A PARIGI NASCE UNA LIBRERIA D’ALTA MODA

L’atelier letterario di Louis Vuitton

Con l’ausilio della nostra penna conduciamo i lettori nel cuore di Parigi, più precisamente nell’elegante quartiere di Saint-Germain-des-Prés. Un vero e proprio fiore all’occhiello della capitale francese. Qui le vie sono fiancheggiate da gallerie d’arte, eleganti case in stile parigino, locali d’alta cucina e sfarzosi cafè. Tra la ricercatezza di questi ambienti trova posto quella boulevard un tempo tanto amata da Jean-Paul Sartre e Samuel Beckett. Certo, oggi non possiamo incontrarli passeggiare – con gli occhi pensanti – sotto la luce giallastra dei lampioni a gas. In questi luoghi, però, i libri e la letteratura occupano ancora adesso un posto d’onore. Le librerie non si riescono a contare, mentre lungo le rive della Senna è facile scorgere dei caratteristici mercatini di libri usati. I bibliofili più appassionati, poi, non possono non sedersi ai raffinati tavolini del Flore, il celebre cafè dove, di frequente, usavano ritrovarsi gli scrittori del passato.

Non di meno – come è ben noto – Parigi risplende nel panorama mondiale per le sue rinomate boutique d’alta moda. Insieme a New York, Londra e la nostra Milano è, infatti, considerata una delle “big four” (ovvero le quattro grandi capitali della moda). Tra i tanti brand del settore che hanno trovato i loro natali ai piedi della Tour Eiffel possiamo menzionare Chanel, Yves Saint-Laurent, Louis Vuitton.

Proprio nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, di fianco al Cafè de Flore, trova posto uno degli store di punta di Louis Vuitton, un astro che brilla sulla riva sinistra della Senna.

La boutique – dopo decenni e decenni di ininterrotta attività – a causa della pandemia di Covid19 che continua imperversare avrebbe dovuto calare i battenti sino a data da destinarsi. La maison francese, tuttavia, decisa a non darsi per vinta, ha trovato un modo al quanto originale per mantenere aperte le porte di questo rinomato atelier.

Quando la moda incontra i libri

Lo shop di Louis Vuitton di Saint-Germain-des-Prés è diventato una ricercata libreria temporanea che crea un connubio perfetto con gli ambienti letterari del quartiere parigino. La boutique ospita al suo interno dei pregiati volumi selezionati con cura dalla stessa maison. In più, accoglie l’intero catalogo (ad oggi comprendente più di cento titoli) delle edizioni che il brand francese continua a pubblicare da oltre un ventennio. Tra queste possiamo trovare le raccolte di viaggio (City guide, Travel book) e gli album fotografici (Fashion eye). La punta di diamante della collezione è rappresentata dai libri dedicati alle creazioni Louis Vuitton: si tratta di esclusive edizioni limitate che riportano la firma di celebri editori di fama internazionale.

La scelta adottata dallo store non è unicamente in linea con l’identità del quartiere in cui è collocato, ma rispecchia anche una peculiare sfaccettatura identitaria del brand di moda. Più di un secolo di storia, infatti, lega la maison all’ambiente letterario. Nel 1914, Gaston-Louis Vuitton (nipote del fondatore dell’azienda) istituì una grande sala di lettura in una prestigiosa boutique sugli Champs-Elysées. L’uomo era un fervente cultore di libri, di arte e letteratura, tanto che diede origine a tre associazioni bibliofile e istaurò fitte corrispondenze con diversi editori, illustratori e scrittori dell’epoca. Gaston, per l’azienda di famiglia, progettò dei bauli che fungevano da piccole biblioteche da viaggio.

Oggi il bookshop temporaneo di Saint-Germain-des-Prés offre ai propri clienti un’esperienza unica e sorprendente. Chiunque faccia ingresso nella boutique, infatti potrà intraprendere, per la prima volta, un caleidoscopico viaggio tra centinaia di opere librarie firmate Louis Vuitton e conoscere da vicino un affascinante aspetto – ancora a molti sconosciuto – di questa maison d’alta moda.

Nasce nel 1996 in una mite notte d’autunno. Trascorre la maggior parte della sua esistenza in un piccolo borgo siciliano dove per ammazzare la noia, fin da ragazzino, comincia a fare musica. Il basso elettrico e le bacchette della batteria sono le prime cose che mette in valigia quando all’età di diciotto anni si trasferisce a Bologna per studiare all’università. Si laurea al Dams ma passando le giornate in Via Zamboni scopre la vocazione per le parole, la morfologia e la sintassi, diviene così un linguista in erba. Dorme sotto il tetto accogliente di un collegio di eccellenza: il Camplus Alma Mater. Qui ricopre il ruolo di capo redattore per la rivista “Il Resto del Camplus”. La città dei portici, con le sue mille luci e le sue mille anime, diviene per lui una seconda casa, una caleidoscopica fucina dove poter dare sfogo alla sua instancabile indole creativa. Oramai alla città cantata da Dalla e da Guccini sente di appartenerci (o forse, al contrario, è la città che gli appartiene), ma con il cuore sempre saldo ai piedi dell’Etna.

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