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CHARLES FLAMMINIO, IL BELLUDI 42 E UN DISTILLATO FATTO CON AMORE E PUREZZA

C’erano una volta gli anni 30 e i bar clandestini, dove un America un po’ depressa si ritrovava di nascosto a bere tra nuvole di fumo e musica jazz. Oggi a Riccione c’è il Belludi 42, che, facendo spallucce al tempo, è deciso a riproporre le stesse atmosfere. Messo piede dentro il locale, infatti, ogni particolare d’arredamento riporta direttamente agli anni di Al Capone e del proibizionismo.

In questa ambientazione perfetta e studiata, tra suppellettili e cimeli d’epoca, c’è tuttavia un elemento che spicca sugli altri: il bancone del bar, che, in realtà, sarebbe più corretto definire un palcoscenico. Perché da subito attira lo sguardo, promette grandi cose e, infine, non manca di regalare meraviglie. Ogni sera, con la disinvoltura e la sicurezza di un classico, va in scena questo spettacolo.

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Ph. Veronica Frison

Dietro un vasto muro di bottiglie, inno alle mille possibilità che ogni cocktail racchiude, un uomo lavora. In silenzio e leggermente chino, è rapito e concentrato su ogni dettaglio. Armeggia tra shaker, ampolle, bicchieri e strumenti di ogni sorta. Lentamente e delicatamente. La preparazione di un drink non è la somma degli ingredienti- l’immagine sembra suggerire- ma una magia strana capace di sfuggire di mano da un momento all’altro.

Il misterioso barman è Charles Flamminio, titolare del locale e tra i più ricercati e riconosciuti bartender della riviera. Uno che ha lavorato un po’ ovunque e ha fatto di questo mestiere una missione di vita.

Oggi, tra una preparazione e l’altra, Charles ha raccontato a noi di CX and the City della preferenza e passione che ha per un prodotto. Un distillato da 157 botaniche della Charteuse, precisamente il Charteuse Verde Jeroboam, realizzato dai monaci certosini nelle cantine di Voiron, in Francia.

CX AND THE CITY


3_litres_vert-285x940Come ha scoperto il Brand ed il luogo dove ha effettuato l’acquisto? 

L’ho conosciuto attraverso Gianfranco Pola, ambasciatore del brand in Italia, massimo esperto e conoscitore del prodotto. Me lo ha consigliato lui.

Nel decidere di acquistare quello specifico prodotto, lo ha confrontato con altro o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Certo, l’ho confrontato con altri. Ma presto mi sono accorto di una cosa: quando avevo bisogno di fare un cocktail più elegante e con un sapore più strano, ogni volta che usavo questo Chartreuse il risultato era eccellente.

Quale suo personale bisogno o desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

Quello di avere un prodotto di qualità da proporre e da miscelare. Un prodotto di qualità fa innamorare e appassionare il cliente. Sempre.

Quando e come ha acquistato il prodotto?

L’ho acquistato per la prima volta 4 anni fa. In Italia è facilmente reperibile grazie all’importatore italiano di Genova, Velier.

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui l’aveva comprato, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Certamente, ha superato le mie aspettative. Non immaginavo che dietro un’azienda così piccola, composta in totale da 34 persone, potesse nascondersi un prodotto di così alta qualità.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

Perché Chartruese è una casa molta seria ed importante. Perché ha una bellissima storia alle spalle. E, infine, perché sono convinto che sia un prodotto fatto con tanto amore e tanta purezza che è quella dei frati certosini. Non fanno nient’altro che fare quello tutto il giorno.

Se il prodotto da lei acquistato fosse una città, quale città sarebbe?               

Una città come Assisi, piccola, nascosta, silenziosa e ricca di tradizione.

MARINA PASQUINI E IL CUSCINO DA SOGNO

h. belvedere 1 mod_800x614Se TripAdvisor, il celebre portale di viaggi, fosse in grado di trasformare l’apprezzamento dei viaggiatori in suono, alla voce Hotel Belvedere di Riccione avremmo modo  di ascoltare un coro trionfante, cadenzato da sospiri di meraviglia e tanti WOW.  Non ascolteremmo nessun fischio. Di questo siamo certi.  L’Hotel Belvedere di Riccione, infatti, non è un albergo qualunque.

Nel 2015, si è aggiudicato il Travelers Choice Hotel Awards di TripAdvisor come il primo albergo d’Italia,  e, se non bastasse, è salito sul podio come miglior terzo albergo a livello europeo.  Posizioni di vetta alle quali il Belvedere è abituato da tempo.

Un viaggio dallo standard all’eccellenza per la direttrice, Marina Pasquini, romagnola energica e orgogliosa, che, dopo un lungo percorso fatto di coraggiosi investimenti, ha saputo trasformare un semplice Hotel della riviera romagnola nel fiore all’occhiello dell’ospitalità italiana.

Con lo sguardo incessantemente rivolto alla soddisfazione del cliente, oggi Marina è con noi di CX and the City a raccontarci l’esperienza  di un acquisto effettuato negli ultimi mesi.  Un cuscino di cirmolo (CONFORT SANAPUR CUSCINO)  della ditta  JOY Natural Way.

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PasquiniCome ha scoperto il brand ed il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Ho cominciato a sentir parlare del cirmolo e dei suoi effetti rilassanti e terapeutici dal 2005, da quando ho realizzato la mia SPA. Inizialmente non ci credevo molto. Pensavo che dietro lo slogan non ci fosse nessun beneficio effettivo in termini di qualità del sonno. Però quando la mia collaboratrice, Cristina Paris, mi ha fatto vedere e provare il prodotto mi sono dovuta ricredere, eccome!

Nel decidere di acquistare quello specifico prodotto, l’ha confrontato con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

E’ un prodotto unico, ha catturato la mia attenzione fin da subito, fin da quando ci ho posato la testa per la prima volta.

Quale suo bisogno o desiderio il prodotto prometteva di soddisfare?

Sono interessata e sempre alla ricerca di tutto ciò che può aiutarmi a riposare la mente  durante la notte. Il mio lavoro e il mio carattere mi tengono carica al 120% durante tutta la giornata e quindi la notte è l’unico momento che ho per riposare corpo e psiche.

cuscino_pQuando e come ha acquistato il prodotto?

L’ho acquistato su Internet due mesi fa, tramite il sito della ditta JOY Natural Way. È conosciuto e molto utilizzato in montagna, soprattutto nella zona della Val di Fiemme, a Riccione è più difficile trovarlo. Gli alberi di cirmolo crescono solo sopra i 1500 metri e ci vogliono più di 500 anni perché arrivino a piena maturazione.

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno per cui l’aveva comprato, magari superando ogni aspettativa?

Si. Assolutamente. Questo prodotto per me non è uno sfizio, ma qualcosa di indispensabile. Si coniuga alla perfezione con le mie esigenze di vita e lavoro  permettendomi di recuperare  in fretta da situazioni di affaticamento mentale e stress.

Un motivo per cui rifarebbe l’acquisto?

Con quel cuscino la testa ha un altro peso. È un acquisto che farei e farei fare ad altre mille persone. Lo voglio mettere in ogni stanza del mio albergo.

Se il prodotto da lei acquistato fosse una città, quale città sarebbe?

Non è una città. È la catena delle Dolomiti. La Val Badia. E se dev’essere una città allora dico Corvara. Il luogo ideale per riposare corpo e psiche.

ELENA RIVA E IL PROFUMO DI UNA VACANZA SPECIALE

Elena RivaElena Riva è Presidente di Panino Giusto, catena di ristorazione fast casual nata a Milano nel 1979, con all’attivo quindici locali nel capoluogo lombardo, quattro nel resto d’Italia, quattro in Giappone, uno ad Hong Kong e uno a Londra. Panino Giusto è diventato ormai sinonimo di qualità non solo per l’eccellenza delle materie prime, ma anche per offrire ai propri clienti un ambiente informale e al contempo curato. Con un occhio sempre attento alla customer experience dei clienti dei suoi ristoranti, Elena racconta a CX and The City, la rubrica di interviste che ogni azienda dovrebbe fare a ciascun suo cliente (clicca qui per approfondire), la sua personale esperienza relativa a un acquisto effettuato negli ultimi mesi: la Amber & Lavander Cologne di Jo Malone.

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BelgraviaCome ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Passeggiavo per Belgravia, un quartiere bellissimo di Londra, con una mia cara amica e ci siamo fermate a guardare le vetrine del negozio di Jo Malone, che aveva richiamato la nostra attenzione.

Nel decidere di acquistare quello specifico prodotto, lo ha confrontato con altro o lo ha scelto perchè ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Ho provato diverse fragranze ma la Amber & Lavander Cologne mi ha conquistato immediatamente.

cologneQuale suo personale bisogno o quale desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

Volevo un profumo “non impegnativo”, per ogni occasione: sia quando lavoro che durante il tempo libero. Femminile, ma non troppo dolce… Un profumo che fosse riconoscibile ma in modo sottile, soprattutto da me, non amo i profumi invadenti.

Quando e come ha acquistato il prodotto?

Ho acquistato per la prima volta quel profumo nell’estate del 2014 e da allora gli sono rimasta fedele, con una particolarità: mi piace comprarlo a Londra, sempre nello stesso negozio, perché vivo quell’esperienza di acquisto come qualcosa di speciale.

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui l’aveva comprato, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Si, mi sono sentita da subito a mio agio con questo profumo e ancor oggi rimane la mia fragranza preferita.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

Perché mi ricorda momenti bellissimi che ho vissuto durante quella vacanza.

Se il prodotto da lei acquistato fosse una città, quale città sarebbe?

Non potrebbe che essere Londra! Una città stupenda che adoro e che è in grado di combinare in maniera unica e straordinaria la tradizione del passato con una fortissima spinta al futuro e all’innovazione.

ILARIA CHIARA LA MALFA E UNA MERENDA NELLA CASA DELLE BAMBOLE

IlariaDa brava calabrese, Ilaria Chiara è sempre stata una buona forchetta. E da brava trapiantata a Milano ha affinato un gusto molto internazionale. I dolci sono il suo punto debole e non ha paura di esplorare e di scoprire le novità che il capoluogo lombardo non manca mai di proporre. Un passato da “Nanny” (ha visto Matilde crescere e le loro avventure sono una leggenda tra i suoi amici) e un presente nell’organizzazione di eventi, Ilaria ha un gusto raffinato e decisamente esigente. Oggi racconta a CX and the City, la rubrica che raccoglie, direttamente dalla voce dei protagonisti, storie di esperienze di acquisto memorabili, perchè è così entusiasta di Vanilla Bakery, il locale-bomboniera che in questi giorni festeggia i tre anni di apertura, specializzato in american food di qualità.

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Come ha scoperto il brand di Vanilla Bakery e il suo locale?

vanilla1Cercavo un posto carino dove andare a fare merenda con Matilde e, sfogliando una rivista, trovai un’intervista a Cristina Bernascone che raccontava del locale che aveva appena aperto. L’articolo era corredato da bellissime foto di quello che sembrava proprio una casetta delle bambole: il posto perfetto per un pomeriggio con la bambina.

Nel decidere di optare per Vanilla Bakery, lo ha confrontato con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Cercavo qualcosa di speciale. Da qualche mese non ero più la Nanny di Matilde, ma eravamo rimaste in contatto. Ci sentivamo spesso ma non riuscivamo a vederci di frequente. Quel pomeriggio, dopo tanto tempo, volevo coccolarla un po’ e, non appena “scoperto”, Vanilla Bakery mi è sembrato davvero il posto perfetto. Era totalmente “fuori zona”, ma ci andammo comunque.

Quale suo personale bisogno o quale desiderio prometteva di soddisfare Vanilla Bakery?

Doveva essere un posto speciale. Divertente, accogliente, carino. E poi Matilde, che a Milano frequenta una scuola americana, va matta per cheesecake, cupcake, pancake e doughnut. Conoscevo altri locali che avevano quel tipo di dolci, ma Vanilla Bakery sembrava davvero adorabile.


Quando è andata da Vanilla Bakery e come si è trovata?

vanilla bakerySiamo andate una domenica pomeriggio. Il locale aveva aperto proprio da poco ed era più piccolo di quanto non sia adesso. Per questo era piuttosto pieno. Matilde e io ci siamo accomodate su un bancone con “vista cucina”. Abbiamo preso un sacco di dolcetti deliziosi. Era incredibile la varietà di scelta che avevamo a disposizione. I nostri preferiti? I cupcake gusto bounty, quello al mars, quello con la crema di pistacchio e agli oreo (un biscotto molto famoso negli Stati Uniti, ndr).

L’esperienza da Vanilla Bakery ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui vi si era recata, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Assolutamente. Oltre a colpirmi l’estrema varietà e qualità dell’offerta, sono rimasta affascinata da tutto l’aspetto visual del locale. Un posto splendido, accogliente, curato nei minimi dettagli. Un posto che sembrava (e sembra tuttora) una casa per le bambole. Oltretutto, ricordo molto piacevolmente l’ospitalità e la gentilezza della titolare, Cristina. L’ho riconosciuta nel locale perché avevo appena letto la sua intervista. Era lì con quelle che credo fossero le sue bimbe e ha avuto un occhio di riguardo anche per Matilde.


Un motivo per cui tornerebbe?

vanillaAndare da Vanilla Bakery mi ricorda quando da piccola prendevo il tè con le mie bambole. È una sensazione splendida. È un posto molto “girlish” e io vado matta per questo genere di cose. È tutto così squisitamente femminile e l’atmosfera è molto gioiosa. Da Vanilla Bakery sembra di vivere una favola, che siano bambole, Hansel e Gretel o Alice nel Paese delle Meraviglie. E ci torno molto spesso.

Se Vanilla Bakery fosse una città, quale sarebbe?

Parigi. Un posto fuori dal tempo dove le sale da tè nelle quali gustare deliziosi pasticcini sono un’istituzione.

GIORGIO PASINI E UN GIN FUORI DAL CORO

Giorgio Pasini lavora in Regione Lombardia ed è un grande appassionato di spirit e cocktail “ben fatti”. Viaggia molto e ogni trasferta è una scusa per andare a caccia dei drink migliori.

Oggi ci racconta di come, senza andare troppo lontano, sia approdato alla fiera TuttoFood, la Fiera dell’Alimentare per Eccellenza che si tiene. Invitato da amici, Giorgio ha scoperto Fred Jerbis, un gin che lo ha totalmente conquistato.

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Come ha scoperto il brand Fred Jerbis e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

All’evento TuttoFood a Milano, ho acquistato il prodotto direttamente dal produttore che ho avuto il piacere di conoscere all’evento e con il quale sono tuttora in contatto.

Nel decidere di acquistare il gin Fred Jerbis, lo ha confrontato con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Ho avuto modo di confrontarlo con altri Gin Italiani e le peculiarità del Fred Jerbis hanno colto la mia attenzione.

Quale suo personale bisogno o quale desiderio il gin Fred Jerbis prometteva di soddisfare?

Il desiderio di un Gin differente dai prodotti già disponibili sul mercato.

Quando e come ha utilizzato Fred Jerbis?

Liscio, con la tonica e anche in alcuni cocktails.

Il gin Fred Jerbis ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui lo aveva comprato, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Si, ha soddisfatto le mie aspettative di ricerca di un prodotto ‘fuori dal coro’.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

Perché è un Gin particolarmente aromatico e interessante, da gustare anche liscio.

Se Fred Jerbis fosse una città, quale sarebbe?

Lhasa, la principale città del Tibet, unica come il Fred Jerbis, e immersa nelle montagne (si trova a 3650 metri di altitudine nella valle del Kyi Chu) come le terre da dove proviene il Gin 43.

ELENA TRAVAINI TOZZONI E UN ABITO PER TUTTE LE STAGIONI

IMG_5870Si capisce subito di che pasta è fatta la signora Elena, non appena entra nella nostra Redazione per raccontarci una sua personale esperienza d’acquisto. È una bella donna, elegante ma semplice, dal passo e dal portamento deciso e sicuro. Una vita passata nel mondo della finanza fino ad approdare a Prada, grande viaggiatrice, mamma e appassionata di arte e scrittura. E di moda. “Quando una cosa mi piace, lo capisco subito e difficilmente cambio idea”, ci dice. E subito ha capito che nel brand Orsetta Mantovani (che indossa nella foto a fianco) c’era qualcosa di speciale, tanto che, di capi, ne ha acquistati diversi da quando, per la prima volta, si recò in quel “salotto al femminile” nascosto in un cortile di Corso Magenta a Milano.

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Come ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

logo_orsettamantovani_1È stato tanti anni fa, grazie a un passaparola. Avevo visto un capo addosso a una persona e mi era subito piaciuto così mi sono recata all’Atelier di Corso Magenta. Trovandosi all’interno di un cortile non avrei potuto incontrarlo “per caso”.

Nel decidere di acquistare il capo, lo ha confrontato con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Quando mi sono recata per la prima volta all’Atelier, ero andata per curiosare, ma sapevo già che mi piaceva lo stile, dal momento che lo avevo già visto addosso a qualcun altro. Ne sono uscita con un abito con spilla color azzurro che avevo adocchiato non appena entrata. Orsetta ha provato a propormi altri colori, ma io avevo già scelto.

Quale suo personale bisogno o quale desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

I capi di Orsetta ti permettono di sentirti semplice, elegante e a posto in ogni situazione e circostanza, dalla mattina alla sera, per un meeting di lavoro, un caffè, un cocktail con le amiche o per una cena. Sono capi che hanno personalità e quando li indosso mi sento esattamente me stessa.

Quando e come ha usato il capo acquistato?

Uso i capi di Orsetta sempre. Come ho detto, sono perfetti per ogni occasione.

I capi acquistati hanno soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui li aveva comprati, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Assolutamente sì. Tanto soddisfatta che appena ho l’occasione consiglio il brand di Orsetta a tutti, un po’ parlandone io stessa, un po’ facendo parlare i capi che indosso.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

Non solo lo rifarei, ma già lo faccio continuamente. Anzi, spesso acquisto lo stesso capo in “serie”. Oltre a farmi sentire perfettamente a mio agio e alla loro innegabile bellezza e qualità, devo dire che fare acquisti presso l’Atelier di Orsetta Mantovani è sempre un momento piacevole, una sorta di appuntamento in un bel salotto, dove fare due chiacchiere. Un appuntamento al quale dedico volentieri del tempo. Orsetta, oltretutto, è molto attenta e rispettosa della sua cliente, proponendole quei capi che sa che possono piacerle e starle bene. Questa non è solo una questione di talento o creatività, ma soprattutto di empatia: sa sempre fin dove può spingersi nella sua proposta. Anzi, vi dirò di più: grazie al suo occhio, al suo estro e alla sua attenzione, Orsetta arriva addirittura a rimodellare capi già acquistati seguendo il passare di mode e stagioni. Per tutto questo continuo e continuerò a comprare capi di questo brand e a spingere amiche e conoscenti a fare altrettanto.

Se questo acquisto fosse una città, quale sarebbe?

Sicuramente una città cosmopolita, una città capace di valorizzare e di adattarsi alle personalità più accese e differenti, una città frenetica e cangiante ma che sa adeguarsi a ogni situazione e condizione. Ecco, Orsetta Mantovani, i suoi capi e l’esperienza che si fa nel suo salotto potrebbero proprio essere New York! Una città che consiglierei a tutti di visitare! Proprio come l’Atelier di Orsetta!

KATHERINE BOTTELLINI E UNA MISSION (QUASI) IMPOSSIBLE

Katherine Jacqueline Bottellini è un’artista. Formata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ha poi frequentato la specializzazione in Decorazione. Pittrice e fotografa, trae le sue più grandi ispirazioni nelle ore notturne. Organizzatrice di eventi artistici, partecipa a mostre collettive ritagliandosi anche spazi per mostre personali. Chi fa dell’arte il suo modo di esprimere le proprie emozioni e i propri desideri, rendendola la sua passione, prima che il suo mestiere, quando intervistata da CX and the City, non può che raccontare la sua personale esperienza relativa all’acquisto di materiale necessario per il suo lavoro: dello smalto acrilico bianco con pigmento puro con pigmento di ossido di zinco e biossido di titanio puro. Alle orecchie di un “profano” può sembrare un acquisto banale, ma per Katherine è stata davvero una questione di “mission (quasi) impossible”!

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Come ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Devo fare una premessa. Quando si parla di “bianco” in pittura, nascono sempre molti problemi, soprattutto legati al fatto che questo colore, con il tempo, ingiallisce a causa della luce. Questo va a ledere significativamente la qualità del lavoro su tela nel lungo termine. Fin da quando frequentavo l’Accademia in Brera ho iniziato la mia personale “mission impossible”. Ho girato i colorifici migliori di Milano, da quelli storici come Crespi e Pellegrini, passando per Hobby Colours, Grossich, Pisotti e Perfetti, fino ad arrivare addirittura a Leroy Merlin. Nessuno riusciva a darmi quello di cui davvero avevo bisogno. Più cercavo, più mi informavo – anche sulle composizioni chimiche dei colori – più sembrava che non potesse esistere un bianco che non ingiallisse. Un giorno mi venne un’illuminazione.. Ho pensato di andare alla fonte, da chi – quei colorifici – li riforniva. Scoprii così che molti si riferivano a “La Fabbrica del Colore”, un negozio all’ingrosso, che da poco aveva aperto anche al pubblico, a Cinisello Balsamo. Da lì sono stata indirizzata all’Officina del Colore a nord di Milano, dove i colori venivano fatti e miscelati su richiesta specifica. Non l’avevo mai sentito, ma mi ci sono subito precipitata. Piena di belle (e rinnovate) speranze.

Nel decidere di acquistare quello specifico prodotto, lo ha confrontato con altro o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Assolutamente no. Come ho detto, la mia è stata una ricerca difficilissima, durata interi mesi. Anche quando sono arrivata all’Officina del Colore non ho trovato subito quello che mi serviva. Insieme ai titolari, abbiamo fatto diversi tentativi prima di individuare il “mio” bianco composto da pigmenti di ossidi puri! Ma quando l’ho trovato, ho subito percepito che era diverso, che era quello giusto. Anche se – evidentemente – la prova definitiva l’ho avuta nel tempo, verificando che davvero non ingialliva.

Quale suo personale bisogno o quale suo desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

Sono un tipo piuttosto preciso. Amo la perfezione dei dettagli, e non riuscivo a concepire che creando un quadro con le tonalità del bianco, con il tempo, il mio lavoro potesse perdere brillantezza e pulizia. Il bianco è fondamentale: lo uso per i fondali e gli sfondi dei miei quadri. E il bianco non può diventare giallo. Avevo bisogno – e lo desideravo profondamente – di un bianco che mantenesse la sua promessa di essere e rimanere bianco. Sempre e per sempre.

Quando e come ha acquistato il prodotto?

L’ho acquistato dopo una ricerca veramente lunga. Anche quando sono approdata all’Officina ho fatto diverse prove, con diverse composizioni. Sono stata fortunata a trovare i titolari che non si sono scoraggiati di fronte alle mie impellenti richieste e “pretese”. Ma la fatica e lo sforzo sono valsi la pena. Ora ho il mio bianco perfetto! E, per quanto mi riguarda, anche per altri composti naturali e chimici del colore, esiste solo all’Officina.

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui l’aveva comprato, magari superando addirittura ogni sua aspettativa?

Assolutamente sì! Ci è voluto tempo, ma sono finalmente soddisfatta!

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

Da quando ho trovato il “mio” bianco, non l’ho più lasciato. È un acquisto che faccio ripetutamente.

Se il prodotto da lei acquistato fosse una città, quale città sarebbe?

Per forza una città “bianca”. Mi viene in mente una St Moritz innevata. Oltre a essere bianca, è pulita, precisa, ordinata, puntuale.. Proprio come il “mio” bianco!

PAOLO COLOMBO E L’ABITO CHE FA IL MONACO

Paolo Colombo lavora da 10 anni in ambito commerciale per Michelin, diventando uno dei punti di riferimento per un nuovo progetto dell’azienda volto alla promozione e alla dinamizzazione delle vendite di pneumatici presso le concessionarie di auto.

Appassionato Juventino (segue la “sua” Juve ovunque), ha fatto suo il motto di Michelin: “Efficacia ed efficienza”. Alle quali gli piace aggiungere un tocco di stile ed eleganza: i contenuti, secondo Paolo, devono essere infatti supportati da una bella forma e un’immagine accattivante. Dal momento che per lui “l’abito fa il monaco”, oggi ci racconta la sua personale esperienza relativa a un acquisto effettuato negli ultimi mesi: un abito da cerimonia di David Naman per il matrimonio di un amico.

Questa intervista fa parte del progetto CX AND THE CITY

Come ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Ho scoperto il brand anni fa in un outlet e ha subito attirato la mia attenzione per quella sua vetrina molto elegante ma con uno stile giovane, “diverso”, molto dissociato dal contesto degli altri negozi di abbigliamento presenti. Qualche tempo dopo, per caso (e per fortuna!) ho trovato in un centro commerciale vicino a casa un suo punto vendita.

Nel decidere di acquistare quello specifico prodotto, lo ha confrontato con altro o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Quando ho avuto bisogno di comprare l’abito sono subito andato nel negozio di David Naman. Dopo averne provato uno che mi è subito piaciuto, però, ho preferito fare diversi confronti con altri brand, ma in cuor mio sapevo di aver già trovato quello che faceva per me!

Quale suo personale bisogno o quale suo desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

Cercavo qualcosa di elegante e di classe, che mi facesse emergere e non mi facesse passare inosservato.

Quando e come ha acquistato il prodotto?

Ho acquistato l’abito un mese fa. Lo avevo provato ma non acquistato subito. Quando sono tornato in negozio, dopo i vari confronti con altri abiti di altri brand, la commessa, vedendomi arrivare, non mi ha chiesto nulla, ed è andata direttamente a prendere l’abito. Sapeva già quello che stavo cercando!

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui l’aveva comprato, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Ha superato di gran lunga l’aspettativa: allo specchio ho visto quello che volevo vedere, ho visto quello che vorrei trasmettere di me. L’abito rispecchiava perfettamente quello di cui avevo bisogno, quasi come se fosse stato cucito apposta per me. Non vedo l’ora di sfoggiarlo al matrimonio del mio amico.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

Perché una volta indossato e sfidato lo specchio, ho visto quello che vorrei trasmettere di me agli altri. Ho visto l’immagine di me che avevo nella mia testa.

Se il prodotto da lei acquistato fosse una città, quale città sarebbe?

Credo Londra, anche se non ci sono mai stato: è una città giovane, elegante, dinamica.. La città del business ma con stile.

ALBERTO PEDRALI, OGNI GIORNO PUÒ ESSERE SPECIALE

L’intervista a Gian Luca Rossi fa parte del progetto CX AND THE CITY

churchs-footwearCome ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto? 

Si tratta di un brand molto noto, anche a livello di pubblicità e comunicazione. L’acquisto l’ho fatto nella classica boutique del centro storico di Brescia: pur non essendo la mia città di residenza il negozio è conosciuto davvero da tutti. 

Nel decidere di acquistarle ha confrontato il prodotto con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Personalmente tengo molto al design e all’estetica di qualsiasi cosa compri: quindi, anche questa volta, sono andato “a colpo sicuro” perché cercavo esattamente quel modello che poi ho trovato e, dunque, acquistato.

Quale suo personale bisogno o quale desiderio il prodotto che ha acquistato prometteva di soddisfare?

Senz’altro qualità e durata nel tempo, associate a standard di tipo estetico ai quali non rinuncio mai!

Quando e come ha usato il prodotto acquistato?

ALBERTO PEDRALILe ho indossate la prima volta per una passeggiata lungo il lago: tutto quello che compro deve essere versatile, ogni giorno della mia vita può essere speciale e quindi voglio sempre sentirmi in ordine e appagato qualsiasi siano gli impegni che devo affrontare. E in effetti quella giornata mi ha regalato una felice sorpresa: mi sentivo molto soddisfatto, perché indossavo un abbigliamento molto casual – dei jeans – e mi ricordo benissimo di essermi sentito felice nello scoprire che quel paio di Church’s potevano essere indossate non solo con un abbigliamento piuttosto formale come può essere quello di una normale giornata di lavoro, ma anche con abiti più comodi, un po’ country style per intenderci! Sì, decisamente si è trattato di un ottimo acquisto.

Il prodotto acquistato ha soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui l’aveva comprato, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Assolutamente sì, quel paio di scarpe si è rivelato essere un acquisto superiore a ogni mia precedente aspettativa.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

La qualità: hanno una durata nel tempo eccezionale.

Se queste scarpe fossero una città, quale sarebbero?

Londra: il know how intrinseco alla manifattura del prodotto si associa facilmente a uno stile di vita molto preciso, quello londinese. E poi è una città che sogno di visitare da molto tempo!

GIAN LUCA ROSSI E L’ADRIANO CHE NON DELUDE

L’intervista a Gian Luca Rossi fa parte del progetto CX AND THE CITY

Come ha scoperto il brand e il luogo dove ha effettuato l’acquisto?

Sono solito fare tutti i miei acquisti su piazza virtuale, vacanze comprese. Ma questa volta, invece che utilizzare le piattaforme più conosciute dedicate ai viaggi, navigando in internet mi sono imbattuto per caso in un sito inglese aggiornatissimo e dedicato in modo specifico a chi voleva visitare i resti del Vallo di Adriano nel Northumberland, in Gran Bretagna, la mia destinazione.

Nel decidere di acquistare il viaggio ha confrontato il prodotto con altri o lo ha scelto perché ha catturato la sua attenzione all’improvviso?

Devo dire che questa volta mi sono lasciato catturare dall’estrema completezza di informazioni di questo sito, che pure non conoscevo, perché la meta non è molto turistica e l’organizzazione proposta mi è parsa subito eccezionale, sembrava ritagliata su misura per me. Ho navigato un po’ per documentarmi in cerca di commenti pubblicati da altre persone che, anche provenendo da altri Paesi, avevano comprato on line lo stesso tipo di viaggio e, trovando solo commenti positivi, ho deciso di fidarmi acquistando tutto lì, trasporto e alloggio compresi.

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Quale suo personale bisogno o quale desiderio i servizi che ha acquistato promettevano di soddisfare ?

Al di là della destinazione, che avevo già deciso, il concetto del “tutto compreso”: visitare tutto il possibile e in pochi giorni. La zona del Vallo è estesa, bisogna fare molti spostamenti e tutti con mezzi differenti (dal treno agli autobus locali). Magari, se non avessi trovato una simile organizzazione, avrei dovuto procedere ad acquistare ogni singolo itinerario da solo, perdendo molto più tempo e magari rischiando di perdermi qualcosa.

Quando e come ha usato i servizi acquistati?

Una volta arrivato lì – avevo a disposizione un week end lungo – non ho avuto particolari difficoltà perché i servizi si sono rivelati all’altezza e ogni prenotazione era stata portata a termine con successo. Forse una pecca l’ho trovata: mi sarebbe piaciuto trovare in loco un’assistenza in lingua italiana, soprattutto durante le visite, una specie di “corrispettivo del sito” attraverso cui avevo acquistato e che riportava ampie pagine di documentazione in italiano, con descrizioni molto accurate. Vallo di adriano_per sito

Il servizi acquistati hanno soddisfatto in pieno il bisogno iniziale per cui li aveva comprati, magari superando addirittura ogni aspettativa?

Direi di sì.

Un motivo per cui rifarebbe questo acquisto?

La facilità di accesso: mi sono trovato l’itinerario già costruito, esattamente come volevo e non pensavo di trovare.

Se questo acquisto fosse una città, quale sarebbe?

L’Antica Roma. Un mondo sempre pieno di fascino, anche nell’era di internet!

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