STARBUCKS DELIVERY: UNA STORIA DI VELOCITÀ

Il colosso del Fast Casual mondiale annuncia la partenza del servizio delivery.

Ad agosto 2018 avevamo riportato la notizia della partnership tra Alibaba e Starbucks (clicca qui). L’accordo era stato siglato per la gioia del “cliente” cinese, visto che oggetto dell’accordo era ed è lo sviluppo e lancio del servizio delivery di caffè e snack in Cina. Nello stesso “solco” la notizia di settembre 2018, quando il brand di Seattle annunciò la partenza del servizio a domicilio che riguardava circa 200 punti vendita nel sud della Florida (U.S.A.), principalmente nell’area urbana di Miami.

Notizia di fine gennaio 2019 è, potremmo dire “finalmente”, quella dell’avvio da martedì 22 gennaio del servizio delivery Starbucks in alcune delle più grandi città statunitensi: San Francisco, Chicago, Boston, Los Angeles, New York e Washington. Il programma è quello di arrivare a coprire con il servizio delivery almeno un quarto dei punti vendita del brand. Continua intanto il test a Miami ed è previsto l’avvio di un ulteriore test nella città di Londra, che diverrebbe la prima nel Vecchio Continente.

La richiesta di consegne a domicilio da parte dei clienti è andata sempre crescendo negli ultimi anni, ammettono dai “piani alti” dell’azienda di Seattle e non è più possibile rimandare. I test eseguiti i Florida e in Cina hanno sicuramente fornito dati e informazioni sufficienti per fare questo grande passo. Colpisce comunque la velocità e il breve lasso di tempo intercorso tra questi test e il roll out di questo progetto, segno che la velocità non appartiene solo alle startup.

Veloce è anche la parola d’ordine dell’esperienza promessa ai clienti: 30 minuti al massimo il tempo di attesa per il proprio ordine. A noi clienti abituati ormai anche in Italia al servizio delivery sembra una promessa non troppo ambiziosa, ma non è così. Si è aperta infatti una sfida enorme per i responsabili delle operation in Starbucks: i tempi di preparazione vengono messi a dura prova, il caffè è un prodotto altamente suscettibile alla temperatura e umidità atmosferica e, non da meno, al tempo! Chi berrebbe un caffè freddo cui, oltre al prezzo, vanno aggiunti ben 2 dollari e 49 di spese per la consegna? Il servizio di consegna sarà inoltre affidato ad Uber Eats e Melissa Wilson, responsabile di Technomic, uno dei più autorevoli osservatori sulle tendenze food, ha messo in guardia Starbucks snocciolando la lunga serie di fallimenti vissuti dai brand che dovevano integrarsi così approfonditamente con un partner logistico.

I “maligni” sostengono che questa accelerazione nel lancio del servizio delivery di Starbucks sia anche dovuto al calo di visite che la rete vendita sta subendo e che aveva recentemente generato un aumento dei prezzi degli item in vendita dall’uno al due percento.

In poco tempo conosceremo la sentenza dei clienti statunitensi. Stay tuned!

Manager consultant di Praxis Management e News & Customer Experience. Dal 2012 è impegnato nello studio del cliente del segmento Fast Casual e nell’applicazione pratica delle best practices di customer experience alla realtà organizzativa e quotidiana delle organizzazioni di ristorazione. Da 6 anni riporta la voce e l’esperienza del cliente in alcuni prestigiosi brand della ristorazione; per questi ultimi si occupa anche della progettazione e formalizzazione di mansionari e procedure per migliorare l'esperienza del cliente e della loro diffusione attraverso programmi didi formazione in e-learning e video. Esperto della mappatura dei touchpoint (punti di contatto cliente/brand), ne verifica la corrispondenza con le promesse del brand dal punto di vista del cliente, al fine di proporre significative innovazioni. gabriele.mancosu@praxismanagement.it