La delega è un principio:
- organizzativo perché rende più efficienti i processi lavorativi.
- Formativo perché fa crescere professionalmente i collaboratori.
- Innovativo perché spinge le persone a trovare, proporre, realizzare soluzioni dando fondo alla propria creatività.
- Imprenditoriale perché “obbliga” a raggiungere obiettivi con risorse limitate utilizzando tutta la propria intraprendenza.
Teniamo a mente questa definizione per rispondere ad una ad una alle ragioni della non-delega confidate da alcuni imprenditori e manager che vi avevamo mostrato nella prima parte dell’articolo.
- “Non delego perché non ho collaboratori all’altezza dei compiti, degli obiettivi e delle responsabilità che mi competono!”
La delega è proprio l’operazione aziendale che più fa crescere i collaboratori.
- “Non delego perché la parte dei compiti e degli obiettivi che vorrei delegare è cosi connessa al resto dei miei compiti ed obiettivi che non è separabile ed affidabile ad altri”.
Occorre semplicemente che il collaboratore cui delegare si immedesimi con la totalità degli obiettivi/responsabilità/compiti del delegante, cosicché egli potrà gestire parte di compiti connessi ad altri che gestiscono altre persone.
- “Non delego perché serve troppo tempo a spiegare e faccio io che faccio prima, perché non ho tempo”.
Non c’è tempo perché non si delega e quindi c’è ancora meno tempo. È un circolo vizioso…
- “Non delego perché sono io che devo rispondere (al mio capo, al mio CdA, ai miei soci…) dei compiti, degli obiettivi e delle responsabilità specifiche che mi hanno assegnato e quindi di certo non posso perdere il controllo”.
Delegare non significa perdere il controllo.
DEFINIZIONE DI DELEGA: La delega è il processo attraverso il quale assegni ad altre persone l’incarico di svolgere delle attività e/o di raggiungere degli obiettivi e/o di assumere delle responsabilità specifiche. Il delegante mantiene la responsabilità ultima di tale attività, obiettivi, responsabilità specifiche (se il «delegato» fallisce, non potrai semplicemente dire «è colpa sua»).
- “Non delego perché se poi quello a cui delego fallisce, ne vanno di mezzo tutti”.
Presto ne andranno di mezzo tutti proprio se non si delega, perché i collaboratori non cresceranno e non potranno gestire complessità crescenti garantendo il futuro dell’azienda; il tempo – risorsa costosissima e sempre scarsa – si esaurirà in fretta e né capo né collaboratore potranno esercitare fino in fondo la propria responsabilità rendendosi così complici del fallimento che tanto preoccupa chi per questo motivo non delega.
- “Non delego perché se poi quello a cui delego diventa più bravo e veloce e più a buon mercato di me, io che farò?”.
Nessun allenatore vincente viene mai licenziato, ogni manager bravo a delegare fa carriera e viene riconosciuto da molti come maestro e leader, anche da quelli “più bravi” di lui.
- “Non delego perché i miei collaboratori non si immedesimeranno mai come me negli obiettivi aziendali”.
Una delle maggiori cause per le quali le persone non si immedesimano negli obiettivi aziendali è perché non partecipano al loro raggiungimento secondo compiti e responsabilità crescenti… In una parola: non ricevono deleghe impegnative.
- “Non delego perché sono vent’anni che guido io e star nel sedile di destra mi fa venir l’ansia e sto male…”.
Il fatto che non si sia mai delegato efficacemente per anni e anni, non è un buon motivo per continuare a non delegare.
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