UNIQLO ha aperto uno store Green e Glocal
In UNIQLO abbiamo un dovere: creare un design sostenibile, altrimenti avremo solo spazzatura sostenibile.
È stata questa la premessa/promessa di Yukihiro Katsuta, Direttore Ricerca e Sviluppo Uniqlo, quando aveva presentato il primo store Uniqlo in Italia, ribadendo il concetto che da sempre è alla base del brand, il LifeWear: UNIQLO ha riassunto la sua filosofia in una sola parola che riesce a condensare con molta efficacia il modo di intendere la moda.
Si riferisce all’estetica semplice e minimale della vita di tutti giorni e al concetto che sta dietro ai capi, rispettando i valori giapponesi di semplicità e longevità. L’estetica di UNIQLO è semplice ma riconoscibile, elegante ma minimale, guarda ad una fascia ampia di consumatori, pensando alle esigenze concrete. Questa filosofia ridimensiona l’idea del fast fashion – la moda usa & getta – che cambia trend ogni due settimane, proponendo cose fatte bene conservando un prezzo accessibile.
UNIQLO non si limita solamente a realizzare t-shirt bianche a buon prezzo, ma ha presentato in questi anni progetti per ridurre gli sprechi della produzione e la funzionalità dei suoi capi, investendo nella tecnologia.
Grazie al centro di innovazione per il denim di Los Angeles, i loro jeans hanno tinture e lavaggi che riducono fino al 99% l’utilizzo di acqua, mentre tutte le finiture sono realizzate con il laser. La prossima sfida è il trattamento del cotone senza pesticidi, sostanze chimiche e con meno uso di acqua.
Il gigante giapponese della moda sa essere generoso. Tanto che dal 2007 ha donato 25 milioni di capi UNIQLO usati ai rifugiati di 48 Paesi in cui l’agenzia Unhcr è presente. A questi vanno aggiunti i 12 milioni di dollari per altri programmi di pace, sempre con Unhcr.
Tutto questo si percepisce molto bene nello store milanese, con la sua ampia zona dedicata al riciclo degli abiti e l’installazione “L’acqua è più preziosa dell’oro”, dove tagli diversi di denim, riciclati dal servizio di orlatura gratuita offerto ai clienti, sono stati cuciti insieme con un effetto patchwork utilizzando l’antica tecnica di rammendo giapponese il boro, realizzata in con collaborazione con lo store specializzato in streetwear, One Block Down. Il design dello store è stato pensato per celebrare le due identità, quella del marchio e quella della città che lo ospita. Così l’illustratrice Olimpia Zagnoli ha realizzato l’installazione a parete che porta al secondo piano, ispirata alle finestre di Milano, mentre Odd Garden, studio milanese di progettazione e realizzazione di giardini e spazi verdi, ha realizzato “Static Wave”, un piccolo angolo botanico dove le piante tipiche dei giardini giapponesi e quelle delle corti milanesi si incontrano.
Nello store c’è anche una selezione di prodotti di alcuni marchi (Maruni, Medea, Rossignoli e Seletti), scelti per comunanza di filosofia ed espressione estetica. Sempre al primo piano, il Museo d’arte orientale collezione Mazzocchi di Brescia espone i famosi taccuini di Hokusai, il più grande artista giapponese del XVIII secolo.