DIRNDL À L’AFRICAINE

Quando la tradizione bavarese incontra quella africana

Se vi siete avventurati in qualche pub o partecipato a qualche evento tradizionale in Baviera, Austria o Tirolo, vi sarà certo capitato, tra una birra e l’altra, di ritrovarvi ad ammirare i bellissimi costumi indossati dalla popolazione locale. Per bellezza e raffinatezza, spicca tra questi il Dirndlkleid, il tipico costume femminile composto da una gonna corredata di grembiule, un bustino e una camicetta. L’evento in cui è possibile osservare una grande varietà di Dirndlkleider è sicuramente l’Oktoberfest a Monaco di Baviera, festa che ha reso l’elegante vestito noto in tutto il mondo. Durante i festeggiamenti, la popolazione locale si aggira per le strade in costume, magari in direzione di qualche Biergarten, dove poter banchettare in compagnia. Da nuova abitante della città, ho avuto modo di vivere in prima persona l’atmosfera della festa e mi sono spesso fermata ad ammirare i bellissimi Dirndl indossati dalle ragazze, tanto da desiderarne uno anch’io.

Okstoberfest

Guardandosi un po’ intorno, però, è facile notare come non ci sia quasi nessun Dirndl che si faccia notare, in quanto questi sono tutti uguali e si differenziano per pochi particolari e soprattutto per il diverso colore a tinta unita. Questi abiti sono espressione dell’identità bavarese, e in quanto, appunto, “tradizione” risulta anche normale che ci sia uniformità nel modo di vestire. L’abito tipico, come una sorta di divisa, contribuisce a costruire l’identità ed è fattore di coesione. I giorni di festa sono il momento in cui tale identità viene ricostruita e rammentata, non solo a sé stessi, ma anche agli innumerevoli turisti che affollano la città. E qui sta il bizzarro paradosso. Sebbene indossare una divisa abbia come risultato quello di generare uniformità, i Dirndl (come anche i Lederhosen, l’abito tradizionale maschile) vengono indossati, con ogni probabilità, per il motivo opposto: farsi notare, facendosi manifestazione vivente di una cultura, davanti ai forestieri (che altro non aspettano che farsi immortalare in una foto insieme ai locali in costume) e agli altri concittadini, che magari hanno deciso, sì, di vivere la festa, ma senza vestirsi.

Risaltare nella folla: il nuovo Dirndlkleid “à l’Africaine”

Se uno degli obiettivi è, dunque, quello di farsi guardare, perché non farsi notare sul serio? In questo caso, indossando un capo che, pur rispettando la tradizione, è sicuramente qualcosa di mai visto prima. A portare un tocco di colore e di fantasia in più ci hanno pensato, infatti, le proprietarie del negozio Noh Nee di Monaco. Originarie del Camerun, Marie Darouiche e Rahmée Wetterich offrono ai clienti qualcosa di veramente speciale: il gusto tipicamente bavarese si unisce a pregiatissime e coloratissime stoffe provenienti dall’Africa in un nuovo e originale “Dirndl à l’Africaine”. Il costume tradizionale si veste di un dinamismo nuovo, quello dei colori sgargianti e delle fantasie degli abiti camerunesi, risultando, in questo modo, svecchiato e calato nella realtà odierna.

Grazie ai Dirndl di design, Noh Nee offre al cliente la possibilità di indossare un abito tradizionale, ma, allo stesso tempo, incredibilmente innovativo: entrando nel loro negozio e uscendone con uno dei loro abiti, non si è più una persona qualunque che indossa un abito tipico; si sfoggia, bensì, l’unione tra due culture sugellata con ago e filo, dimostrazione che le tradizioni possono essere ripensate, le barriere culturali abbattute e che non c’è limite a ciò che la fantasia può creare. Non un semplice Dirndl, ma uno che, oltre alla canonica storia delle sue origini, ha una in più da raccontare.

Le idee di Noh Nee sono così apprezzate dalla clientela, che nel 2013 le proprietarie hanno deciso di allargare la collezione. Per cui, è possibile arricchire il proprio guardaroba con cappotti, gonne, vestiti, camicie, pantaloni e altro ancora, tutti rispecchianti il concept ideato dalle artiste. Il risultato più prezioso di tale sperimentazione su stoffe e colori rimane, tuttavia, proprio il “Dirndl à l’Africaine”, capo d’abbigliamento che dà all’indossatore la possibilità di spiccare tra la folla con qualcosa di inimitabile. L’inimitabile sta nella possibilità, data al cliente, di far emergere la propria individualità e personalità nella massa, facendosi modello sulla grande passerella che è il mondo, dove ormai le culture, grazie alla globalizzazione, non sono più dei compartimenti stagni. Vestire un Dirndl Noh Nee non significa necessariamente rovesciare un paradigma. Infatti, la tradizione rimane e risulta semplicemente arricchita, dando, inoltre e per la prima volta, spazio al singolo.

Un abito che non è solo un abito, ma che diventa per il cliente possibilità. Quali? Quella di indossare la tradizione esprimendo, in primo luogo, se stessi, e, soprattutto, un messaggio di modernità: in un mondo in continua trasformazione, la compenetrazione di culture non è una minaccia; può essere, piuttosto, arricchimento. Tutto questo in un Dirndl, innovativa testimonianza e metafora di come le culture non siano mai così distanti.

Classe 1995 e risiedente ad Andria, in Puglia, segue la propria vocazione artistica frequentando il liceo artistico di Corato (BA). Decide, più tardi, di continuare a dedicarsi all’arte per conto proprio e di inseguire all’università un’altra passione: quella per le lingue straniere. Infatti, qualche anno più tardi, si laurea in Comunicazione linguistica e interculturale presso l’Università di Bari, per poi spiccare il volo e continuare con la magistrale presso l’Università di Bologna, dove si laurea in Language, Society and Communication nel 2021. Nella bella Bologna, risiede presso il collegio di eccellenza Camplus Alma Mater, dove ha la possibilità di coltivare i propri interessi e stringere amicizie profonde. Lo studio delle lingue e l’indole cosmopolita la conducono in Germania, dove si trova attualmente per approfondire il tedesco e, tra un Brezel e l’altro, trovare la propria strada.

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