EUGENIO IN VIA DI GIOIA: LA PRIMA BAND A IDEARE UNA TESSERA FEDELTÀ PER IL LORO PUBBLICO

In palio gustosi premi

E se ogni volta che si andasse a un concerto si guadagnassero dei punti? Ci hanno già pensato gli Eugenio in Via Di Gioia, creando una tessera per premiare i fan più fedeli.

Correva l’anno 2012: tre giovani musicisti (Eugenio Cesaro – voce e chitarra, Emanuele Via – tastiere, Paolo Di Gioia – percussioni) decidono di fare squadra e, insieme, cominciano a suonare per le strade di Torino. Nascono così gli Eugenio in Via Di Gioia. Fin da subito si contraddistinguono per un sound fresco e innovativo. Eppure, alla band mancava ancora qualcosa: un bassista. Alla formazione si aggiunge Lorenzo Federici, che i tre conoscono, per caso, durante un viaggio a Londra. A seguito di tale incontro profetico gli Eugenio in Via Di Gioia incidono il loro primo album che decidono di intitolare proprio “Lorenzo Federici”.

La band dando vita a una musica che si presenta come un ibrido tra folk e pop trova, in breve tempo, il suo posto nell’industria discografica italiana. I quattro vengono scritturati dalla Virgin Records e dalla Universal Music e nel 2020 varcano per la prima volta il palco del Festival Di Sanremo.

Quella volta gli Eugenio in Via Di Gioia al Teatro Ariston ci sono arrivati in bicicletta, pedalando per chilometri e chilometri insieme ai loro fan. Uno dei punti di forza della band è, infatti, quello di fare in modo che il pubblico sia sempre parte attiva delle loro iniziative. Sì, perché, la filosofia del gruppo è quella di ridurre al minimo le distanze fra il palco e gli ascoltatori.

A tal proposito si può raccontare di quando, durante il primo lockdown, Eugenio (ogni sera per un mese) dava vita a dei veri e propri concerti dalla finestra di casa. In questa occasione il cantante chiacchierava e duettava con i vicini. O di quando, più volte, i quattro hanno realizzato delle versioni dei propri brani unendo insieme i video delle cover che i fan avevano caricato sul web. Altro progetto qui degno di nota è il Raduno Nazionale in Via Di Gioia (9 luglio 2019): un’intera giornata che i musicisti hanno condiviso con centinaia di fan da tutta Italia, tra tornei sportivi, giochi di società e tanta musica.

La band ha, in più, pensato a un modo davvero originale per premiare i fan più “addicted”: la tessera fedeltà degli Eugenio in Via Di Gioia. Questa vede per la prima volta la luce nel 2014, quando i giovani musicisti si esibivano ancora per le strade di Torino. Quell’anno vennero date alle stampe soltanto 200 tessere. Poi, con il passare del tempo, la quantità delle card stampate è aumentata sempre più, proporzionalmente alla crescita dei live della band. Ogni dieci partecipazioni a un concerto (o acquisti dal merchandise ufficiale) il possessore della tessera si aggiudica un kebab da gustare in compagnia degli Eugenio in Via Di Gioia, questo il regolamento della fidelity card.

Nel 2019, a Torino, i quattro musicisti hanno invitato a cena molti dei loro fan. Il tutto allietato da giochi da tavola, esperienze di realtà aumentata e un karaoke conclusivo. Nell’anno appena trascorso, a causa della situazione pandemica, la cena si è svolta in modalità telematica. Oggi la tessera fedeltà è acquistabile sul sito della band al modico prezzo di due euro.

Gli Eugenio in Via Di Gioia vi aspettano a cena!

Nasce nel 1996 in una mite notte d’autunno. Trascorre la maggior parte della sua esistenza in un piccolo borgo siciliano dove per ammazzare la noia, fin da ragazzino, comincia a fare musica. Il basso elettrico e le bacchette della batteria sono le prime cose che mette in valigia quando all’età di diciotto anni si trasferisce a Bologna per studiare all’università. Si laurea al Dams ma passando le giornate in Via Zamboni scopre la vocazione per le parole, la morfologia e la sintassi, diviene così un linguista in erba. Dorme sotto il tetto accogliente di un collegio di eccellenza: il Camplus Alma Mater. Qui ricopre il ruolo di capo redattore per la rivista “Il Resto del Camplus”. La città dei portici, con le sue mille luci e le sue mille anime, diviene per lui una seconda casa, una caleidoscopica fucina dove poter dare sfogo alla sua instancabile indole creativa. Oramai alla città cantata da Dalla e da Guccini sente di appartenerci (o forse, al contrario, è la città che gli appartiene), ma con il cuore sempre saldo ai piedi dell’Etna.