di novembre 2018, Ford ha così depositato un brevetto che permetterebbe di ridurre l’odore “di nuovo” dalla macchina, intervenendo sulle “cause” maggiori del profumo – o cattivo odore – di “auto-nuova”: si tratta degli adesivi, della pelle e degli altri materiali nell’abitacolo che sono stati sapientemente catalogati da ben 18 “nasi” infallibili, ovvero da professionisti del settore (per intenderci, gli stessi che lavorano alla creazione dei migliori profumi al mondo).

Visto che l’odore all’interno dell’auto aumenta o diminuisce la propria intensità anche in base alle condizioni climatiche esterne, pare che il brevetto includa un software che rileva la posizione della vettura e il meteo esterno ad essa e agisca autonomamente attivando delle ventole di aspirazione, abbassando i finestrini e così via.

Ford, purtroppo, non comunica i dettagli del brevetto: “benché l’odore di nuovo sia radicato nella cultura americana, sappiamo che ai clienti cinesi non piace. Questo brevetto è il risultato di anni di ricerche ed è qualcosa che stiamo considerando di sfruttare in futuro” dice Debbie Mielewski, senior technical leader nella sostenibilità dei materiali Ford.

La Customer Experience è proprio questo: lo studio dei clienti, del viaggio che compiono con il brand e i suoi prodotti/servizi, l’analisi dell’esperienza nei diversi touchpoint e, se necessario, anche la correzioni di “piccole/grandi” cose che, alla prova dei fatti, sono decisive per il giudizio complessivo del cliente!

Manager consultant di Praxis Management e News & Customer Experience. Dal 2012 è impegnato nello studio del cliente del segmento Fast Casual e nell’applicazione pratica delle best practices di customer experience alla realtà organizzativa e quotidiana delle organizzazioni di ristorazione. Da 6 anni riporta la voce e l’esperienza del cliente in alcuni prestigiosi brand della ristorazione; per questi ultimi si occupa anche della progettazione e formalizzazione di mansionari e procedure per migliorare l'esperienza del cliente e della loro diffusione attraverso programmi didi formazione in e-learning e video. Esperto della mappatura dei touchpoint (punti di contatto cliente/brand), ne verifica la corrispondenza con le promesse del brand dal punto di vista del cliente, al fine di proporre significative innovazioni. gabriele.mancosu@praxismanagement.it