A cena da Temakinho.
Nella vita frenetica di Milano sembra difficile trovare un momento per fermarsi e gustare del tempo insieme. Per tre giovani donne di quasi 30 anni, amiche da quindici anni e adesso coinquiline nella grande metropoli, le occasioni per fermarsi e stare insieme sono rare. La vita di tutti i giorni corre tra il lavoro, i corsi di yoga, fidanzati con cui si organizza il matrimonio, l’appartamento da pulire, i nipoti da accompagnare in piscina il sabato mattina e le commissioni da svolgere durante il weekend perché in settimana “non c’è mai tempo”.
Non c’è mai tempo. Sembra impossibile ma, pur condividendo la stessa casa, non capitano di frequente sere in cui potersi sedere insieme a tavola e raccontarsi della vita, delle fatiche e delle cose più belle che ci stanno capitando. Per noi italiani il momento dei pasti ha un’importanza fondamentale. Attorno al tavolo, gustando cibi semplici e preparati col cuore, condividiamo le nostre vite. Passiamo ore seduti a chiacchierare tra le briciole e i tovaglioli stropicciati, proponendo vivande a non finire perché quel momento di vera compagnia non finisca. I 42 minuti di pausa pranzo durante i giorni di lavoro difficilmente permettono un’esperienza del genere, così come gli straordinari e gli impegni durante la sera. E così ho deciso di chiedere alle mie amiche di uscire a cena insieme da Temakinho, ristorante nippo-brasiliano nel cuore di Milano. Un momento per noi, per stare insieme: a tavola. La capitale lombarda conosce ben cinque locali distribuiti per la città, io ho scelto di prenotare in quello di Brera.
La cucina giapponese ha incontrato quella brasiliana agli inizi del Novecento, quando famiglie provenienti dall’Estremo Oriente hanno raggiunto le coste brasiliane. Ne è nata una comunità, che ha generato una nuova tradizione culinaria dall’incontro tra il riso e il pesce freschissimo, con i colori e la frutta tropicali: “Temakinho è creatività, gioia, sapore e ingredienti di alta qualità”.[1] Venerdì sera ci siamo incamminate verso questa promessa e molte altre, forse non dette. Il caldo del locale ci ha accolto avvolgente e colorato, le sale piene vociavano di chiacchiere, samba e risate. I camerieri sorridenti e gentili ci hanno accompagnato dal primo saluto; la cordialità e la passione di alcuni di loro ci hanno guidato nella scelta dei piatti e sul modo in cui fosse meglio gustarli. Le divise dalle stampe tropicali si mescolavano alle pareti e i colori vivacissimi erano attenuati solo dalla luce soffusa di poche lampade al piano superiore del locale. Abbiamo ordinato involtini di pesce crudo e scottato, guarnito con salse piccanti o alla frutta esotica, assaggiato gamberi rossi crudi freschissimi e coni di alghe riempiti di pesce crudo, riso e guacamole. La qualità delle materie prime si coglieva al primo assaggio e i sapori particolari di una cucina nata dall’incontro tra diversità si sprigionavano a poco a poco: mai prevedibili, mai uguali. Tutto scelto insieme, tutto da condividere per poter assaggiare più piatti possibili. L’attesa dei piatti è stata lunga, dovuta forse alla grande quantità di persone che gremiva il locale. Tra un pettegolezzo e un discorso importante abbiamo aspettato e, finalmente, assaggiato l’ampia varietà dei piatti proposti. I prodotti offerti sono talmente vari e complessi che la carta ne risultava di difficile lettura e la scelta poco agile. Tuttavia, ci siamo destreggiate tra la varietà e particolarità della cucina proposta e i gusti di ciascuna sono stati soddisfatti.
Creatività, gioia, sapore e ingredienti di alta qualità. Temakinho ha mantenuto tutte le sue promesse, nel sorriso dei camerieri, le chiacchiere scherzose passando tra i tavoli, i cocktail esotici e il cibo gustoso e bellissimo; ma soprattutto ha mantenuto la promessa che, chi organizza una cena in compagnia delle proprie amiche, si porta “da casa”: un luogo per stare insieme, a tavola, gustando la bellezza della propria amicizia. Tre ragazze dalla vita frenetica, sedute per due ore attorno a un tavolo, tra i colori, la musica e il cibo, atteso, ma squisito. Abbiamo riso, scherzato, parlato delle cose più intime e preziose che stiamo vivendo. Abbiamo mangiato assaporando ogni boccone dal gusto unico e nuovo, come quel riconquistato momento di compagnia semplice e sincera, senza orari né cartellini da timbrare.
Cristina Picariello
[1] www.temakinho.com