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Italian Customer Intelligence - page 46

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GIAN LUCA ROSSI E L’ADRIANO CHE NON DELUDE

L’intervista a Gian Luca Rossi fa parte del progetto CX AND THE CITY

Come ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Sono solito fare tutti i miei acquisti su piazza virtuale, vacanze comprese. Ma questa volta, invece che utilizzare le piattaforme più conosciute dedicate ai viaggi, navigando in internet mi sono imbattuto per caso in un sito inglese aggiornatissimo e dedicato in modo specifico a chi voleva visitare i resti del Vallo di Adriano nel Northumberland, in Gran Bretagna, la mia destinazione.

Nel decidere di acquistare il viaggio ha confrontato il prodotto con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Devo dire che questa volta mi sono lasciato catturare dall’estrema completezza di informazioni di questo sito, che pure non conoscevo, perché la meta non è molto turistica e l’organizzazione proposta mi è parsa subito eccezionale, sembrava ritagliata su misura per me. Ho navigato un po’ per documentarmi in cerca di commenti pubblicati da altre persone che, anche provenendo da altri Paesi, avevano comprato on line lo stesso tipo di viaggio e, trovando solo commenti positivi, ho deciso di fidarmi acquistando tutto lì, trasporto e alloggio compresi.

vallo di adriano1_mini

Quale suo personale bisogno o quale desiderio i servizi che ha acquistato promettevano di soddisfare ?

Al di là della destinazione, che avevo già deciso, il concetto del “tutto compreso”: visitare tutto il possibile e in pochi giorni. La zona del Vallo è estesa, bisogna fare molti spostamenti e tutti con mezzi differenti (dal treno agli autobus locali). Magari, se non avessi trovato una simile organizzazione, avrei dovuto procedere ad acquistare ogni singolo itinerario da solo, perdendo molto più tempo e magari rischiando di perdermi qualcosa.

Quando e come ha usato i servizi acquistati?

Una volta arrivato lì – avevo a disposizione un week end lungo – non ho avuto particolari difficoltà perché i servizi si sono rivelati all’altezza e ogni prenotazione era stata portata a termine con successo. Forse una pecca l’ho trovata: mi sarebbe piaciuto trovare in loco un’assistenza in lingua italiana, soprattutto durante le visite, una specie di “corrispettivo del sito” attraverso cui avevo acquistato e che riportava ampie pagine di documentazione in italiano, con descrizioni molto accurate. Vallo di adriano_per sito

Il servizi acquistati hanno soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui li aveva comprati, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Direi di sì.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

La facilità di accesso: mi sono trovato l’itinerario già costruito, esattamente come volevo e non pensavo di trovare.

Se questo acquisto fosse una città, quale sarebbe?

L’Antica Roma. Un mondo sempre pieno di fascino, anche nell’era di internet!

IBM®: lo studio “THE CUSTOMER ACTIVATED ENTERPRISE”

Dopo 4.183 interviste ai dirigenti e responsabili di alto livello in oltre 70 paesi diversi nel mondo, è stato pubblicato l’atteso studio di IBM® “The Customer Activated Enterprise”: l’obiettivo dello studio è indagare i fattori chiave che portano a performance superiori alla media.

Sono state coinvolte nelle interviste sei categorie di dirigenti, quelli che IBM® riunisce in un’unica definizione, dirigenti “C-Suite”: CEO (Chief Executive Officer), CFO (Chief Financial Officer), CIO (Chief Information Officer), CMO (Chief Marketing Officer), CHRO (Chief Human Resource Officer) e CSCO (Chief Supply Chain Officer).

I risultati dimostrano che da oggi, nell’era del cliente, la sfida per il successo di ogni azienda si gioca in un campo ben preciso anche secondo chi ricopre ruoli ad alta responsabilità: la customer experience.

customer activated enterprise
Come i “C-Suite” vedono l’azienda del futuro? I risultati sono sorprendenti: alla domanda che chiedeva di indicare uno o più fattori che influiscono strategicamente sull’azienda, “Clienti” è stata una delle risposte più citate, seconda solo a “C-Suite”, ovvero ai massimi dirigenti stessi.

Dall’analisi della ricerca emerge che tre sono i fattori chiave percepiti, su cui costruire le fondamenta per un futuro di successo per le aziende:

  • aprirsi all’influenza dei clienti
  • essere pionieri nell’innovazione digitale
  • creare “engagement” attraverso la customer experience

 

Per richiedere l’intera ricerca: http://www-935.ibm.com/services/it/it/c-suite/csuitestudy2013/

L’esperienza di PATRIZIA CARACCIOLO E LA VILLE LUMIÈRE SUL DIVANO DI CASA

Patrizia CaraccioloL’intervista a Patrizia Caracciolo fa parte dell’iniziativa CX AND THE CITY

Come ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Conosco il brand da molto tempo perché è piuttosto noto in tutta Italia. L’ho acquistato in un punto vendita a Milano perché, tra tutti quelli presenti, è abbastanza vicino al mio luogo di lavoro.

Nel decidere di acquistarlo ha confrontato il prodotto con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Sono partita dall’idea di acquistare un pigiama e ne cercavo uno di quella marca. Poi, una volta entrata nel negozio, ne ho provati diversi, di differenti modelli, e ho scelto quello che mi piaceva di più e che mi stava meglio.

Quale suo personale bisogno o quale desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

La comodità: cercavo qualcosa per stare in casa e so che, tra i prodotti di quel brand, posso trovare sempre qualcosa di carino. Così è stato!

Quando e come ha usato il prodotto acquistato?

L’ho indossato la sera stessa, appena arrivata a casa, dopo aver cenato. Ormai è diventato un gesto automatico infilarmelo quando voglio trascorrere un po’ di tempo sentendomi a mio agio, magari sul divano mentre guardo la tv. La prima volta che l’ho tirato fuori dal sacchetto mi è venuto da sorridere perché mi sono ricordata delle risate scambiate con la commessa che mi ha assistito durante l’acquisto: in modo sorprendente, iniziando a discutere dei vari modelli di pigiama che stavo provando, ci siamo messe a parlare di aspetti anche intimi della nostra vita familiare e non capita spesso… quando compro, di solito, presto attenzione anche all’aspetto relazionale attraverso cui ti viene proposto un prodotto e posso dire che quell’acquisto, da questo punto di vista, è stato davvero formidabile!

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui l’aveva comprato, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Direi di sì, corrisponde a quello che stavo cercando.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

La comodità: l’ho già indossato parecchie volte!

Se questo pigiama fosse una città, quale sarebbe?

Ah… Parigi: il pigiama è di un rosa delicato e decorato con alcune trame di pizzo sul davanti di ispirazione romantica, proprio come la Ville Lumière.

SIX DEGREES E IL CLIENTE AL CENTRO

Six Degrees è una serie tv americana che sviluppa la sua avvincente trama della teoria sociologica dei sei gradi di separazione.

sixdegrees

Nella prima puntata vengono presentati alcuni dei protagonisti che entrano in contatto con le altre persone attraverso, appunto, relazioni che erano in comune a loro insaputa cosicché le vite di questi sconosciuti si intrecciano e si influenzano a vicenda: si tratta niente di meno che di Jay Hernandez, Erika Christensen, Hope Davis, Campbell Scott, Bridget Moynahan e Shiri Appleby.

at the "The Woodsman" Special Screening at the 2004 AFI Fest, Pacific Arclight Theatres, Hollywood, CA 11-05-06Quindi, secondo la teoria alla quale si ispira la serie, voi che leggete questo articolo siete collegati a qualsiasi altra persona del pianeta, a esempio il Presidente Obama, attraverso una catena di conoscenze, con non più di sei intermediari.

Furono tre studenti dell’Albright College in Pennsylvania a elaborare, a metà degli anni ’90, questa teoria. I tre ragazzi, sulla scorta delle dichiarazioni dell’attore Kevin Bacon (nella foto), che affermava di aver lavorato con chiunque a Hollywood, collegarono ogni attore della “creme” hollywoodiana allo stesso Bacon attraverso un numero di link che in nessun caso superava i sei!

Linkedin stesso ha optato per i sei gradi di separazione per costruire il nuovo servizio “how you’re connected”.

Ecco che, nell’ecosistema aziendale, il primo passo per mettere al centro della propria mansione il cliente e di farsi “influenzare” la vita professionale è quello di “mettere in fila” i contatti in comune col cliente: si tratta, al massimo, di sei persone!

Chi è il GRANDE ASSENTE delle nostre riunioni?

Closeup of executive writing notes during business meetingUna importante e dinamicissima azienda del fast fashion ha iniziato un bel percorso “Outside In” e, per coinvolgere tutto il proprio ecosistema nella centralità del cliente finale, ha lanciato un basket per raccogliere idee e innovazioni dai dipendenti: il tutto per offrire una customer experience superiore. Fra le oltre 200 idee proposte, vi è anche quella di inserire, nel format in uso per i verbali delle riunioni, un “item” che chiede di specificare quali argomenti trattati e quali decisioni siano state prese in favore del miglioramento dell’esperienza del cliente. Sarà così “obbligatorio”, dalle riunioni del board a quelle più operative dell’IT, della logistica o dell’amministrazione, riflettere già nel corso della riunione se il cliente è al centro di quel meeting o altro prende il sopravvento.

IMG_0114Come ha riportato Kerry Bodine al kick-off di Italian Customer Intelligence, è stato stimato che, mediamente, il 95% del contenuto delle riunioni in azienda non riguarda il cliente ma problematiche orientate all’organizzazione dell’azienda stessa. Ancor più acutamente, però, è stato osservato che anche quando il cliente è assente da discussioni e soprattutto da decisioni aziendali, in realtà si ha ugualmente un impatto indiretto sul cliente: negativo! Insomma, il grande assente delle nostre riunioni è proprio il cliente, forse impegnato a cercare alternative alla nostra impresa.

In ogni ecosistema, e quello aziendale lo è, il cambiamento anche di un solo elemento porta all’adattamento di tutti gli altri con gioia, o dolore, per il cliente.

Occorre quindi essere ben consapevoli della relazione tra ciò che il cliente vive e vede e le parti “invisibili” dell’ecosistema aziendale che le generano. Ma se è normale che il cliente non “veda” tutto l’ecosistema aziendale, non è affatto normale il contrario!

#OUTSIDEINTELLIGENCE AND THE AGE OF CUSTOMER

Galleria Vittorio Emanuele II, Milan, Lombardy, Italy

Kerry Bodine is in Milan to join the meeting outside intelligence 

The results of the Customer Index Report published for the first time this year by Forrester Research, an independent research firm listed in the Stock Exchange (Forr), have astonished the participants of the meeting “Outside Intelligence”. The convention took place yesterday in the beautiful setting of “Palazzo delle Stelline”, conference center located in the heart of Milan. According to the research based on a sample of thousands Italian consumers, almost half of the 31 best known companies in Italy offer to their clients a “very poor” customer experience. Additionally, no firm is able to deliver an “excellent” customer experience and only one (not even an Italian company, but the Italian branch of a multinational company) offers a “satisfactory” customer experience.

Kerry Bodine, guest speaker at the convention promoted by Italian Customer Intelligence, has warned the numerous participants, mainly professionals representative of the most prestigious “made in Italy” brands. The age of production, the age of distribution and that of information are gone, we have definitely entered  the age of the customer (and the research of Forrester is the proof). This is the time in which clients are empowered with greater capacity to choose, feasibility of comparing different options and attitude to betray brands they were loyal to for years. Here then, the warning of Mario Sala, partner of Praxis Management, sponsor of the convention and of the service brand Italian Customer Intelligence: “during a crisis, not only who survives but also who boosts its performance, is the one who acknowledges again its own customer. It is the one who offers to its clients a superior customer experience”.

Data are clear and Kerry presents them to the audience: 81% of total consumers are willing to pay more money to receive a better customer experience. And that’s not all, 70% of total buyers do not purchase anymore products or services from a company that does not deliver a satisfactory customer experience. Moreover, 64% of those customers turn to a competitor for next purchases.

Fortunately bad news are finished: there is an effective way to deliver a customer experience worthy of our customers. Additionally, Kerry Bodine gives us some encouraging hints that we will reveal next days.

Stay tuned on #outsideintelligence!

Outside In Telligence E L’ERA DEL CLIENTE

I risultati del Customer Index Report della Forrester Research, osservatorio americano indipendente quotato in Borsa (Forr), stilato per la prima volta quest’anno per l’Italia, hanno suscitato scalpore fra i partecipanti al meeting “Outside In Telligence”, svoltosi ieri nella pittoresca cornice del Centro Congressi del Palazzo delle Stelline.

Secondo l’indagine, effettuata su un campione di migliaia di consumatori italiani, delle 31 aziende con le quali essi si interfacciano più spesso nel loro quotidiano, la metà offrono ai loro clienti una customer experience “molto povera”. Nessuna azienda offre una customer experience “eccellente”, e soltanto una (per altro non un’azienda italiana, ma la branch italiana di un’azienda internazionale) offre una “buona” customer experience.Slide

Kerry Bodine, intervenuta all’incontro promosso da Italian Customer Intelligence, ha messo sull’attenti i partecipanti che numerosi sono accorsi al meeting: professionisti rappresentanti di prestigiosi brand del Made in Italy. Passate l’era della produzione, quella della distribuzione e quella dell’informazione, siamo ormai approdati definitivamente (e la ricerca della Forrester ne è la dimostrazione) all’era del Cliente, l’era in cui il cliente ha davvero grande potere di scelta, possibilità di comparazione e tendenza al tradimento del brand al quale era fedele da anni.

mariosalaEcco quindi l’avvertimento di Mario Sala, partner di Praxis Management, promotore dell’incontro e del brand Italian Customer Intelligence: in tempi di crisi, chi non solo sopravvive, ma decolla, è chi ri-conosce il proprio cliente, offrendogli davvero una customer experience superiore. I dati parlano chiaro, e Kerry li mostra: l’81% dei consumatori è disposto a pagare di più per ottenere una customer experience migliore. Ma non solo, il 70% dei consumatori non acquista più prodotti o servizi da una azienda con la quale hanno sperimentato una customer experience non soddisfacente, e il 64%, di conseguenza, si rivolge a un competitor per gli acquisti successivi.

Ma le notizie cattive sono finite: un modo efficace per offrire una customer experience degna dei nostri clienti c’è. E Kerry Bodine ci dà qualche incoraggiante suggerimento che vi sveleremo nei prossimi giorni. Seguite tutti gli aggiornamenti attraverso l’hashtag #outsideintelligence!

CX and the city

Che si tratti di un gioiello, un pezzo unico d’arredo, una vacanza o una T-shirt, nell’esperienza che precede e che segue a un acquisto, giace nascosto un vero e proprio tesoro: CX and the city vuole scoprirlo e raccontarlo.

TCDSEAN EC036Ogni nostro acquisto, infatti, svela al mondo qualcosa di noi di davvero personale: giudizi, scelte, sentimenti, pensieri ed emozioni. È proprio questo il tesoro che fa gola a ogni azienda che vuole trasformare in dati e contenuti preziosissimi queste informazioni e questi racconti perché, nell’era del cliente, è la Customer Experience l‘unico vero giudice che determina la fedeltà della relazione al brand. E la fedeltà è un bene “economicamente“ decisivo perchè determina la frequenza d’acquisto, il suo valore medio, finendo con l’influenzare, alla fine di una complessa catena, perfino le quotazioni in borsa: si tratta di miliardi di dollari e di milioni di posti di lavoro!

NEWYORK DENTROIl problema è che autorevoli ricerche avvertono che la cliente italiana è stata anticipatrice, ed è tutt’ora massima espressione, della tendenza planetaria all’infedeltà al proprio brand, facendo anzi di questa “libertà dai legami“ un tratto distintivo e divertente del proprio profilo. Proprio come Miranda, Charlotte, Samantha e Carrie di Sex and the City con le loro altalenanti situazioni sentimentali vissute in simbiosi con la quinta protagonista della fortunata serie: la city, che con le sue molteplici offerte diventa attrice influente anche della nostra customer experience.

CX and the city è quindi un divertissement – “scientifico “.

È un divertissment perché si tratta di un‘intervista divertente alla scoperta dell’esperienza che, personaggi in vista (ovvero influencer nel loro ambiente), hanno realmente vissuto quando hanno scoperto un brand, valutato, comprato qualcosa di recente e poi “ vissuto “ il loro acquisto.

Scientifico perché le domande poste tengono conto di ricerche durate quindici anni osservando le pratiche di conoscenza del cliente di brand che hanno saputo offrire una customer experience decisamente superiore.

media interviewInsomma, CX and the city è una intervista che ogni azienda dovrebbe fare a ciascun suo cliente, perché, come dice Kerry Bodine, forse oggi la più autorevole studiosa di questi temi, ”ciò che pensate di sapere sul cliente è probabilmente sbagliato, pensare di sapere cosa vogliono è rischioso. Sapere cosa vogliono permette di cambiare in meglio la customer experience”. Certo, conoscere ogni cliente come fosse il protagonista delle nostre interviste è impossibile. Impossibile e indispensabile.

Italian Customer Intelligence c’è per questo!

CX AND THE CITY

Art and science in the customer experience

Whether it is a fantastic jewel or a unique furniture, an exotic vacation or a T- Shirt, every experience that anticipates or follows a purchase decision hides a treasure: CX and the Citywould like to discover and disclose it.

Particularly, every purchase decision reveals to the world something personal about us: opinions, choices, feelings, reflections and emotions. This is the treasure that thrills every company that wants to turn these information and stories into valuable data and content. Since, in the age of the client, the customer experience is the unique factor that determines brand loyalty. Specifically, loyalty is a valuable economic asset because it regulates purchase frequency, average sales per customer and influences, after a complex chain, even the price of shares in the stock exchange: we are dealing with billions of dollars and millions of jobs!

The point is that influential studies warn that the Italian woman became the trend setter, and she is right now the supreme expression, of the world tendency to be unfaithful to personal brands. Actually, the Italian woman turns this freedom from every connection a distinctive and fun trait of her personal profile. Exactly like Miranda, Charlotte, Samantha and Carrie in Sex and the City with their fluctuating sentimental affairs lived in symbiosis with the fifth protagonist of the successful series: the City. The one that with her multiple offers became an influential actress also of our customer experience.

So, CX and the City is a “scientific” divertissement.

It’s a divertissement because “CX and the City” is a casual interview made to celebrities (in other words influencers in their own environment) about experiences they lived when they discovered a brand, evaluated, shopped something recently and then “lived” their purchase.

It’s scientific because every question asked in each interview takes into account several researches lasted fifteen years. These studies at the basis of the work observe best practices of brands able to offer to their clients superior customer experiences.

To sum up, “CX and the City” is an interview that every company shall deliver to its own client base because, as stated by Kerry Bodine, maybe the most important researcher on these topics: “What you think you know about your client is probably wrong, even more, it is very risky to believe to have understood what your customer desires. Knowing what your client really wants enables you to improve the customer experience”. Of course, it’s impossible to be familiar to every customer you have in the same way of the protagonists of our interviews. It’s impossible and necessary.

Italian Customer Intelligence is here for this reason!

 

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