Tag archive

Fast Fashion

LA TRIMESTRALE DEL CLIENTE

Qualcosa di semplice per portare davvero la cultura del cliente nella tua impresa

«Ho sempre desiderato dimostrare che nessun lavoro, nelle nostre imprese, è davvero a impatto zero per l’esperienza del cliente: o la migliora o la deteriora. Tutti rispondono: “Certo!”, ma sotto sotto pensano sia una esagerazione, un modo per dire che tutti devono essere orientati al cliente. La Trimestrale del Cliente invece mostra puntualmente dove, come e quanto i risultati del tuo “settore” influiscano sull’esperienza del cliente nel suo viaggio con la tua impresa, ovviamente al fine di migliorarla.

“Non c’è comunicazione adeguata fra settori e parti dell’azienda, mancano informazioni, obiettivi condivisi e confronto”. Davanti a questa ricorrente “denuncia”, a nulla servono le promesse di realizzare meeting di collegamento per comunicare fra uffici, settori, direzioni…: nessuno riesce a unire ciò che nasce diviso! In grado di “unire” i settori aziendali è proprio l’esperienza del cliente: la dashboard e il meeting trimestrale pongono questa unità come dimostrata “pretesa” del cliente.

Così come il cliente non è proprietà dei commerciali e dei venditori, ma di tutti coloro che influiscono sulla sua esperienza, ovvero TUTTI, così l’analisi dei dati non è affare solo degli analisti! Di troppi dati si può “morire”: quali sono davvero quelli essenziali, “incontestabili” e che danno una visione sintetica dello stato di salute che i nostri clienti attribuiscono alla nostra impresa? Se i dati servono a conoscere la realtà, per lavorare coi dati occorre quindi un grande amore alla realtà per quello che essa è, e non “per quello che io pensa che sia”. La Trimestrale del Cliente parte da questo amore alla conoscenza della realtà che è parte essenziale dell’amore al lavoro.

Con una bravissima collega analista, Valentina Romagnoni, e con l’aiuto di studio, occasioni e casi di lavoro, abbiamo trovato un’idea semplice. La semplicità è una complessità risolta e questa “trimestrale” aiuta ad affrontare l’enorme complessità di questi tempi in cui molti sono chiamati a innovare, sperimentare e riprogettare la propria offerta».

Buona Trimestrale!
Mario Sala


VELOCE E BENE VANNO INSIEME

Abbiamo recentemente scritto di come in un’incredibilmente piccola quantità di tempo, la tecnologia abbia cambiato in modo sconvolgente come le persone richiedono e ricevono prodotti, servizi e informazioni (leggi qui). Le aspettative del consumatore sono evolute nel riflettere l’immediatezza e l’urgenza come componenti chiave di servizio e affidabilità. Siamo diventati una cultura che si aspetta che interazioni e comunicazioni avvengano (quasi) in real time e in modo comodo, in qualunque settore, in qualunque ambito. Ma è davvero tutto qui? È davvero solo la velocità l’esigenza del consumatore di oggi?

hmNo! Ricordate quando Zara e H&M erano considerati brand, sì, veloci, sì, economici, ma anche di scarsa qualità? E ricordate quando, a un certo punto (era il 2004), H&M iniziò diverse collaborazioni con gli stilisti più famosi che ne firmavano le collezioni? Il primo fu Karl Lagerfeld, direttore creativo di Chanel e Fendi: il successo fu talmente grande che inaugurò un trend al quale si sono adeguati successivamente i migliori marchi Fast Fashion e, a catena, tutti i business fast, ribaltando quella concezione per cui “fast” era sinonimo di bassa qualità.

Un altro esempio emblematico è quello della ristorazione.

Negli anni Novanta il Fast Food aveva pienamente risposto all’esigenza di velocità del consumatore moderno: velocità di preparazione, di servizio e di consumo erano le caratteristiche vincenti del segmento, alle quali si univano una qualità media dei prodotti e un prezzo decisamente economico. Con il passare del tempo, il consumatore ha iniziato a non fare più sconti alla velocità, desiderando (pretendendo, dicono alcuni) il meglio, la qualità vera, anche se in una manciata di minuti. È cresciuto così il Fast Casual, un segmento che è andato a posizionarsi tra il Fast Food e il Fine Dining, un tipo di ristorazione che unisce la rapidità e la praticità del servizio fast a una qualità di cibi, ambienti e servizio molto premianti. Il Fast Casual permette una pausa veloce, con cibi preparati al momento, utilizzando ingredienti di alta qualità, talvolta serviti al tavolo in location curate nei dettagli (approfondisci qui).

Si tratta di un segmento che, nonostante la sua “giovinezza”, in America sta conquistando porzioni molto significative del mercato, sviluppandosi soprattutto nelle città, dove, è ovvio, è più alta la concentrazione di domanda.

londonTutto questo – velocità e qualità, nel 2012, ha avuto un’ulteriore profonda accelerazione di competizione: basta fare un giro a Londra, o a Parigi, ma anche a Milano! Siamo in quella che la Forrester Research (istituto leader nella ricerca sui consumatori) chiama l’Era del Cliente: il cliente è più informato, più esigente, ha accesso a una grande varietà di offerte in modo estremamente facile e veloce, aiutato anche dalla tecnologia. Un cliente che fa sua la prerogativa di libertà e di potere di scelta, obbligando aziende e brand a riconquistarlo ogni volta perchè lui non sceglie mai per sempre e una volta per tutte.

Velocità, qualità, libertà di scelta: questi i temi che Italian Customer Intelligence approfondirà in una pubblicazione di prossima uscita.

Stay Tuned!

DAL PENDOLINO ALL’ALTA VELOCITÀ: SE IL MONDO VA SEMPRE PIÙ DI CORSA…

Nel 2030 la popolazione mondiale si aggirerà tra i 7.8 e gli 8.5 miliardi. La metà vivrà nelle città – stiamo parlando di cifre intorno ai 4 miliardi di persone! – e genererà l’81% del consumo globale, ben il 91% della crescita del consumo globale nel periodo 2015-2030.

Una direzione ben chiara che la dice lunga sull’attenzione sempre più grande che è necessario dare al moderno consumatore metropolitano.

immagine1Vi ricordate quei giorni in cui, se avevate bisogno di parlare con qualcuno (che fosse un amico o il servizio clienti di qualunque azienda), dovevate aspettare diverso tempo per ottenere una risposta? Voi chiamavate, la persona che cercavate non era in casa, lasciavate detto che vi richiamasse e dovevate sperare di essere in casa voi quando avrebbe richiamato. Oppure l’attesa del servizio clienti era di quelle che vi obbligavano a tenere il telefono di casa in vivavoce (se avevate la fortuna di avere quel tipo di apparecchio che vi consentisse questa operazione) per permettervi di fare altro mentre il ritornello musicale passava decine e decine di volte… Oppure ricordate quando per andare da Milano a Roma ci volevano 6 ore con il pendolino? Oppure quando volevate documentarvi su qualche cosa dovevate recarvi presso qualche libreria e biblioteca e sfogliare lunghe bibliografie e interi tomi alla ricerca dell’informazione di cui avevate bisogno?

Sembrano passati secoli, in effetti. Se ci riflettiamo, però, e se ci guardiamo un attimo intorno, ci accorgiamo che il panorama socio economico negli ultimi anni ha iniziato a proporci cose come…

Insomma, il mondo va sempre più veloce, è evidente! È tanto evidente che questa tendenza viene segnalata da diverse ricerche che a diverso titolo e a livello globale indagano le esigenze e aspettative dei consumatori odierni nei confronti delle aziende con cui si interfacciano.  La tendenza del consumatore, oggi, è quella di richiedere sempre più velocità e immediatezza di risposta. Un trend che, senza timore, possiamo definire un paradigma, nel senso di criterio, metro o metodo con il quale il cliente valuta la globalità della società contemporanea e in essa l’offerta di prodotti e servizi che, non dimentichiamoci, sta sviluppandosi sempre di più nelle grandi città.

Ecco, il paradigma da cui vogliamo partire oggi è proprio questo: in un’incredibilmente piccola quantità di tempo, la tecnologia ha cambiato in modo sconvolgente come le persone richiedono e ricevono prodotti, servizi e informazioni. Le aspettative del consumatore sono evolute nel riflettere l’immediatezza e l’urgenza come componenti chiave di servizio e affidabilità. Siamo diventati una cultura che si aspetta che interazioni e comunicazioni avvengano (quasi) in real time e in modo comodo, in qualunque settore, in qualunque ambito. Ma è davvero tutto qui? È davvero solo la velocità l’esigenza del consumatore di oggi?

Ne parlerà Italian Customer Intelligence in una pubblicazione di prossima uscita tutta da scoprire!

Stay Tuned!

IL MODERNO CONSUMATORE METROPOLITANO È SEMPRE PIù FAST

Esce di casa la mattina e ritorna solo alla sera. La sua giornata la trascorre in città, in una grande metropoli: New York, Londra, Parigi, Milano. Decidete voi, scegliete quello che preferite. Ma prestate attenzione e non perdetelo di vista. Il cliente metropolitano cammina con passi da gigante, si muove in fretta. Ogni giorno attende l’autobus o il treno del metrò. Quando sale sul suo mezzo comincia a contare le stazioni che lo separano dalla sua fermata.

Legge, si guarda intorno: il pensiero fisso al tempo che passa, al tempo che scorre, al tempo che è sempre troppo poco.

Qualcuno è un po’ più fortunato. Qualcuno ha la libertà di prendere la propria auto. Ma questo non significa che per pranzo o cena tornerà a casa. È una regola. Esce di casa la mattina e fa ritorno solo la sera. È abituato a consumare più di un pasto fuori casa. Vive all’ombra del suo ufficio. Nelle orecchie ha il trambusto dei clacson e lo sferragliare dei tram.

Per cinque giorni su sette obbedisce alla legge della mobilità. Ufficio-casa, casa-ufficio. Nella testa, più che l’alternarsi delle stagioni, dei mesi, delle settimane, dei giorni o delle ore, ha l’incedere dei minuti: il tempo è sempre troppo poco ed è diventato per lui una risorsa preziosissima e quasi introvabile. Non si tratta di uno sfortunato pendolare, ma di una delle 4 miliardi di persone che nel 2030 abiterà in una metropoli.

È il moderno consumatore metropolitano e per lui tutti i business si stanno trasformando in “business fast” (e se ancora non lo stanno facendo, sono già in ritardo).

Ma è davvero tutto qui?

Ne parlerà Italian Customer Intelligence in una pubblicazione di prossima uscita tutta da scoprire!

Stay Tuned!

FAST FASHION: LA COMPETIZIONE SI GIOCA SU RELAZIONE, IMMEDESIMAZIONE E FATTORE UMANO

AAA PERSONE INFLUENZABILI CERCASI: LA CUSTOMER EXPERIENCE E’ UNA QUESTIONE DI METODO E IMMEDESIMAZIONE. LA RISPOSTA DI TEDDY500, LA SCUOLE D’IMPRESA DEL GRUPPO TEDDY, LEADER DEL SETTORE FAST FASHION, ALL’ARTICOLO DI MARIO SALA.


teddyA margine del Consumer & Retail Summit, tenutosi a Milano il 4 ottobre presso la sede de Il Sole 24Ore, la riflessione continua.

Abbiamo partecipato come relatori della tavola rotonda con a tema le nuove frontiere del Fast Fashion, durante la quale si è discusso approfonditamente di e-commerce e di omnicanalità, una sfida che tocca da vicino i player del nostro settore (e non solo!). Continuando a riflettere dopo il proficuo scambio avvenuto con gli atri partecipanti, ci siamo resi conto che c’è anche un’altra frontiera, almeno per noi, sui cui lavorare tanto per i prossimi anni e che sentiamo urgente, soprattutto pensando alla nostra cultura aziendale: si tratta della frontiera della relazione, dell’immedesimazione e del fattore umano.

nyt_1989_fastfashion-1Ma che cosa c’entrano, esattamente, questi temi nel mercato del Fast Fashion, termine usato per la prima volta dal New York Magazine in occasione dell’apertura di un negozio Zara a New York (vedi foto a lato)?

C’entrano perché oggi il mercato si deve confrontare con clienti sempre più esigenti e infedeli: l’effetto sorpresa di marchi che propongono un buon prodotto a un prezzo conveniente è ormai svanito e non è più l’elemento distintivo vincente. La sfida di oggi, invece, è avere successo rispondendo alle esigenze del consumatore, trovando il modo di fare la differenza in un mondo dove la competizione è globale.

Se dovessimo dare una definizione a questo momento potremmo chiamarlo l’Era della Relazione.

Cercando un elemento fondante e di forte unicità che accomuni i brand del Gruppo Teddy (Rinascimento, Calliope, Terranova e MissMiss), la risposta cade proprio nella parola “relazione”, intesa come capacità di immedesimazione, di coesione e di comprensione. La relazione è alla base (e caratterizza profondamente) il dna della nostra azienda.

È grazie alla relazione che teniamo compatta una filiera fatta di imprenditori a ogni latitudine del pianeta, dagli affiliati sauditi ai fornitori di prodotto cinesi, dallo store manager russo al rappresentante spagnolo.

È grazie alla relazione che cerchiamo sempre di più di far sentire i nostri clienti accompagnati, mai soli, compresi, ascoltati, soddisfatti. Ogni brand, evidentemente, ha poi il proprio stile, ma sono tutti accomunati dall’obiettivo finale di creare un’affezione, un rapporto, una relazione, appunto.

Alcuni esempi pratici di relazione strategica:

– Abbiamo stretto una partnership con gli affiliati per l’e-commerce affinché fosse un’impresa condivisa con un grande scopo comune: servire sempre al meglio il nostro cliente.

– Abbiamo tre sistemi di loyalty con più di 2 milioni di clienti attivi e profilati.

– Una strategia di comunicazione che punta a fare una quotidiana compagnia a chi ha deciso di stare con noi sui vari social, piuttosto che grandi azioni di advertising.

In questa Era della Relazione che stiamo vivendo, dunque, la leva strategica di competizione, il fattore distintivo, deve essere la relazione basata sulla capacità di immedesimazione, innanzitutto con il cliente.

Questa caratteristica è tipica degli imprenditori: Teddy è un’azienda che fa della tensione imprenditoriale delle persone, innanzitutto dei suoi collaboratori, l’unico reale valore aggiunto, l’unico elemento in grado di fare la differenza sul mercato. Tra di noi, chiamiamo questo concetto “essere imprenditori di se stessi” e su di esso lavoriamo costantemente e assiduamente: la nostra scuola di formazione manageriale interna (con 200 manager-studenti) punta tutto sullo sviluppo di questa capacità proattiva di cambiamento, di fiducia nelle proprie intuizioni, di desiderio di capire le esigenze di chi si incontra, a partire dal cliente. Siamo convinti, infatti, che questo atteggiamento, questa capacità di relazione li renderà felici e fedeli nel tempo.

Questa per noi è l’altra grande frontiera del nostro fast fashion.

Per rileggere l’articolo AAA Persone influenzabili cercasi, clicca qui.

Se volete sapere di più su di noi e il Gruppo Teddy potete cliccare qui, o seguirci su Twitter Linkedin.

OVIESSE E LA SUA STRATEGIA PER UNA CUSTOMER EXPERIENCE OMNICHANNEL

Logo OVS SpAOviesse è nota al mondo del Fast Fashion (quel segmento del settore moda caratterizzato dalla velocità di disegno, produzione e lancio sul mercato di piccole collezioni al ritmo di qualche settimana) per la rivoluzione innovativa che ha voluto dare alla sua offerta di Customer Experience in termini digitali e omnichannel a partire dal 2014, con l’apertura di un Flagship Store in Via Dante a Milano. Alla vigilia dell’inaugurazione, Stefano Beraldo, Amministratore Delegato di Gruppo Coin del quale Oviesse fa parte, afferma: “Questo bellissimo negozio segna una svolta nel percorso di OVS che trasforma la sua connotazione ‘industry’ ed evolve, affermando definitivamente il passaggio da selezionatori-produttori ad autori”.

Oviesse vuole ritagliarsi un ruolo più importante nella relazione con il suo cliente, prendendo in mano l’intera esperienza che può offrirgli lungo il Customer Journey. La strada che ha scelto è quella di una strategia omnicanale proponendo, negli ultimi anni, soluzioni sempre più all’avanguardia nell’ottica di una Customer Experience capace di integrare fisico e digitale in modo coerente e senza soluzione di continuità. Lo store di Via Dante apre la strada a una esperienza tutta nuova per il cliente internazionale che percorre le vie del centro milanese.

Grazie alla collaborazione con Google Enterprise (annunciata nel Maggio del 2014), lo store, che si estende su 900 metri quadrati e su tre piani, suggerisce l’uso di diversi dispositivi, a partire dagli Interactive Kiosk, totem  interattivi touchscreen dove il cliente può consultare il catalogo, collegarsi alla piattaforma ecommerce per effettuare acquisti tramite carta di credito o per verificare la disponibilità di un prodotto (riconosciuto tramite apposito lettore ottico) in altri punti vendita.

ovs magic fitting roomI Magic Fitting Room dispongono di monitor touchscreen che consentono di avere una visuale del capo indossata non solo di fronte, ma anche dietro, chiedere una taglia diversa al personale (scansionando il codice a barre del capo), visualizzare informazioni sul prodotto e sulle policy di privacy. Un’interazione tra il monitor, l’App OVS e la piattaforma Google Cloud, poi, consente di condividere i propri “selfie-look” sui social network.

Ciliegina sulla torta della nuova “OVS Digital Experience”: assistenti di vendita muniti di Ipad per seguire e aiutare al meglio i clienti e un servizio di “click&collect”, per ordinare online e ritirare gratuitamente il capo scelto in qualunque negozio della rete.

OVS DIGITALMa questo non è che l’inizio: nel frattempo, Oviesse ha alzato l’asticella aprendo, nel Settembre del 2015, un nuovo Flagship Store in Corso Buenos Aires a Milano, disposto su 2.860 metri quadrati di superficie, con lo stesso concept di quello di Via Dante. Inoltre, ha ulteriormente implementato le soluzioni di engagement lungo tutto il viaggio dei propri clienti, spaziando dalla gamification (una vera e propria caccia al tesoro con i Google Glass alla ricerca delle ultime novità in assortimento), a operazioni di proximity marketing (con l’App OVS, chi si troverà vicino uno Store Oviesse verrà invitato a entrare in negozio per vedere le novità e le promozioni messe a sua disposizione), passando per il programma fedeltà della OVSCard, fino al Photo Gift, corner interattivo che permette a grandi e piccini di personalizzare attraverso delle fotografie i propri capi, o alla possibilità di un virtual tour dei negozi attraverso Google Street View.

ovsdigitalpaymentL’ultimissima novità di Casa Oviesse in termini di Digital Experience (lanciata proprio in occasione dei saldi estivi) è l’introduzione, in alcuni store, del servizio di pagamento con smartphone in modalità contactless: intercettando un trend nascente individuato dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano (approfondisci qui), OVS dà ai suoi clienti la possibilità di fare shopping senza contanti e carte di credito, avvicinando semplicemente lo smartphone al terminale POS, utilizzando una carta di credito contactless o una App.

Le strategia di rivoluzione dell’esperienza proposta ai propri clienti in chiave omnichannel ha valso a Oviesse il premio conferito nel 2015 da Demandware, società leader nelle soluzioni di cloud commerce per le imprese quotata al New York Stock Exchange, per l’innovazione nella Customer Experience.

La strada per una Customer Experience perfetta è ancora lunga, ma Oviesse sembra stare al passo con i tempi e con i ritmi incalzanti delle trasformazioni delle esigenze e dei desideri del cliente dell’Era del Cliente. Intanto, l’apertura di altri store che seguono questo format si fa sempre più insistente (Torino, Ravenna e il nuovissimo shopping center “Il Centro” di Arese, solo per citarne alcuni), e dall’azienda arrivano notizie sui primi risultati di questa strategia: un incremento dell’81% del traffico sul sito internet, un aumento del 345% dei fan su Facebook e del 70% dei follower su Twitter, e una chiusura dell’anno 2015 con un fatturato che sfiora i 1.320 milioni di Euro, in crescita del 7,5% rispetto l’anno precedente.

Go to Top