DISHOOM E L’AUTENTICA PROMESSA CHE PORTA L’INDIA A LONDRA

È difficile per un nuovo brand emergere a Londra, città in così grande fermento dove nascono continuamente format moderni e innovativi, ma Dishoom è riuscito a differenziarsi e creare una certa notorietà attorno al suo nome.

Dall’apertura del primo locale a Covent Garden nel 2010, oggi conta altri quattro ristoranti nelle zone più frequentate di Londra (Shoreditch, Kensington, King’s Cross e Carnaby) e uno a Edimburgo.

Il carattere di ciascuno dei ristoranti di Dishoom evoca lo spirito dei vecchi caffè iraniani di Bombay aperti all’inizio del secolo scorso da immigrati zoroastriani provenienti dall’Iran, una comunità dal pensiero occidentale. I caffè iraniani erano veri e propri luoghi d’incontro che hanno abbattuto le barriere e riunito le persone: negli anni Sessanta ce n’erano quasi quattrocento (ora ne restano trenta) e Bombay era diventata più accogliente e cosmopolita. Nel sito leggiamo: “Dishoom rende omaggio ai caffè iraniani e al cibo di tutta Bombay”.

Adarsh ​​Radia, uno dei quattro fondatori della catena, spiega che l’attenzione per l’estetica dei locali deriva dalla profonda ambizione di portare l’autentico cibo indiano ai commensali britannici: “Il pubblico inglese è innamorato del cibo indiano. Ma le varie proposte offerte seguivano lo stereotipo di curry house“.

Il payoff “From Bombay with love” ci fa già assaporare gli elementi principali della promessa di Dishoom, innanzitutto una cucina autenticamente indiana e l’amore, declinato negli aspetti del servizio con la gentilezza e confidenzialità dei  dipendenti e dell’ambiente con la totale cura e attenzione dei particolari.

Non mi restava che testare quanto quest’ambiziosa promessa fosse realmente mantenuta!

Arrivo davanti al Dishoom di Shoreditch con un’amica e la coda per entrare è già un fattore di grande sorpresa! I locali sono sempre molto frequentati a cena e per potersi accomodare l’attesa è spesso lunga. Ci accoglie, però, una gentilissima ragazza che dopo averci spiegato con chiarezza le tempistiche per sederci ci fa accomodare al bar, consegnandoci uno strumento (Foto) che avrebbe suonato quando il nostro tavolo si fosse liberato.

Al bar, in compagnia di un drink e di un simpatico barista, il tempo vola e quando arriva il nostro turno ci fanno accomodare al tavolo.

È proprio vero, ogni piccolo particolare dell’arredamento sembra pensato e curato nel minimo dettaglio per farci immergere nella cultura indiana. Dishoom è pieno di elementi di design retrò: ventilatori sospesi dal soffitto, bassa illuminazione, pareti decorate da pubblicità vintage delle riviste indiane, specchi macchiati.

La cameriera con una voce squillante, dopo averci dato il benvenuto, ci spiega accuratamente il menù e sulla base dei nostri gusti ci consiglia alcuni piatti. Abbiamo preso tanti “small plates” che sono arrivati non tutti insieme ma appena erano pronti, proprio perché pensati per essere condivisi. Fidandoci dei consigli della cameriera non siamo rimaste deluse!

L’esperienza di un mix unico di sapori, colori e profumi intensi non me la dimenticherò per molto tempo, soprattutto perché accompagnata dai sorrisi dei camerieri e dei clienti intorno a noi.

Un ambiente giovane, dinamico e colorato…Non c’è da meravigliarsi che abbia aperto già sei punti vendita in 8 anni…ci aspettiamo anzi che presto varchi i confini del Regno Unito!

Consultant di Praxis Management e News & Customer Experience. Si laurea in "Management" presso l'Università Bocconi nella primavera 2018, con la tesi "Oltre la misura della soddisfazione del cliente: introduzione del Net Promoter Score in Panino Giusto". Dal settembre 2017 è impegnata nel coordinamento di diverse indagini sui clienti finali e la determinazione del Net Promoter Score in prestigiosi brand della ristorazione e del fashion. Esperta di piattaforme e-learning e social network aziendali che "accorciano" le distanze tra headquarter e punti vendita nel retail. valeria.sabbioni@praxismanagement.it