…anche in piazza a Seoul!
Wave (letteralmente ‘onda’) è la strabiliante installazione dello studio di design D’strict posta nel cuore di Seoul. Raffigura un’onda gigantesca che si infrange con forza contro i vetri di un acquario, accompagnata da un sonoro scrosciare di flutti che avvolge i passanti in un’esperienza davvero immersiva. Quest’illusione anamorfica, esempio eccellente di urban design, viene proiettata su uno schermo LED delle dimensioni di 81 metri di larghezza e 22 metri di altezza, installato davanti al centro commerciale Coex Artium nel noto quartiere Gangnam. A partire dagli anni novanta si è sviluppata la neo wave, un fenomeno di crescente fama della cultura sudcoreana nel mondo: l’opera firmata D’strict vuole celebrare proprio quest’onda di popolarità culturale.
Quando una compagnia o un’azienda progettano un’installazione urbana a chi pensano? I lampioni in una piazza, le panchine dentro un parco, i cartelloni pubblicitari sulle facciate di qualche palazzo in centro: a chi pensano gli amministratori, i progettisti, gli operai? La risposta, non così scontata, è: il passante. Uomini, donne e bambini che camminano per le strade sono i fruitori delle pubblicità, della loro bellezza e originalità, della luce di un lampione o del muretto vicino alla gelateria su cui sedersi con gli amici in una sera d’estate. Eppure dimenticarsene è facile.
L’arte stessa, popolare per eccellenza, è diventata sempre più esclusiva dentro i grandi musei con costi elevati o collezioni private. Chi pensa ai passanti? Viene subito in mente il misterioso street artist inglese Banksy, celebre in tutto il mondo per le sue opere irriverenti e soprattutto… alla portata di tutti. Sui muri, nelle strade o dentro le metropolitane, la sua arte e i suoi messaggi di satira e protesta sono alla portata di tutti, pensati per incontrare chi cammina per le strade e sorprenderlo con un regalo inaspettato e immeritato, denso di significato.