TIGER:UNA STORIA ESILARANTE DI FORNITORI FUORI CONTROLLO

Prendete un giovane italiano. Gran lavoratore, capace di conciliare – in qualche modo – lavoro, famiglia e passioni personali.

Il lavoro: sempre a contatto con tante persone giovani, sempre a dover essere sul pezzo e un passo più avanti di tutti i suoi pari grado della concorrenza, in un settore tra i più saturi del mercato.

La famiglia: una bimba di undici anni curiosa e vivace, bramosa di conoscere il mondo e tutte le sue ricchezze, un figlio quindicenne e una giovane moglie.

Le passioni: tante, ma New York le batte tutte, perché bacino delle novità più entusiasmanti e delle ispirazioni più geniali.

In una pausa dal lavoro, questo giovane papà riesce a portare la famiglia in vacanza proprio a New York: il viaggio è pianificato da tempo, così come da tempo sono iniziate le “anticipazioni” sulle meraviglie che la piccola di casa potrà scoprire. A New York, “tutto è più grande: le case, le strade, i negozi, i parchi, i musei, la metropolitana, perfino il cielo, tutto!”.

La bimba è rapita dai colori, i rumori, gli odori e i sapori della Grande Mela, vorrebbe vedere tutto, entrare in ogni portone, salire su ogni autobus, assaggiare ogni specialità proposta dai migliaia di ristoranti che ci sono lungo la strada. Tra la moltitudine di attrazioni “kids-friendly” che la famiglia ha potuto visitare durante il soggiorno, però, ce n’è una che ha lasciato in particolare un segno. Nel papà, forse, più che nella bambina (beata innocenza!). Nelle vie dello shopping newyorkese, infatti, si sono imbattuti in uno store già noto: Tiger, recentemente rinominato “Flying Tiger Copenaghen”, catena danese di oggettistica per la casa e il tempo libero per grandi e piccini.

La bambina, tra la montagna di proposte di ogni tipo del negozio, scorge una piccola girandola rosa: ad accenderla, è un tripudio di colori, accompagnati da una musichetta che, però, nel modello tester messo a disposizione dei clienti non suona. Se ne innamora e decide che è il regalo perfetto per la cuginetta rimasta in Italia. Il papà decide di accontentarla, sapendo che comunque dovrà passare in un altro negozio per poter reperire le pile per farla funzionare.

La nostra storia finisce qualche giorno dopo quando, rientrati a casa e consegnato il regalo, le bambine si fanno aiutare dal papà a scartarlo: inserite le pile, si attiva la girandola. Ecco, qui sotto, il (sorprendente) risultato:

Ricapitolando, in un unico oggettino ritroviamo: un’azienda danese, un negozio newyorkese, un produttore di chissà quale parte del globo e una musichina proveniente dalla più colorita tradizione italiana (sicuramente inappropriata per delle undicenni).

Quello che manca, invece, in questo oggettino, è il controllo preciso e puntuale – da parte dell’azienda – dei propri fornitori e, in particolare, di un loro allineamento su quella che deve essere l’offerta di Customer Experience per il cliente finale.