I MILLENNIALS PREFERISCONO STARE A CASA

Netflix and chill è uno stile di vita

Sito in cui vai, definizione che trovi. Ma se cercassimo di definire chi sono i Millennials (o Generazione Y), potremmo con ragionevole certezza dire che sono i giovani nati più o meno tra il 1980 e il 1995, che amano la tecnologia e molto probabilmente soffrono di un difetto di autostima.  Qualche anno fa Simon Sinek parlava di loro appassionatamente, criticandone la pigrizia, il narcisismo, l’impazienza e la difficoltà nelle relazioni sociali, salvo poi scusarli perché l’origine di tali caratteristiche era da ricercare – secondo lui – nell’educazione ricevuta, in internet con la sua cultura del tutto e subito e nell’ambiente lavorativo in cui si trovano inseriti.

Qualche mese fa, un articolo uscito su Quartz ha riportato alcune notizie allarmanti che vedono i Millennials preferire di gran lunga una serata sul divano davanti a Netflix (soli o in compagnia di qualche amico) piuttosto che fuori a bere un drink. Numerose ricerche confermano questo trend, avvalorando la tesi che vede i trentenni di oggi scegliere di passare il tempo in casa, perché uscire è più costoso, più faticoso e più rischioso. Tinder, Facebook, Instagram, Amazon: infinite app e mezzi tecnologici ci permettono di mangiare, bere, conoscere nuove persone, condividere i nostri pensieri, acquistare ciò di cui abbiamo bisogno senza uscire di casa. Andare fuori implica, spesso, spese più elevate, fatiche maggiori nel prepararsi, spostarsi, entrare in relazione con persone e ambienti nuovi, magari che non ci piacciono e a cui non eravamo preparati. Stress.

Il periodo di lockdown prima e di riapertura poi non hanno certo giovato a questo stato di cose. La quarantena ci ha costretto entro le mura domestiche e ciascuno ha dovuto fare i conti con le difficoltà di questa scelta obbligata, scoprendo al tempo stesso la comodità di molti servizi (ad esempio il delivery). Con la riapertura siamo tornati in ufficio, al parco, a godere di una cena fuori e di una passeggiata in centro; eppure molti ancora preferiscono la cautela, una cena a casa, un film sul divano, un buon bicchiere di vino attorno a un tavolo chiacchierando con gli amici (magari più buono di un costoso cocktail in qualche bar!). Gli introversi Millennials gioiscono.

Anche i trend di acquisti confermano la preferenza di questa categoria, infatti l’online è preferito rispetto ai negozi fisici, la tecnologia e soprattutto gli smartphone sono ai primi posti, insieme alle app e ai giochi virtuali, nelle scelte di spesa da parte della Generazione Y. Sono pigri? Asociali? Forse. Sul sito di e-commerce Etsy esiste una categoria di acquisto di magliette e accessori “Antisocial”, che celebra questo gusto eremitico e fiero. Eppure sono i più attivi sui social network (Facebook e Instagram in particolare) e condividono più dei giovanissimi le loro esperienze in rete. Sono la generazione dei paradossi e forse il fatto di aver raggiunto la maggiore età in un periodo di crisi economica li ha resi più attenti alle spese, al risparmio… I motivi sono vari e molteplici. La verità è che il mondo fuori dalle mura domestiche può fare paura, il lavoro è spesso incerto, l’autostima scarsa e le relazioni autentiche sono difficili da coltivare. Chi è venuto prima ancora spadroneggia nel mondo del lavoro e trovare il proprio posto è sempre più complesso.

Di che cosa c’è bisogno? Di maggior coraggio, forse. Di fidarsi di più del mondo fuori, anche. Forse, però, c’è bisogno anche di proposte più adeguate, locali accoglienti e offerte che incontrino il desiderio di prendersi cura di se stessi espresso in modi diversi da questi giovani non più giovanissimi. Chi accetta la sfida? Venite a cercarli. E comunque nello stare a casa non c’è niente di male, ogni tanto.

Consultant di Praxis Management, Contributor di News & Customer Experience e insegnante della scuola secondaria di primo grado. Classe 1992, si laurea in Filologia italiana a pieni voti con lode presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo un periodo di insegnamento, ha fatto esperienza all'estero come collaboratrice a un progetto a sostegno dell'infanzia vulnerabile in Uganda per tutto il 2018, dedicandosi alla formazione dei docenti di una scuola locale. È appassionata di educazione, formazione, letteratura, arte e musica.