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SONDAGGIO SNEAKERS LIDL: VINCONO I NO GRAZIE!

Perché?

Il 65% dei lettori di News & Customer Experience che hanno partecipato al sondaggio non comprerebbero le sneakers della Lidl. Se i lettori del nostro Magazine rappresentassero l’universo dei consumatori italiani (ma, ovviamente, non è così) alla Lidl brinderebbero, perché il successo delle loro sneakers sarebbe ancora più vistoso se più di un terzo degli italiani si mostrasse sulle vie dello shopping natalizio con ai piedi le “gialloblù” del momento. Quindi: complimenti! 

Risultati del sondaggio: https://newsandcustomerexperience.it/2020/11/27/partecipa-al-sondaggio-lidl-si-grazie-o-no-grazie/

In realtà, nonostante la domanda del sondaggio fosse chiara ed esplicita (“le compreresti?”), è facile notare come il referendum fosse circa l’approvazione o meno dell’operazione di marketing sottesa al tutto. Non a caso gli stessi inviti a votare pro o contro, contenuti nei due articoli dei nostri bravi Francesca Caputo e Andrea Telesca, facevano riferimento, positivo o negativo, all’operazione più che alle scarpe stesse, ignorate nelle ragioni del sì e appena accennate in quelle del no.

Certamente la grande maggioranza dei nostri lettori ama più la personalizzazione che la massificazione e ha approfittato del sondaggio per prendere posizione!

In effetti il “pensato e fatto proprio per te” è il motivo per il quale, ancora oggi, quasi due terzi del pianeta Terra rimane a bocca aperta ad ammirare le “cose” che gli italiani fanno. Da queste “cose” (che siano cucine, vestiti, accessori, mobili, penne, giardini, case, spaghetti, musica, vino… ma anche macchine utensili o lavorazioni del vetro e chi più ne ha più ne metta…) “esce” una bellezza che non si sa mai se scriverla con la b minuscola o maiuscola.

Da secoli, in particolare dalla diffusione dei monasteri benedettini, questo “pensato e fatto apposta per te”, lo abbiamo nel sangue: i monaci, clienti esigentissimi, chiedevano agli operai e artigiani degli inospitali luoghi che sceglievano per i loro insediamenti, di produrre attrezzi agricoli personalizzati e adatti ai diversi tipi di terreno da preparare, insomma “personalizzati”.

Il “non per tutti, ma per te”, che avrebbe poi conquistato “tutti” nasce qui, con radici così profonde che arriva fino… al nostro sondaggio attraversando tutte le vicende della storia, virus compreso.

l Versace, i Ferragamo, i Pomellato, i Ferrari, i Brunello…. di Montalcino, ma anche l’idraulico e il falegname sotto casa, sono figli consapevoli o meno di questa concezione immedesimata col cliente, fino a sentirne su di sé i bisogni, i desideri, e le aspettative e con essi ciò che all’uomo è indispensabile per vivere, come il pane: la bellezza. Bellezza che sa rinnovarsi in continuazione di novità in novità.

N.B.: a proposito di andare di novità in novità… Iscriviti alla Newsletter di News & Customer Experience e riceverai l’invito a partecipare a “Chi si stupisce innova”, viaggio dallo stupore all’innovazione con il contributo di… Gilbert Keith Chesterton, Thomas Stearns Eliot, Ferenc Fricsay, Giacomo Leopardi, Eugenio Montale, Cesare Pavese, Luigi Pirandello, Sylvia Plath, Giuseppe Ungaretti, Vincent Van Gogh, ed altri…

PARTECIPA AL SONDAGGIO: LIDL SI’ grazie o NO grazie?!

Compri le sneakers della Lidl?

Nell’articolo troverai un confronto acceso, quali sono le ragioni del sì e quali le ragioni del no.

SNEAKERS LIDL

PERCHE’ SI’

  1. Sì: Pop Culture

In ciascuno di noi vive un Andy Warhol! Le sneakers Lidl ci fanno rivivere lo spirito della cultura pop. Siamo stufi della ricercatezza. Mentre prima eravamo tutti orientati a distinguerci in una massa fluttuante nel mondo, oggi desideriamo unirci, creare un movimento che riallacci la distanza sociale che intercorre tra ciascuno di noi. Come? Omologandoci… e chi lo dice che l’omologazione sia per forza negativa? Poi, se invece volessimo criticare i colori? Ma alla fine sono così Pop, tanto che persino gli artisti si sono lasciati ispirare.

 
Antonio Natale, 2020, Minotaur, acrilico su 12 banconote originali provenienti da varie parti del Mondo, mm.395×290

2. Sì: Lidl, azione Robin Hood

Il Lidl è un supermercato che promette la migliore qualità al miglior prezzo… solitamente, le persone benestanti non badano a spese, la willingness to pay elevata non pone il miglior prezzo come driver. Anzi, il prezzo è indice di uno status symbol, più è alto, più è desiderabile l’oggetto. Un ragionamento poco comune alle persone “normali”… Fatico, infatti, ad immaginare i super-ricchi recarsi al supermercato per andare a comprare le scarpe, me li immagino piuttosto in via Montenapoleone, in via Condotti… dove il Lidl si osserva con il binocolo. Allora beati coloro che, anche ingenuamente, abbiano deciso di acquistare le scarpe a poco più di 10 euro. Ora i ricchi le vorranno a tutti i costi (perchè costano tanto e sono in edizione limitata… si tratta di vere e proprie fashion victim) e verranno a comprarle sul mercato secondario a prezzi stellari dalla mamma con 5 figli, dal papà in cassa integrazione, dallo studente universitario con le finanze risicate e da chiunque in questo periodo sia in difficoltà. Lidl ha regalato qualcosa di meravigliosamente straordinario mettendo in scena un’azione alla Robin Hood.

3. Sì: operazione marketing zero spese

Le operazioni di marketing costano e spesso è complesso calcolare il ritorno effettivo, monetizzare il risultato della comunicazione. Ma si sa, l’immagine, il brand… per essere il numero uno, deve essere sulla bocca di tutti. Allora, ecco lo straordinario…! Nessuna modella da cachet stellari, nessun effetto speciale, nessuna campagna ridondante in televisione. Sono bastate un paio di scarpe, una concretezza che ci raggiunge, in un mondo ormai ossessionato dal digital. Grazie Lidl, perché ci hai ricordato che la realtà, nonostante tutto, esiste e non vediamo l’ora di poterla tornare a calpestare camminando, muovendoci… è un presentimento di libertà quello che lasciano trasparire queste scarpe… Probabilmente, quando tutto sarà passato e dovremo ripartire non più correndo, ma volando, aspetteremo di poter comprare le “ali” di Lidl a meno di 15 euro.

Anche se a metterci le Ali… ci aveva già pensato RedBull… ma per così poco! Forse conviene provarle…

Andrea Telesca


PERCHE’ NO

  1. No: Fedez, non mi inganni

Creare un prodotto di design e venderlo ad un prezzo low-cost, ma in tiratura limitata: sembra un’operazione di marketing vicina alle persone, quasi democratica, ma l’apparenza è quanto mai lontana dalla sostanza e, di fatto, non c’è nulla di più snob – nella sua accezione peggiore, quella finto-naïf – di una scarpa Lidl.

L’apparente diffusa accessibilità si scontra con la difficoltà, di fatto, di avere il prodotto. E l’utilizzo di influencer come Fedez ne aumenta il valore percepito. Ecco il meccanismo diabolico, per quanto efficace: sbilanciare il rapporto tra il costo e il valore, come se si trattasse di un’opera d’arte.

2. No: non cado nella trappola del “diversamente ricco”

Le code che abbiamo visto di fronte ai supermercati di tutta Italia non erano di persone incantate dalla straordinaria bellezza delle scarpe, né di sportivi convinti che quelle sneakers miglioreranno le loro prestazioni. Del resto, esclusi i contenuti social di qualche instagrammer, ne avete mai visto in giro un paio? Le persone che hanno acquistato queste scarpe, per la stragrande maggioranza, l’hanno fatto col pensiero di potersi arricchire con una becera operazione di reselling: acquisto oggi un prodotto che andrà rapidamente esaurito e lo rivendo domani, online, a un prezzo 10, 50 o 100 volte superiore.

E a chi lo venderanno? Non certo ai ricchi. I ricchi non fanno code e non fanno aste online per un paio di scarpe Lidl. Le venderanno agli influenzati dagli influencer: ragazzini e ragazzine, che supplicheranno i loro genitori di spendere una follia per farli sentire dalla parte giusta.

 3. No: Oggi è di moda, ma in futuro?

Possiamo dire che le scarpe Lidl sono talmente brutte da sembrare belle? È un po’ così: queste scarpe hanno un discutibile abbinamento di colori, sono ostentatamente cheap e, per quanto Lidl possa permettersi di vendere sottocosto, non hanno senso d’esistere a livello tecnico.

Oggi indossarle può essere di moda e sicuramente possono essere ritenute divertenti. Ma in un futuro prossimo, quale sarà il destino di queste scarpe? Probabilmente resteranno per un po’ sulla breccia, salvo poi cadere nel dimenticatoio e far apparire chi le ha acquistate a prezzi insensati, più citrulli che fashion victim. E allora moriranno sugli scaffali degli – oggi – fortunati acquirenti, che probabilmente le guarderanno riluttanti e penseranno: “ma che cosa mi è mai passato per la testa?”.

Chi vivrà, vedrà.

Francesca Caputo

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