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Giovanni Concini - page 2

Giovanni Concini has 13 articles published.

Bocconi University Graduate, ESCP Master in Management Student, TEDxOrganize

UNA VISITA ALLA “CASA DEL MULINO BIANCO”

È tornato nelle piazze italiane il Tour del Mulino: iniziativa pensata dal brand per “far riscoprire alle persone la gioia che solo il cibo ben fatto può dare”

La “Casa del Mulino Bianco” è un progetto che ha avuto inizio il 20 aprile 2018. Consiste in un tour dello stand brandizzato dalla nota fabbrica di biscotti e dolciumi che nell’arco dell’anno toccherà 7 città italiane. Noi abbiamo avuto l’occasione di vivere questa esperienza durante la tappa di Padova. La struttura è molto caratteristica e rimanda chiaramente al simbolo del brand, il mulino.

Si può accedere innanzitutto al percorso espositivo da due ingressi, uno dei quali riservato agli utenti registrati all’App Mulino Bianco che, dopo aver risposto ad un breve questionario sulle proprie preferenze alimentari, possono saltare la lunga fila. Ad entrambe le tipologie di utenti viene fornito un QR code che servirà per tracciare quali delle sei differenti esperienze sono state svolte all’interno della “Casa”.

Una volta entrati notiamo come il pubblico sia giovanissimo: praticamente tutti i protagonisti dell’esperienza sono bambini non oltre i 12 anni accompagnati da genitori. Non mancano le scolaresche. Il brand “Mulino Bianco” articola il proprio percorso in 6 differenti punti, tutti caratterizzati da un’elevata interattività: puzzle, giochi di memoria, attrazioni interattive ed una sala chiusa in cui avviene una proiezione a 360 gradi. Per ultimo viene data la possibilità di disegnare e proporre all’azienda un nuovo prodotto.

 

Il fil rouge che congiunge tutte le diverse attrazioni può essere scomposto in due elementi:

  1. La genuinità e tracciabilità degli ingredienti utilizzati.
  2. L’attenzione ai valori nutrizionali di ciascun prodotto ed al corretto bilanciamento con la dieta di tutti i giorni.

La scelta appare molto calzante, Mulino Bianco si concentra su due tematiche legate esclusivamente alle caratteristiche del prodotto in sé e della filiera, e non vi è alcun riferimento all’immagine o allo storytelling dietro ad un prodotto. È quindi in linea con il piano marketing dell’azienda: scarsa attenzione verso potenziali brand ambassadors e personaggi e focus totale sulla qualità e caratteristiche tecniche del prodotto.

Attraverso questa interessante iniziativa, il brand risulta attrattivo e “cool” agli occhi dei principali clienti, i bambini, ma allo stesso tempo convincente agli occhi dei genitori, perché scegliere Mulino Bianco significa puntare su qualità e salute.

Al termine del percorso, se è stata svolta almeno un’attività e registrata sul proprio QR code, viene data la possibilità di scegliere in omaggio un prodotto Mulino Bianco ed una tovaglietta plastificata, per portare un “follow-up” dell’esperienza anche al di fuori dello spazio espositivo.

L’esperienza nel complesso è positiva ma adatta ad un target di utenza piuttosto ristretto: genitori e figli in età scolare. L’architettura caratteristica ed i costanti richiami alle caratteristiche fondamentali del marchio contribuiscono a rendere l’esperienza assolutamente allineata al significato etimologico della parola brand, una “marchiatura a fuoco”, qualcosa che lascia il segno.

5 RAGAZZI VELOCI ALL’OPERA PER ME

Una visita da Five Guys Milano per scoprire se il brand saprà sorprenderci come avvenuto a Londra

Five Guys è una catena di Fast Casual “velocissimo” che è sbarcata in Italia a inizio settembre a Milano, in corso Vittorio Emanuele.

“Non ci sono congelatori nelle sedi di Five Guys, ma solo frigoriferi”

La value proposition è differenziata rispetto alle tipiche catene fast food come Mc Donald’s, Burger King o Subway. Five Guys infatti si posiziona in una fascia più elevata, promettendo carne sempre fresca, di qualità, e rigorosamente preparata al momento. I colori predominanti dello store sono il rosso ed il bianco, completati dalla completa assenza di divisioni dello spazio. Esso è in completa comunicazione con l’esterno grazie alle ampie vetrate e, cosa ancor più importante, la cucina è completamente alla vista dei clienti. Nonostante l’orario, le 14:30, il luogo è estremamente affollato: nessun posto a sedere libero e lunga coda (ma breve) in attesa del proprio pasto.

Semplicità ed interazione

La formula che Five Guys decide di proporre ai consumatori è molto semplice: poche varianti di hamburger/hot dog, personalizzabili con un’ampia varietà di contorni gratuiti. A scelta del cliente, è possibile accompagnare il proprio pasto con un refill illimitato delle bevande preferite.

Dopo aver effettuato l’ordine alla cassa si viene invitati ad attendere proprio di fronte al luogo della preparazione degli hamburger. Come evidenziato nel libro “Aspettando Starbucks” (clicca qui) Five Guys ha adottato la soluzione della cucina a vista e del totale coinvolgimento dello staff nell’esperienza del cliente. Dietro al bancone sono numerosissimi i ragazzi al lavoro, tutti rigorosamente in tenuta rossa, i quali procedono con un’organizzazione rigorosa e perfetta all’evasione degli ordini. Il tempo medio per ordine è infatti di circa 15 secondi. La breve attesa dà inoltre modo di distrarsi ed osservare due elementi importanti del locale. Appesi alle pareti ci sono infatti dei cartelli riportanti recensioni eccellenti sul locale a cura di testate giornalistiche e riviste, e “pezzi di storia” dell’hamburger, quali immagini ed estratti giornalistici.

Quello che manca invece, rispetto a quanto promesso dal sito web, sono delle indicazioni riguardo la freschezza, la qualità o l’origine degli ingredienti utilizzati. L’unico accenno è una piccola lavagnetta sulla quale viene indicata la provenienza geografica “del giorno” delle patatine.

Una volta terminata l’attesa ci viene servito il cartoccio con il nostro ordine, arricchito di un’ulteriore abbondante manciata di patatine, elemento molto apprezzato nonché inaspettato: questo è il piccolo/grande G.L.U.E. di Five Guys (clicca qui).

Consumando il pasto in loco si ha modo di essere immersi in un ambiente diverso da quello di un classico fast food. Ci colpisce la cura dei dettagli alle pareti e dell’arredamento del negozio, dominato da una montagna di scatole di bagigi poste al centro. Ogni elemento sembra voler insegnare qualcosa sulla “cultura” del panino al consumatore, che si perde nell’osservazione dei dettagli guidato da una forte musica che fa ricordare il tipico pub del film americano.

Giovanni Concini: https://www.linkedin.com/in/giovanni-concini-9a260a108/

MILANO, NUOVO NIKE FLAGSHIP STORE: BELLISSIMO MA…

Muenich, Direttore Nike EMEA South: “Nike Milano è il posto per voi”. Ma un certo “distacco“ (voluto?) dal cliente si respira…

Posizione centrale ed in angolo, così da poter sfruttare due lati con le ampie vetrate per invogliare i potenziali clienti ad entrare. È questo il nuovo Nike Flagship Store, inaugurato questo settembre in Corso Vittorio Emanuele a Milano.

Contrariamente ad altri punti vendita Nike a Milano, quale quello di Piazza Gae Aulenti, il colore dominante di questo store è il bianco: in linea con le grafiche del sito ufficiale.

Ambienti freschi e atmosfera scattante

Esso si sviluppa su tre livelli: uomo, donna ed un interrato dedicato agli sport del calcio e del basket. Appena entrati saltano all’occhio i commessi: rigorosamente con abbigliamento sportivo Nike, giovani ed in forma. I prodotti sono divisi in isole tematiche che conducono il cliente ad esplorare diverse tipologie di capi di abbigliamento, tutti accompagnati da una lunga parete in cui sono esposte le scarpe. Ciò che risalta immediatamente, al pian terreno, è un piccolo cubo trasparente situato al centro del negozio al cui interno è possibile procedere, assistiti dal personale, alla configurazione dei prodotti personalizzati. Un momento in cui creare il proprio prodotto, unico e diverso da tutti gli altri, ed essere al centro dell’attenzione: oltre infatti ad essere seguiti personalmente da due commessi, il cliente appunto si trova nel fulcro del negozio allo stesso tempo isolato dagli altri ma ben visibile: le pareti trasparenti lasciano osservare ogni dettaglio di quanto accade all’interno, invogliando ed incuriosendo il potenziale osservatore.

Bellissimo ma…

Caratteristica comune di tutte le aree del punto vendita, è la quasi totale assenza di immagini evocanti lo sport, oppure qualsiasi indicazione inerente la tecnicità e la qualità dei prodotti in vendita. In questo caso pare che Nike, forte del suo brand, non senta necessario accompagnare il cliente in un viaggio alla scoperta delle diverse manifatture dei prodotti per farlo giungere alla migliore scelta, dopo un’attenta ponderazione. Sembra quasi chiedere al cliente di fidarsi ciecamente della qualità del prodotto rendendo quello estetico l’unico criterio di scelta disponibile. Allo stesso modo il personale non cerca di attrarre ed interagire con il cliente, mostrandosi disponibile nel guidarlo alla ricerca del capo perfetto.

Sembra quasi che Nike voglia comunicare un senso di esclusività, la cui impressione viene ancor più rafforzata se si pensa alla festa di apertura avvenuta il 15 settembre, alla presenza di due “mostri sacri” dello sport quali Andrea Pirlo e Marco Belinelli. Insomma sembra un po’ che Nike abbia voluto creare un concept diverso rispetto agli altri store, leggermente un po’ distaccato dal cliente.

Le parole di Felix Muenich

Impressione che trova un po’ di contrasto nelle parole di Felix Muenich, Direttore Nike EMEA South, il quale ha affermato come “Non ha importanza se vi state allenando per una maratona o per una schiacciata in campo o se siete amanti delle sneakers: Nike Milano è il posto per voi”.

Il primo significato percepito è sicuramente un messaggio di affidabilità del marchio e di certezza di trovare il prodotto giusto per le proprie performance. Tuttavia più in profondità in queste parole si può leggere un potenziale disinteresse del Brand nei confronti della singolarità e unicità dell’individuo che pratica sport. Sembra non importi delle esigenze personali del cliente ma che gli si voglia imporre la superiorità di Nike, indipendentemente da tutto. A tal punto che l’unica possibilità di personalizzazione presente in store si limita alla ad un livello estetico. Prevale la forma in un ambito, lo sport, in cui tutto è dato invece dalla sostanza.


Giovanni Concini

https://www.linkedin.com/in/giovanni-concini-9a260a108/

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