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Andrea Telesca

IL LIMITE È LA PROSSIMITÀ DELL’OLTRE /6: Project Milestone & RAMPT (NASA)

La tecnologia 3D: tra la Terra e lo spazio

Nei Paesi Bassi hanno iniziato a costruire case in cemento stampato in 3D. Si tratta del primo progetto edile al mondo basato interamente sulla stampa 3D. L’hanno intitolato “Milestone”: proprio per indicare la portata storica di tale innovazione, che modifica in modo significativo la concezione dell’attuale sistema di sviluppo di un cantiere.

Il progetto unisce diverse esigenze, dalla necessità di ridurre i costi (che per ora possono essere relativamente alti, ma che potranno diminuire notevolmente considerando il taglio delle tempistiche di costruzione), al progresso della tecnologia, dallo sviluppo del design, fino all’attenzione per la sostenibilità… insomma tutti vorranno, prima o poi, una casa costruita in 3D. La qualità e l’efficienza hanno destato una particolare attenzione da parte del pubblico, sempre più interessato alla riduzione dell’impatto ambientale che tale metodo di costruzione garantisce.

La sfida ambiziosa è quella di poter realizzare le case utilizzando un macchinario che stamperà i pezzi con l’uso della tecnologia 3D direttamente nella location individuata.

A pensare al disegno di tali case ci hanno pensato due architetti dalla visione futuristica: Houben e Van Mierlo. Così, il loro ingegno ha permesso di generare un dialogo tra ammassi di cemento e luoghi pieni di natura e verde: ciò che osserviamo è una perfetta integrazione con l’armonia della natura che accoglie le costruzioni artificiali come massi poggiati sulla terra.

Ma dalla Terra vogliamo ripartire per raccontare come la stampa 3D stia cercando di oltrepassare anche i limiti dell’atmosfera, raggiungendo perfino lo spazio.

Infatti, gli ingegneri della NASA hanno iniziato a produrre parti di razzi da lanciare nello spazio utilizzando la stampa 3D per le future missioni sulla Luna e Marte…

Il progetto Rapid and Analysis Manufacturing Propulsion Technology (RAMPT) ha permesso di diminuire notevolmente i costi di produzione, rendendo possibile anche una maggiore qualità ed efficienza, poiché la produzione a stampa 3D garantisce una grande precisione nella produzione delle diverse componenti che vengono progettati in minor tempo.

I pezzi prodotti in 3D erano tra le parti più costose dei motori dei razzi, poiché richiedevano un tempo molto lungo per la fabbricazione. La riduzione di tali costi diventa un’opportunità per poter concentrare le risorse su altre ricerche. Si tratta di un progresso per l’industria aerospaziale con delle ricadute future importanti anche nelle nostre imprese.

Il progetto RAMPT è una partnership tra la NASA e la Auburn University in Alabama, ma chissà quante altre innovazioni stanno superando limiti che ci sembravano invalicabili. Vedremo quali altri confini lontani riuscirà a raggiungere la tecnologia 3D.

Saremo pronti a coglierne gli sviluppi nel prossimo futuro che, in parte, abbiamo iniziato già a sperimentare.

HO DECISO, MI ISCRIVO ALLA PIXAR UNIVERSITY

Osservare ed immaginare oltre gli schemi

Leggendo il libro “Verso la creatività ed oltre…”, che rappresenta la testimonianza dell’esperienza vissuta da Ed Catmull, uno dei fondatori della Pixar, ho trovato interessante il racconto di un seminario organizzato dalla Pixar University: una vera e propria realtà di formazione interna.

Il seminario era dedicato specialmente ai disegnatori, eccezionali tecnicamente, ma che non erano (o forse non credevano di essere) dei veri e propri artisti.

Sembrava un semplice seminario dedicato ad acquisire maggiore creatività, ma Elyse Klaidman ha davvero stupito tutti. Dopo aver introdotto aspetti maggiormente scientifici che riguardano il funzionamento delle parti del cervello, che si attivano a seconda del tipo di senso messo in moto (parte destra visuale e percettiva, parte sinistra verbale e analitica), ha spiegato come per disegnare veramente andando “oltre” l’immagine, occorra inibire la parte sinistra del cervello.

In effetti i personaggi della Pixar, non sono “esattamente” una riproduzione della realtà. Se li dovessimo analizzare sarebbero completamente diversi… ma ci ricordano profondamente ciò che vediamo, rendendoci assolutamente impossibile un’associazione mentale diretta. Incontriamo qualcuno o qualcosa di unico, nuovo ed irripetibile.

Per spiegare ciò, ha fatto fare diversi esercizi che hanno davvero rivoluzionato non solo il modo di disegnare, ma il mindset delle persone che lavorano in Pixar. Sono stati fatti esercizi per capire come cambiare il punto di visuale: ad esempio, osservando oggetti al contrario… oppure concentrando l’immaginazione su punti negativi in cui manca un pezzo d’immagine: ad esempio, la sedia che vediamo qui sotto.

Ecco, l’artista è colui che riesce a disegnare una sedia con questi pezzi mancanti e che osservando i pezzi mancanti è in grado di tracciare quelle linee con la propria fantasia… che profondità di sguardo, che creatività che sono necessari!

Tante volte siamo ingabbiati in schemi mentali! Pensiamo, ad esempio, a come disegnare un lago… tutti prenderemmo istintivamente in mano una matita blu, ma esso in realtà contiene davvero un’infinita vastità di colori…

American Lake Scene, Thomas Cole, 1844, Dalla collezione di: Detroit Institute of Arts

Esiste davvero una grande differenza tra ciò che osserviamo e ciò che crediamo di vedere.

Disegnare la sedia con i pezzi mancanti ha insegnato qualcosa di nuovo… Catmull ci racconta come abbia contribuito, anche in diverse fasi decisionali in azienda, a spostare il problema quando certe scene di un cartone in produzione non convincevano… le persone hanno smesso di focalizzarsi sulla scena “sbagliata”… cercando la soluzione e la causa altrove…  “La vera soluzione arriva sempre riponendo l’attenzione sulle premesse… scovando i preconcetti che precedono il problema che è necessario affrontare”.

VIAGGIARE SI PUO’

Filmtourismus: un viaggio dal cinema alla realtà, passando per la fotografia

Sono rimasto affascinato da un profilo Instagram che sta riscuotendo un grandissimo successo. Mi è apparso nella sezione feed, che suggerisce le novità in base alle mie ricerche…

Si tratta di un account molto curioso, gestito da Andrea David che si definisce una travel blogger ed artista di Amburgo… di che cosa si tratta?

Molte volte mi sono chiesto… chissà dove avranno girato le scene del mio film preferito? Ecco che cosa ci fa vedere @filmtourismus, postando le foto, da tutte le parti del mondo, delle vere location dei nostri film preferiti.

filmtourismus.de

Certamente dietro a questo profilo, seguito da più di 773mila follower esiste anche un’attività imprenditoriale molto divertente… infatti, filmtourismus è anche una società che si occupa di andare a caccia di nuove location per film, serie tv e documentari… ma non solo! Infatti, organizza anche dei viaggi tematici alla scoperta dei luoghi dei film che ci hanno fatto sognare, divertire, piangere, rinascere…

Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di viaggiare e se non lo possiamo fare… allora ci faremo ispirare dalle foto di filmtourismus! Facendo un viaggio e fantasticando tra le foto immortalate in giro per il mondo… avremo la possibilità di continuare ad esplorare i luoghi più belli del pianeta.

Sarebbe bello scoprire, in tutte le diverse città in cui vivono i nostri lettori, quali siano i luoghi in cui sono state girate scene di film famosi! Altrimenti… ecco l’idea! Giriamolo noi un film e scegliamo il nostro posto preferito per renderlo presto famoso, facendolo entrare nella serie degli scatti indimenticabili di filmtourismus.

 

Photo credits: Instagram – @filmtourismus 

ALTRO CHE NETFLIX

Vogliamo ritornare ad essere worldbodies

Siamo tutti ossessionati da questo tema, oggi più che mai… rimarremo sempre di più a casa? Il food delivery, le piattaforme su cui guardare le serie tv e i film, Amazon… Avremo davvero ancora bisogno di uscire? Tutti se lo chiedono e persino i grandi marchi della moda stanno adeguando il loro stile ad un abbigliamento più comodo da poter indossare in casa, lanciando il Comfy Style  (clicca qui). Ricerche, studi ed innumerevoli articoli sul web raccontano il fenomeno dei millennials  (clicca qui) come “homebodies”. Sembra che siano una generazione di “nati stanchi”, un po’ pigri, e che dentro a questa vita da prepensionamento ci sguazzino a tal punto da entusiasmarsi.

Tuttavia, esistono realtà che non demordono, rilanciando con una proposta al di sopra delle aspettative, proprio nel tentativo di offrire un’esperienza più intensa, trascinando fuori di casa anche le persone (dopo il lockdown non sono più solo i millennials) più pigre ed ormai entrate nello style homebodies.

Sono stato nella sala IMAX del cinema Notorius di Sesto San Giovanni. La tecnologia IMAX offre una promessa: far sentire lo spettatore dentro il film, massimizzandone la percezione audio e video.

In effetti è stato proprio così, tutto, dall’attenzione del personale alle poltrone in pelle, dallo schermo leggermente ricurvo alla potenza dell’audio, mi ha davvero fatto vivere un’esperienza a dir poco al di sopra delle mie aspettative. Ciò che in altre sale cinematografiche sarebbe considerato premium, nella sala IMAX del cinema Notorius è lo standard.

Il film che ho visto è stato inevitabilmente scelto per poter rendere ancora più avvincente la ripartenza del mondo del cinema. Tenet, di Christopher Nolan, è pieno di azione, effetti speciali, con colonne sonore avvincenti. Il connubio perfetto è stato creato… e incredibilmente… la sala era piena proprio di giovani (naturalmente nel rispetto delle norme di sicurezza). Stiamo parlando di quegli stessi giovani che tutti noi immaginavamo incollati agli schermi di tablet e computer sotto alle coperte.

È forse questo che attendono i giovani, mentre sono a casa? È forse questo che attendiamo tutti noi? Un’esperienza memorabile, al di sopra delle nostre aspettative… che ci porti di nuovo nel mondo.

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