MOBILE BANKING

Il caso REVOLUT

Ma quanta soddisfazione si prova nel pagare alla cassa di un ristorante o di un qualsiasi esercizio commerciale, semplicemente appoggiando con destrezza il cellulare sul Pos?

Fino a pochi anni fa non avremmo potuto immaginare che il nostro approccio con i servizi – quale ad esempio il pagamento alla cassa – si sarebbe innovato così rapidamente.

Parliamo di Tecnofinanza, in inglese FinTech, o Financial Technology, una nuova industria finanziaria che offre servizi attraverso le nuove tecnologie digitali. I servizi a cui può applicarsi la Tecnofinanza sono tutti quelli della finanza tradizionale, dai pagamenti all’intermediazione finanziaria, fino alla gestione del rischio finanziario e alle valute elettroniche. La tendenza di crescita di questo settore è esponenziale. In Italia, il 25% della popolazione tra i 18 e i 74 anni ha utilizzato almeno una volta un servizio FinTech.

Sono migliaia le start up che hanno sfruttato la tecnologia per inserirsi in un mercato, quello finanziario, tradizionalmente difficile da penetrare: il vantaggio di queste nuove aziende rispetto a quelle già esistenti è rappresentato dalla velocità, dall’agilità e dalla riduzione dei costi con cui riescono a proporre l’innovazione.

Tra queste, primeggia Revolut, una società di tecnologia finanziaria con sede nel Regno Unito che offre servizi bancari, tra cui una carta di credito prepagata e diversi altri servizi di pagamenti. Tra le banche mobili sul mercato, ossia quelle che consentono ai propri clienti di effettuare transazioni finanziarie in remoto utilizzando un dispositivo mobile come uno smartphone o un tablet, è in vetta insieme a competitor quali N26, Monese, Payoneer.

In una recente intervista, il fondatore di Revolut, Nik Storonsky, 35 anni, ha dichiarato che i profitti delle banche storiche sono destinati a calare, prevedendo che solo le più grandi sopravviveranno.

Ed è difficile non credergli, tenuto conto dei sorprendenti successi della sua creatura: nata 4 anni fa, ha raccolto oltre 8 milioni di clienti, di cui 300mila in Italia, con la previsione di arrivare solo nel nostro Paese a un milione per il 2020 e a 5 milioni in cinque anni. Storonsky ha dichiarato una vera e propria guerra alle banche tradizionali, considerate ree di essersi arricchite impoverendo i clienti. “Prima le banche ridevano di noi, poi hanno cercato di copiarci. E alla fine si sono rese conto che non riescono a farlo perché i loro processi sono troppo lunghi”. L’ambizione di questo giovane imprenditore è ammirevole: la sua intuizione è stata quella di scommettere sulla quantità delle transazioni riducendone drasticamente i costi per l’utente finale. Ha puntato, con risultati sorprendenti, sulla trasparenza, mostrando a milioni di clienti quanti soldi spendevano con le banche tradizionali in commissioni su servizi che pensavano gratuiti.

L’obbiettivo dichiarato è quello di rivoluzionare il mercato per mettere il cliente sempre al centro.

Viene proprio da pensare che questo obbiettivo, individuato dal fondatore di Revolut quale la chiave del suo successo, sia la stella polare da seguire affinché un’iniziativa imprenditoriale ottenga risultati eclatanti in ogni settore: infatti, non solo nell’ambito del retail, come abbiamo avuto modo di appurare in tanti casi, ma anche in quello finanziario, i clienti confermano di premiare chi sceglie di metterli al centro. Sempre.

La disciplina della customer experience è nata e si è sviluppata negli Stati Uniti dove la concezione del cliente è sostanzialmente di tipo giuridico. Occorre promettere ex ante al cliente uno standard e realizzarlo davvero in ogni "touchpoint" pena: immediato rimborso! Francesca unisce la dimensione dei suoi studi giuridici con quella di appassionata osservatrice del lifestyle in molte sue espressioni: questo mix fa di lei un'esigente e al contempo entusiasta storyteller del customer journey.