SANT’AGOSTINO, LA DINAMICA DELLA CONOSCENZA E IL CEO DI MCDONALD’S LICENZIATO

… con una esemplare barzelletta ligure

La decisione del board di Mc Donald di licenziare, dopo una indagine interna, il ceo Steve Easterbrook, a causa di una relazione consenziente con una dipendente del Gruppo, applica una norma del codice etico della società: vietatissimo avere relazioni sentimentali “interne”, a maggior ragione per i top manager.

Il pensiero che sottende questa -e altre norme ad essa associate- è ritenuto dai più ineccepibile: si può generare un conflitto di interessi che faccia prevalere quello personale rispetto al bene comune.

Secondo questa concezione, quindi, avere un interesse sentimentale (ma vale anche per molti altri generi di interessi) porta “inevitabilmente” (o, perlomeno, probabilmente) alla degenerazione di esso, fino al deterioramento dell’interesse generale. Questa concezione vale non solo per Mc Donald e per molte grandi aziende, ma anche per molti àmbiti, spesso compresi quelli governativi.

Quindi, tanto meno una persona avesse interessi quanto più sarebbe adatta a governare, piuttosto che ad amministrare e gestire, o, più in generale, ad avere responsabilità rilevanti. Come dire: “meno hai le mani in pasta, tanto più sei giusto e decidi per il bene”.

Insomma, chi ha un interesse “ovviamente” non può che agire – in tutto e per tutto – per la sua propria convenienza: inevitabilmente!

Viene in mente la barzelletta (bisognerebbe raccontarla con la caratteristica cantilena ligure) di quel genovese – di nome Beppe – che dice all’amico: “Giova, è un po’ che non ti vediamo al bar, che cosa è successo?”

Giova: “Eh …. è morta mia suocera …”

Beppe: “Beh …. avrà avuto la sua convenienza!”

Questa concezione negativa, che spesso sottende certi codici etici, sfiducia l’energia di bene presente nell’uomo: se anche c’è – pensano evidentemente gli estensori di questi codici – col tempo degenera.

Secondo Sant’Agostino invece “solo chi ama conosce” ovvero: la condizione per conoscere è avere un interesse, fra l’altro, così significativo e pregnante da generare amore! “Non ci sarebbe conoscenza, secondo il Santo filosofo, al di fuori di questa dinamica e ciascuno di noi – riflettendo sulla propria esperienza personale – non può che essere d’accordo.

Pertanto, conoscenza – competenza – “skills” connesse sono proprio mobilitate ed esaltate dall’interesse!

È certamente meglio, quindi, che chi ha responsabilità sia animato da interessi, da passione, da amore piuttosto di qualcuno distante da essi.

Ovviamente, è drammaticamente possibile che l’interesse davvero degeneri e si faccia prevalere il proprio tornaconto personale a discapito del bene comune.

È un dramma inevitabile ma, davanti alla sempre presente alternativa tra bene e male, occorrerebbe sostenere a spada tratta che chi ha responsabilità (cioè tutti noi a qualsiasi livello) decida per il bene sentendosi, appunto, sostenuto da un clima di fiducia che richiama al bene e verso esso mobilita, invece che vietare interessi proprio alla base di conoscenze preziose e feconde. La sfiducia – è esperienza comune in qualsiasi ambito – non favorisce certo il bene comune!

Una concezione dell’uomo negativa che arriva a “vietare” l’interesse, per timore che esso degeneri, è una concezione contro la dinamica della conoscenza – così importante per tutto – e soprattutto proprio per chi esercita una responsabilità.

Per fare il bene del cliente, per rimanere nel tema del nostro magazine, occorrerebbe quindi non avere interessi imprenditoriali, non appassionarsi al proprio prodotto, non cercare il profitto, non desiderare carriera, … insomma niente di più astratto di questo!

Questa antropologia negativa, per apparire ragionevole, deve intervenire su tutto, come il ligure della barzelletta.

Come scriveva Eliot “sognano sistemi (codici? ndr) così perfetti, che più nessuno avrebbe bisogno di essere buono”.

W l’amore, W panini, W piadine e … anche hamburger!

Partner di Praxis Management, società di consulenza milanese. Da oltre vent’anni anni è impegnato nel retail dei migliori brand del lifestyle nei settori della moda, del food e del design. L’attenzione crescente per i temi relativi al Cliente ha generato in lui un interesse approfondito sul tema della Customer Experience, che lo ha portato a costituire Italian Customer Intelligence e a sviluppare importanti relazioni internazionali sul tema. Il brand, che raduna partner con diverse competenze, sostiene le aziende a progettare, offrire e portare in tutto il mondo una Customer Experience superiore: in una parola, a entrare davvero “nell’Era del Cliente”. mario.sala@praxismanagement.it