MARILYN MONROE E LADY D. IMMORTALATE MENTRE FANNO LA SPESA INSIEME

La fotografia tra realtà e immaginazione

Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta la fotografia mette in scena qualcosa di completamente nuovo. Da un certo punto di vista, nel passato, la scoperta della fotografia era stata la novità assoluta, la soluzione finale per raccontare la realtà così com’è, mettendo in crisi moltissimi artisti, Picasso compreso, che si erano lungamente dibattuti su quale fosse la massima espressione della mìmesis (dal greco μίμησις, rappresentazione del vero). È per opposizione a tale concetto che sono sorti correnti straordinarie come l’Espressionismo ed il Surrealismo. Nel corso del tempo anche la macchina fotografica è diventata uno strumento raffinato a servizio di tanti artisti che hanno iniziato a “distorcere” la realtà proponendo una propria visione.

Dal 17 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 la Fondazione Palazzo Magnani propone una mostra dal titolo “True Fictions. Ai confini della realtà“, con opere di Jeff Wall, Cindy Sherman, James Casebere, Sandy Skoglund, Yasumasa Morimura, Laurie Simmons, David Lachapelle, Bernard Faucon, Eileen Cowin, Bruce Charlesworth, David Levinthal, Paolo Ventura, Lori Nix, Miwa Yanagi, Alison Jackson, Alekasandr Petlura, Jung Yeondoo, Jiang Pengyi.

Si tratta di una retrospettiva che presenterà oltre cinquanta opere di grandi dimensioni, descrivendo la tendenza della staged photography, cioè della “messa in scena”. In tal modo potremo osservare pesci rossi che sguazzano in una stanza, oppure Marylin e Lady D. che fanno insieme la spesa. Tutto è permesso grazie all’utilizzo anticonvenzionale della macchina fotografica.

Questa mostra ci riporta difronte ad un grande interrogativo… in che modo stiamo osservando la realtà? Stiamo davvero partendo dai dati… oppure i nostri occhi vedono altro? Che cosa è veramente oggettivo? E questa percezione soggettiva è, ai nostri sensi, oggettiva?

Le foto della mostra metteranno in crisi il nostro punto di vista, quello che ci sembrava ovvio, ora ci sfuggirà.

Attraverso l’atto teatrale “messo in scena” da grandi artisti, che sistemano i propri soggetti a loro piacimento, ci lasceremo provocare cercando di cogliere che cosa è vero ed oggettivo e che cosa sia invece frutto della nostra fantasia, soggettività ed interpretazione.

In tutte le nostre esperienze, quindi anche in quella di clienti, la dimensione oggettiva e soggettiva spesso si fondono in modo insondabile e sorprendente: il “cruccio” dei brand è proprio quello di captare questa fusione in modo originale per produrre un’offerta all’altezza… di questa alchimia!

Consultant di Praxis Management e Contributor di News & Customer Experience. Studia l’applicazione della Customer Experience nel settore dell’Arte, della Cultura e della Comunicazione. Nasce a Venezia nel 1994, frequenta il Liceo Classico, si laurea nel 2016 presso l’Università Bocconi in Economia. Affronta il mondo della comunicazione e del marketing con esperienze trasversali in diversi media (Web TV, Radio, Giornalismo). Inoltre, fonda una delle associazioni studentesche più attive in università: “BFood-Bocconi Students Food Association”. Prosegue gli studi magistrali in Storia dell’Arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ottenendo il massimo dei voti con lode con una tesi intitolata: “Arte Contemporanea Africana, nelle mostre internazionali e nei mercati dell’Arte: il ruolo del critico Okwui Enwezor e l’opera di El Anatsui”. Si avvicina al mondo dei mercati dell’Arte grazie ad una breve esperienza di formazione presso il Sotheby’s Institute of Art di Londra ed in seguito presso la sede milanese della Casa d’Aste Wannenes. mail: andrea.telesca@praxismanagement.it