MI SCUSI… ALL’UNISONO

Aver la stoffa dell’imprenditore di se stesso

Stavo camminando, assorto nei miei pensieri e a ritmo sostenuto sul marciapiede affollato della mia città in un giorno di lavoro. A un tratto, inavvertitamente, sento sul mio gomito un colpo, non troppo doloroso ma sensibilmente percepibile. Forse ho urtato il braccio di un passante che giungeva in senso contrario o forse sono stato urtato. Naturalmente mi giro e istintivamente, con un sorriso e una espressione dispiaciuta dico “mi scusi!“.

Nello stesso istante il passante (vittima o colpevole?) anche lui si gira e dice “mi scusi!“. Tutto avviene così all’ unisono che i nostri occhi per un lunghissimo istante si incontrano e posso notare sul suo viso un sorriso che illumina la sua espressione dispiaciuta.  Quasi vedo il mio volto nel suo, tale è la simultanea e simile reazione all’accaduto.

Caro sconosciuto passante che per un attimo ti sei affacciato sulla mia strada, conosco bene quell’istintivo “mi scusi!“. Non è galateo, ma lo ha reso abituale, nel tuo volto così espressivo, quel prendere sempre in mano e tempestivamente in prima persona le cose e l’esperienza connessa a quel protagonismo fatta di urti, che si prendono e che si danno senza accorgersene. E il tuo repentino “mi scusi!” è l’abitudine a non indugiare in analisi per vedere di chi è la colpa, tu tagli corto, dici che è colpa tua e riprendi la strada. Le persone che ti vedranno, dopo l’urto, vedranno ancora il tuo sorriso buono, quello che hai fatto a me, quasi sorpreso: c’è sempre qualche fattore della realtà che non calcoli e ti urta, ma hai imparato a prenderlo come un suggerimento, un sorriso.

Quanto lontano sono da te risentimento e lamentela: certo ti capiterà che – di fronte a un tuo “mi scusi!” di una colpa non così tua – il passante inveirà contro di te urlandoti dietro di stare più attento. Ma tu non potrai nulla replicare perché quel tuo repentino “mi scusi!” è un’ammissione di errore, ed hai anche abituale questa esperienza. Oppure, sempre di fronte al tuo “mi scusi!” potrai trovare chi non si gira nemmeno, e anche questa è una esperienza che conosci bene. Eppure tutto questo non solo non ti appesantisce ma certo contribuisce – misteriosamente ma concretamente – a darti quel sorriso e quella espressione sul tuo viso che mi ha fatto capire che la tenerezza è una quercia, come te, e non un ramoscello d’ ulivo.

Questo “tagliar corto”, questo dire “mi scusi!” accompagnato da un sorriso e riprendere indefessamente in mano tutte le cose è l’origine dell’intraprendenza, di quell’essere imprenditori di se stessi che fa prendere l’ iniziativa per entusiasmo dello scopo e che lo attacca agli altri. Anche in un istante. È questa la scaturigine di quella cultura del cliente che spesso si fa fatica a far emergere nella quotidianità delle nostre imprese.

Caro sconosciuto passante, non so come ma ti rintraccio: qui al lavoro abbiamo assolutamente bisogno di te!

Partner di Praxis Management, società di consulenza milanese. Da oltre vent’anni anni è impegnato nel retail dei migliori brand del lifestyle nei settori della moda, del food e del design. L’attenzione crescente per i temi relativi al Cliente ha generato in lui un interesse approfondito sul tema della Customer Experience, che lo ha portato a costituire Italian Customer Intelligence e a sviluppare importanti relazioni internazionali sul tema. Il brand, che raduna partner con diverse competenze, sostiene le aziende a progettare, offrire e portare in tutto il mondo una Customer Experience superiore: in una parola, a entrare davvero “nell’Era del Cliente”. mario.sala@praxismanagement.it