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Monica Alvisi

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Monica è una studentessa di 22 anni al primo anno magistrale del corso di laurea in Lingue straniere e comunicazione internazionale presso l'Università di Torino. Attualmente risiede presso il Camplus Bernini, collegio di merito che le permette di crescere e mettersi in gioco. Monica ha deciso di combinare due sue grandi passioni: le lingue e la comunicazione pubblicitaria. Per questo è in costante analisi dei vari siti web e canali social dei brand e ha una gran voglia di raccontare le idee più curiose in cui si imbatte.

L’HAMBURGER PIÙ SCHIFOSO D’ITALIA

Quando il tone of voice si fa politicamente scorretto

Uno dei punti forti di Burgez, catena di fast food tutta italiana, è la sua comunicazione. Essa non si basa su un piano editoriale, bensì su una linea editoriale. Il marchio crede fermamente nel marketing istantaneo (Instant Marketing), nell’imprevisto e nella tanta originalità dei creators.

L’unicità di Burgez parte dall’ideazione e creazione di un logo sfacciato “Cerca di non tornare indietro, se puoi”, quasi a voler lanciare una sfida al cliente. Numerose sono anche le iniziative per gli ambienti offline, al di fuori del mondo social e web. Un esempio è la scelta di affiggere sui tram di Milano frasi come “L’hamburger di Burgez è il più schifoso di Milano“, un messaggio forte, che attira la curiosità e sposta l’attenzione del cliente dal prodotto al brand.

Un dna comunicativo che ha senza dubbio due parole chiave: incisività e irriverenza.

Importante anche la scelta di co-branding con il cantante Coez in occasione dell’uscita dell’album “È sempre bello”. La frase “È sempre bello averti intorno” è stata utilizzata in occasione della collaborazione come slogan del brand. Frase non scelta a caso, come si può immaginare.

Un’altra iniziativa, a mio avviso, divertente consiste nel lasciare dei bigliettini nelle shopper per l’asporto. Tra gli esempi più esilaranti, dei finti biglietti di sos da parte della cassiera del ristorante che sostiene di non essere pagata da mesi e dice di aver bisogno di aiuto e frasi del tipo “Dumb the reader” (scemo chi legge!).

Il 33,3% del successo periodico di BURGEZ è l’esperienza del cliente e, al di là dei numeri, il capitale umano rappresenta spesso il 100% del successo di un progetto di vendita al dettaglio. Non c’è niente di più bello che essere coccolati e trattati come un essere umano

Una strategia di comunicazione che lascia il segno e non può che strapparti un sorriso.

Non vedo l’ora che arrivi anche nella mia città per poter vivere una esperienza che va al di là del cibo!

ESPRESSOH, ARTE E MAKE-UP

Espressoh, beauty brand 100% Made in Italy fondato da Chiara Cascella, si basa sull’iconica italianità dell’aroma di caffè e parte proprio da quell’essenzialità che noi italiani associamo al gesto semplicissimo di bere un caffè Espresso. 

Il brand, con i suoi pop-up store in giro per l’Italia, unisce la creatività alla ritualità del make-up, reinventando spazi e luoghi. Attraverso queste iniziative, il brand riesce a rompere gli schemi, mostrando il make-up come qualcosa di artistico e mai banale.

La bellezza di poter vivere un’esperienza e non solo una mera esperienza d’acquisto, nonché un avvicinamento all’arte da parte anche dei meno esperti. Da queste esperienze se ne uscirà, sicuramente, con una nuova concezione del make-up. Ma come ogni forma d’arte, ognuno è libero di interpretare queste iniziative a modo proprio, e non c’è nulla di più bello.

L’ultima iniziativa del brand è stata quella di realizzare un progetto a supporto della creatività e dell’arte emergente, tutta al femminile, in un progetto dal nome Oh Art.

A sinistra, Nicole Colombo e il suo fantastico specchietto in edizione limitata dipinto a mano; a destra, Nina Klein con le sue coloratissime tele.

Essa si è tenuta a Milano nella Tube Art Gallery, galleria d’arte adibita a temporary store di Espressoh fino al 12 dicembre. L’esposizione si chiamava Fluid Shapes e ha viste coinvolto due artiste, Nicole Colombo e Nina Klein.  Per Espressoh hanno realizzato delle stupende opere figurative che reinterpretano il concetto di femminilità, lanciando un messaggio di inclusione, quanto mai necessario per rompere alcuni vecchi stereotipi associati al mondo del makeup.

Le tele di Nina Klein e le sculture di Nicole Colombo, sono connesse l’una con l’altra e hanno portato a una visione suggestiva per gli spettatori.

Truccarsi è anche sinonimo di quotidianità per alcuni. Tale concetto è stato reso attraverso un’altra splendida iniziativa, in cui la bellezza viene intesa come un qualcosa di giornaliero, da comprare con la propria rivista del cuore.

L’arte vista sempre come qualcosa di lontano e difficilmente interpretabile. Espressoh offre la possibilità di sentirsi più vicina ad essa, associando l’arte a qualcosa di tanto semplice e quotidiano quanto mettere il maschera e bere il caffè, o meglio un Espressoh.

CREDO IN TE!

La voglia di investire in brand con i nostri stessi valori.

La nostra società è decisamente più attenta alle necessità e ai diritti di tutti. Si percepisce un crescente desiderio di celebrare le diverse sfumature dell’essere umano. Il mondo è fatto da un’infinità di colori, perché rappresentarne solo una parte?

Non è certo un segreto che i consumatori di oggi tendano molto di più a orientare i propri acquisti verso brand che rispecchino i propri valori e il proprio aspetto fisico.

Acquistare un determinato prodotto, ormai non è più solo per mera necessità. Il desiderio nasce dalla voglia di sentirsi appartenente a un determinato gruppo. Ma che accade se i tuoi brand dei sogni non fanno altro che escluderti?

Un po’ come se fosse una persona altezzosa, i brand a volte sembrano suggerirti “Non fai per i nostri prodotti”. Questo perché non si guarda al di là del solo aspetto esteriore. Non basta un bella estetica a vendere un brand, o almeno non oggi.

Ma come fanno a farti sentire escluso?

Nei modi più disparati. A partire dalle pubblicità, magari con soli modelli bianchi, oppure dal sito web con solo modelli molto alti e magri. Facendoci magari sentire “sbagliati” perché lontani esteticamente da quanto da loro proposto a modello.

Per questo motivo, ho sempre avuto il piacere di navigare in siti web come ASOS, nel quale sono presenti modelli in tutte le taglie, con smagliature in evidenza e tatuaggi. Una boccata di libertà!

Ma non è l’unica che in ambito moda si sta adattando a questa nuova necessità. Tra tutti si ricorda anche Zara, la più grande catena del fast fashion. Dopo le critiche ricevute nel 2017 per una campagna curvy, in cui venivano proposte modelle ancora troppo magre, sembra che il colosso si sia reso conto di dover cambiare. Di qui la scelta di assumere Jill Kortleve, modella di 25 anni scelta come prima testimonial curvy.

A confermare questa teoria Sonia Thompson Media Group, un’esperta Customer Experience Strategist. In un’intervista per Forbes afferma che, “per le persone è oggi prioritario spendere i propri soldi a supporto di brand che promuovono valori in cui credono davvero”.

Ritengo che un brand, soprattutto nell’ambito moda, possa fare molto anche per aiutare il diffondersi di messaggi importanti che possano evitare, o perlomeno non incitare, il diffondersi di disturbi alimentari o la cattiva percezione del proprio corpo. Si tratta di una grande responsabilità sociale, soprattutto per i brand che hanno come target i ragazzi più giovani.

TRY-ON VIRTUALE: DIETRO IL MAKE UP C’È DI PIÙ

Una proposta potente e implicita

Scegliere il prodotto make-up che si adatti alla propria carnagione, che si intoni al colore dei nostri occhi e con quello dei capelli, che faccia sentire chi lo indossa sicuro di sé, non è mai stato semplice. Prima di comprare un prodotto, ci si interroga più e più volte se la resa finale sarà all’altezza delle aspettative.

Molti brand, tra cui i famosi L’Oréal Paris, Nyx Professional e Maybelline, hanno reso possibile la prova anche da remoto.
Il Try-on virtuale attraverso il riconoscimento facciale brevettato da ModiFace e la tecnologia di simulazione del prodotto in realtà aumentata, consente di provare online e in maniera immediata i prodotti. Ma la grande novità sarà la possibilità di farlo anche sul proprio canale social preferito, Instagram. Infatti, questa realtà ormai presente da un anno sui siti web dei brand, si sta da poco trasferendo anche sui social, data la recente opzione di Instagram e Facebook di poter comprare direttamente dalla loro vetrina.


A seguito della pandemia ci si è dovuti adattare a un nuovo modo di fare shopping, soprattutto per il mondo del make-up dove non è stato possibile mettere a disposizione della clientela i campioncini per motivi di sicurezza igienica.
In quest’ottica, nasce l’idea di trasferire l’iniziativa sui canali social, in maniera tale da poter raggiungere il più ampio pubblico possibile.È piacevole l’idea di sapere di star effettuando la scelta giusta e al contempo è un attività anche divertente. Si possono sperimentare i look più pazzi, dando anche il coraggio di cambiare il classico modo di truccarsi ed esprimersi in maniera differente.
Dietro al “divertimento“ c’è in realtà la voglia di cambiare!
È questa la proposta implicita e potente. Proprio mentre tutti abbiamo l’impressione che il post pandemia ci stia facendo entrare in una nuova era, la moda ha sempre anticipato le caratteristiche dell’era che segue catastrofi indicando i nuovi driver nei quali riconoscersi e grazie ai quali poter ‘ripartire’!
E la ‘ripartenza’ è sempre caratterizzata dal desiderio di cambiare che prende il posto della paura di cambiare .
Naturalmente il “come ci vediamo” e il “come desideriamo vederci” è il “come desideriamo che ci vedano” necessita di … sperimentazione!
E fare questo passaggio, delicato e profondo, è forse il proponimento di questa nuova tecnologia che desidera quasi “confonderci” con la sua facilità e immediatezza di utilizzo. Cambiare non è facile e – parafrasando Cesare Pavese -” cambiare stanca “.

Ma tutto con try on sembra più facile e possibile: il divertimento spinge al coraggio.
Forse non basta ma… è desiderabile crederlo!

Questo permetterà, inoltre, una maggiore interazione del cliente con la propria community online. Ad esempio, ci si potrà provare diversi lipstick e chiedere ai propri follower quale preferiscono. Un momento quindi anche di condivisione e di socialità virtuale
Dunque un’esperienza alternativa per il cliente che potrà, anche comodamente seduto sul proprio divano, provare il prodotto in maniera completamente igienica e realistica.
Inoltre, è possibile confrontare il prima e il dopo. In questo modo i clienti vivranno un’esperienza personalizzata. Quasi come se ci fosse una beauty guru al tuo fianco ad aiutarti.

Una coccola attraverso lo schermo che faciliterà la scelta di molti clienti, soprattutto i più indecisi.

FAR SHOPPING DA NETFLIX

Netflix shop: un nuovo modo per rendere i fan connessi con le proprie serie TV preferite

Apre online lo store per il merchandising delle serie TV firmate Netflix. Si tratta di un progetto per adesso attivo solo negli USA, ma l’idea è quella di rendere il servizio accessibile anche negli altri Paesi in cui la piattaforma è attiva.

Netflix risponde a un’esigenza, quella di valorizzare lo storytelling in tutte le sue forme. Quante volte si è desiderato indossare una felpa con sopra la faccia del nostro idolo? Netflix.com adesso permetterà di farlo. Basterà un click per aggiungere al carrello e fare propri i gadget più disparati dei personaggi che ci hanno rubato il cuore. L’obiettivo è quello di ottenere ulteriori ricavi dai titoli più gettonati, facendo leva sulle fanbase più solide creando un’esperienza di shopping targata Netflix, come spiega Josh Simon, responsabile dei prodotti.

Si tratta di un’iniziativa indirizzata soprattutto a un target di adolescenti, permettendo loro di acquisire più sicurezza in sé stessi, indossando un oggetto che richiami la propria serie tv preferita, quella vista tutta d’un fiato per intenderci. Questo permetterà agli spettatori di sentirsi ancor più parte di una community virtuale, facilmente identificabile anche fuori dal web.

Al momento il catalogo offerto dallo store online è poco ampio, sono presenti magliette, felpe, giochi, sveglie e gioielli. I primi prodotti, adesso acquistabili, sono ispirati a Yasuke ed Eden. A curarne la realizzazione designer come Nathalie Nguyen, Kristopher Kites e Jordan Bentley. Ben presto diventerá  possibile comprare prodotti a marchio The Witcher o Stranger Things e si prevede anche una collaborazione con il museo del Louvre per lanciare i prodotti legati alla serie Lupin.

FENDI “HAND IN HAND”

Un viaggio tra le botteghe artigiane italiane

La maison romana ha voluto omaggiare la tradizione artigianale italiana reinterpretando l’iconica Baguette Fendi, disegnata nel 1997 dalla direttrice creativa Silvia Venturini Fendi, affidandosi alla maestria di abili artigiani ognuno selezionato da una regione d’Italia diversa.

Guardando il video (Hand in Hand | FENDI), presente sul sito ufficiale a presentazione del progetto, è possibile avvertire quella sensazione di libertà e scoperta caratteristica, come se si stesse compiendo un vero e proprio viaggio. In un periodo in cui le possibilità di spostamento sono dimezzate, Fendi non solo esalta la bellezza della tradizione artigiana, ma ci porta in giro per l’Italia, anche se solo con la mente.

Acquistando la borsa Fendi, non ci si sente appena soddisfatti per aver arricchito la propria collezione di borse, ma si diventa protagonisti di un viaggio. Quasi come se fosse un souvenir acquistato dopo aver visitato una regione nuova, oppure, un pezzo unico con le lavorazioni tipiche della tua regione di appartenenza.

Ogni Baguette, disponibile in un’edizione limitata di 20 esemplari, reca il nome e la sede dell’atelier stampati sulla tasca interna e il logo in oro. Silvia Venturini Fendi, direttore creativo di Fendi, dichiara che il primo esempio è la borsa Baguette in pelle prodotta in Toscana da un artigiano che normalmente produce piccola pelletteria, tutta realizzata a mano, in piccole quantità.

Il nome del progetto, Hand in Hand, simboleggia l’incontro tra le mani degli artigiani italiani e quelle degli artigiani Fendi, e l’iniziativa crea una solida rete di relazioni, un omaggio realizzato per tutelare la trasmissione dei mestieri e della grande tradizione italiana.

Vediamo alcuni dei modelli di Baguette Fendi della collezione Hand in Hand

Per la Sicilia è stata ideato un modello in argento e corallo trapanese. La cura dei dettagli è ciò che colpisce, coralli tutti minuziosamente cuciti a mano.

In Puglia gli artigiani del pizzo di Dodino hanno arricchito il modello con la tecnica del “chiaccherino”, chiamato così per l’abitudine degli artigiani di chiacchierare durante il lavoro.

A Varese la valigeria Bertoni è simbolo di tradizione, infatti tramanda da generazioni la lavorazione della pelle. Bertoni ha trasformato la Baguette in un baule in miniatura, con tanto di cassetti estraibili. Molto originale!

Fendi celebra il Piemonte con i tipici ricami presenti nelle dimore aristocratiche, minuziosamente creati con la tecnica a nido d’ape. Il ricamo è chiamato “bandera”, realizzato con fili di lana e cotone su uno speciale tessuto bianco detto a nido d’ape.

Fendi ha ideato un progetto che parla delle persone, esalta la tradizione artistica e rende la maison cosmopolita, ma con un profondo legame con la sua terra d’origine.

Un’occasione unica per fare proprio non solo un bellissimo accessorio, ma per riconoscersi in una tradizione.

“ALEXA, PREPARA UN CAFFÈ. GRAZIE!”

Quando il buongiorno lo dà la macchinetta

Lavazza e Amazon uniscono le loro idee dando vita alla prima macchinetta del caffè smart “A Modo Mio Voicy”, per un caffè buono come al bar. Si tratta della prima macchina da caffè con Alexa completamente integrata.

Con un semplice comando ad Alexa, assistente vocale ormai noto di Amazon, si potrà avere un caffè espresso, che incontra il proprio desiderio, all’istante. Ma le sue potenzialità non finiscono qui, infatti, grazie alle App Alexa e Piacere Lavazza sarà immediato il conteggio della scorta delle capsule, riacquistarle se necessario e tenere il conto del proprio consumo quotidiano di caffè. Inoltre, si potranno chiedere istruzioni su come usare la macchina ed effettuare la decalcificazione. E, se dovessero venire a trovarci amici o parenti, Alexa memorizzerà anche i loro gusti e le loro preferenze, rendendo il momento della pausa caffè ancora più una coccola.

Pietro Cacace, Portfolio strategy director del Gruppo Lavazza dichiara che: “Il lancio della nuova Lavazza A Modo Mio Voicy con Alexa built-in conferma la vocazione del brand nella ricerca di soluzioni ad alto livello tecnologico per porre il marchio Lavazza al centro di esperienze di caffè innovative e di alta qualità anche a casa.” Si tratta del risultato di un’importante collaborazione con Amazon e permetterà ai loro consumatori una coffee experience dalle infinite possibilità via voice e via app. Eric King, Alexa director Eu, aggiunge che Amazon è convinta che Voicy sia il prodotto giusto per deliziare i loro clienti con una fantastica esperienza. Voicy, inoltre conserverà tutte le caratteristiche tipiche di Alexa, ovvero la capacità di effettuare e ricevere chiamate e messaggi verso e da altri dispositivi Echo, riprodurre musica da Amazon Music, Spotify e Deezer, e controllare i dispositivi per Casa Intelligente compatibili.

BOTTEGA VENETA LANCIA UN MAGAZINE ONLINE

Una svolta nella comunicazione digitale della moda

Dopo aver eliminato i suoi account social lo scorso gennaio, numerose sono state le ipotesi sulle motivazioni che avessero spinto il direttore creativo di Bottega Veneta a compiere una scelta così di contro tendenza. La risposta la riceviamo solo adesso, quando a distanza di tre mesi, Bottega Veneta ci presenta il suo nuovo progetto: un digital Journal. Issued by Bottega è il nome attribuito a questo nuovo modo di comunicarsi, che testimonia quanto la voglia di raccontarsi stia ancora a cuore al brand. Si tratta di un “digital journal”, un magazine audiovisivo che combina arte, fotografia, musica, design grafico, racconto e, ultimo, ma non per importanza, moda.

La pubblicazione avverrà con cadenza trimestrale, in concomitanza con l’arrivo delle nuove collezioni. Si può definire una decisione in linea con la strategia del direttore creativo Daniel Lee che, in una intervista per il  The Guardian ha dichiarato che i social media rappresentano l’omogeneizzazione della cultura. Tutti guardano lo stesso flusso di contenuti. Un’enorme quantità di riflessioni viene incarnata in quello che fa e i social media lo semplificano eccessivamente.


L’obiettivo che si pongono è quello di permettere agli utenti di immergersi nel mondo di Bottega Veneta, prendendosi il tempo di farlo, anziché scrollare velocemente il loro feed, come ha spiegato Lee a WWD. Il suo interesse, aggiunge, è quello di rallentare il passo nella cultura consumistica di oggi. Se da un lato abbiamo l’emergenza di social come Tiktok con la sua velocità e immediatezza, notiamo che per adesso i brand del lusso non sono inseriti in questo mondo. E Daniel Lee, con queste sue affermazioni mette in evidenza che, per il momento, Bottega Veneta non ha  intenzione di farlo.

CONFETTY: L’AMICA CHE NON SAPEVO DI AVERE

Un souvenir da Parigi… lo scelgo con Elisa

Avete mai pensato di voler indossare un bel paio di orecchini second-hand francesi? Beh, dopo aver letto la proposta di Elisa, sono certa che vorrete farlo!

Ma chi è questa ragazza e di cosa si occupa?

Provo a spiegarvi chi è Elisa. Immaginatela così: una ragazza con una grande ammirazione per la capitale francese che con un basco rosso e una borsa in tela, vaga per le vie parigine e scova, tra quelle viuzze romantiche, mercatini e negozietti vintage. Certo, magari l’immagine non sarà fedelissima alla realtà, ma vi aiuterà ad entrare nella magia del lavoro di questa ragazza. Di negozio in negozio, si ferma, ammira, riflette. Cerca di comprendere quale oggetto merita di entrare nel suo shop (e quindi nelle nostre case!).

Il fantastico rapporto con le clienti

Ma ciò che più stupisce di Elisa è il rapporto con le clienti. Elisa si presenta come una cara amica, che di ritorno da una vacanza a Parigi, condivide con noi il suo bottino. Spille, orecchini e ciondoli della Parigi degli ‘60, ‘70 o magari ‘90. Li definisce souvenir, come si può leggere dallo sticker che arriverà con il nostro ordine.

Confetty voyages

Ma, da vera amica, Elisa ci invita ad andare in vacanza con lei. Infatti, ha organizzato due viaggi a Parigi, con gruppi di 8-12 curiosi desiderosi di visitare la Ville Lumière attraverso gli occhi di Confetty. Un’iniziativa davvero emozionante, nonché un’opportunità unica.

E voi, vi sentite pronti ad entrare nella sua stretta cerchia di amici?

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