L’omaggio di KFC alla cucina italiana
La KFC (letteralmente “Kentucky Fried Chicken”), nota catena fast food specializzata nel pollo fritto, ha recentemente fatto parlare molto di sé nel mondo dei social media.
Come ogni grande marchio che si rispetti, anche la KFC si impegna a innovare e studiare ricette e nuovi piatti da proporre ai propri clienti. Recentemente, la catena ha infatti saputo stupire con una novità, riservata per il momento – e per fortuna – al solo mercato vietnamita.
Si tratta dei KAGHETTI KFC, un omaggio alla cucina italiana e al piatto più consumato nelle case dello Stivale: gli spaghetti!
“Kaghetti è la combinazione perfetta della miglior pasta e autentica salsa di pomodoro italiana, e salsiccia di pollo guarnita con popcorn KFC o Zinger Hot & Spicy”.
Tralasciando l’aspetto poco invitante del piatto, che non corrisponde in alcun modo né alla soprastante descrizione ufficiale di KFC, né al nostro mitico piatto di pasta (ma siamo italiani, attaccati alla nostra – e ripeto nostra – tradizione gastronomica, diffidiamo delle imitazioni), siamo di fronte a un gigantesco errore di marketing.
Un grande player americano come KFC ha decisamente sottovalutato l’effetto a dir poco straniante che un termine come “kaghetti” – nato probabilmente dall’unione di “K” di KFC e “spaghetti” – porta con sé: nella mente dell’italiano questo grazioso neologismo non evoca specificatamente l’immagine di un buon piatto di pasta fumante, col sugo di pomodoro fresco e le foglie di basilico…
È vero, il piatto è stato proposto in Vietnam, e non in Italia, ma nel mondo odierno dei milioni di click al secondo le reazioni degli utenti italiani sui social media non si sono certo fatte attendere, dando peraltro grande popolarità ai Kaghetti KFC.
Fortunatamente, fra i portavoce del tricolore non emerge un sentimento di rabbia o indignazione per l’ennesimo abominio culinario, quanto più un’ondata virtuale di risate e ironia: a mo’ di esempio, si passa da “eat kaghetti to go directly to toeletti” a “un nome per un enorme sucCESSO” del cacciatore di bufale David Puente.
Alla fine il marketing ha vinto: anche i detrattori hanno reagito con il sorriso! Non ci resta che mangiare un buon piatto di kagh… cosa dico, spaghetti!