“Cari Ferreriani…”. Inizia così la lettera inviata a tutti i 34 mila dipendenti della grande famiglia Ferrero in occasione dei 70° anniversario dell’azienda. Era il 14 maggio 1946 quando veniva registrata l’azienda Piero Ferrero & C di Alba. Oggi, come ha scritto Giovanni Ferrero, l’azienda ha un fatturato che supera i 10 miliardi di Euro, garantendo il terzo posto nella classifica mondiale e delle multinazionali nel settore dolciario del cioccolato.
Perché vogliamo parlare di Ferrero? L’azienda della Nutella, dei Kinder, dei Rocher è un case history che da qualche anno ritorna spesso nei seminari della nostra scuola d’impresa, in particolare dopo la splendida intervista di Mario Calabresi al signor Michele Ferrero. Ecco perché.
La Valeria al centro di tutto
Noi, in Teddy, la nostra cliente la chiamiamo da qualche anno Marinella. In Ferrero si chiama Valeria e guardate cosa dice il signor Michele riguardo a lei. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
“La Valeria è la padrona di tutto, l’amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare, che non devi mai tradire ma capire fino in fondo. (…) La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decide che Wal-Mart sia il più grande supermercato del mondo, che decreta il successo di un’idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. (…) La Valeria è sacra, devi studiarla a fondo, con attenzione e non improvvisare mai. Bisogna avere fiuto ma anche fare tante ricerche motivazionali”.
(Michele Ferrero: “Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente”, La Stampa, 15 febbraio 2015)
Passione per il prodotto, fuoco per la creatività
È entusiasmante percepire la passione per il prodotto della Ferrero, una passione non fine a se stessa ma tutta rivolta al cliente, un vero fuoco che accende la creatività e l’innovazione. L’esempio della confezione del Kinder è paradigmatico in questo senso, una passione che fa scaturire la creatività e l’immedesimazione nel cliente.
“Prendiamo i Kinder Bueno. Apri la confezione e ti ritrovi lo snack dentro a un secondo incarto con una banda a strappo. Qualcuno si è mai chiesto perché? Dopotutto per l’azienda era una spesa in più. Semplice: Michele Ferrero pensava che bisognasse fare in modo che i bambini non si sporcassero le dita. Perché poi si sarebbero puliti nella maglietta e la mamma avrebbe avuto un capo in più da lavare”.
( Il braccio destro di Ferrero: «Visitava i supermercati in incognito», Corriere della Sera, 17 febbraio 2015)
Per crescere, per vincere, per costruire un sogno bisogna…
Essere imprenditori! Nella lettera inviata ai dipendenti Giovanni Ferrero non si ferma tanto a elogiare il passato ma guarda al futuro, “all’opportunità di raggiungere ancora più persone e più mercati in tutto il mondo”, “al mercato che evolverà rapidamente”, a quello che si potrà “fare per rendere la forza dei nostri marchi accessibile a chiunque”. Attenzione al mercato, ai clienti e obiettivi grandi verso cui condurre le persone. Alcune delle caratteristiche dell’imprenditore rispetto alle quali anche noi ogni giorno cerchiamo di educarci in azienda.
(La lettera di Giovanni Ferrero a tutti i dipendenti per i 70 anni dell’azienda, La Stampa, 14 maggio 2016)
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