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Carlo Pellegatti

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Carlo Pellegatti (Milano, 11 aprile 1950) è un giornalista, telecronista sportivo e youtuber italiano. Grande tifoso del Milan. Pellegatti è noto al pubblico per le sue telecronache ed interviste appassionate e poco imparziali, in cui chiamava i calciatori del Milan attraverso numerosi e fantasiosi soprannomi.

DALLA BRAND PROMISE ALLA BRAND TRUST

Il grande giornalista di fede milanista Carlo Pellegatti, che trasforma le telecronache in omeriche epopee, interviene sulla fedeltà dei tifosi invidiata dai brand e avverte: non è brand promise ma brand trust!

Uno degli obiettivi più difficili, ma anche più affascinanti da raggiungere, per gli imprenditori e per i manager, soprattutto nei campi della moda, del fashion, della bellezza, è certamente quello di fidelizzare il cliente. Un cliente sempre più volubile, presto annoiato anche dal brand più affermato e conosciuto. Alla eterna ricerca della novità e del marchio di maggior tendenza, spesso spinto dal mondo delle fashion blogger o dalle più scatenate influencer. Tutte dinamiche e difficoltà totalmente sconosciute al mondo dello sport di squadra, soprattutto a quello del calcio.

Altre sono le problematiche contro le quali devono combattere gli imprenditori e i manager calcistici legate agli alti costi di gestione del Club, alle sempre più pressanti esigenze dei giocatori e soprattutto dei loro procuratori/agenti. Al logorante conseguimento poi di risultati, dai quali dipendono le future strategie finanziarie e sportive delle Società. A volte, addirittura, la sopravvivenza. Un fattore, un sicuro fattore, sul quale però hanno potuto contare (e sempre potranno contare) è la totale fedeltà del pubblico, quei tifosi tenuti per mano, in tutta la loro vita, dalla squadra del cuore. Addirittura, spesso, si tratta di un amore ereditario, trasmesso dai genitori, soprattutto dal papà che, con orgoglio e con emozione, ricorda uno dei momenti più belli e gratificanti della sua vita.

Quando, dopo aver regalato la maglietta della squadra, accompagna allo stadio il suo bimbo, incantato da quei colori, da quei suoni, da quelle immagini che, probabilmente, come detto, scandiranno tutte le domeniche della sua esistenza. Non parliamo solo delle squadre più celebrate, quelle che vincono, protagoniste in Italia, in Europa e nel mondo. Troppo facile. In campo sportivo, anche il …brand meno importante, vicino alla realtà di provincia o di paese, riesce a fidelizzare l’appassionato, non certo influenzato dai risultati o dalla fama della squadra. Diventa un amore a prescindere!

Leggo che la brand promise per esempio della Juventus sia la sua attuale invincibilità, la sua attuale forza. L’Inter, invece, squadra definita “femmina”, affascina per la sua volubilità. Il Milan ha sempre puntato sul suo stile, sulla sua classe, sulla voglia di stupire, sul motto “vincere convincendo”. Il Napoli, per la sua gente appassionata, è quasi una religione.

Per me, però, non è una questione di “Brand Promise” perché: i bianconeri falliscono il sogno europeo, l’Inter non mantiene sempre le sue promesse, il club milanista fatica a tornare grande e il Napoli sembra una eterna incompiuta. Direi allora che si debba parlare piuttosto, e scusate il neologismo, di “Brand Trust”. Insomma, non una promessa, ma una garanzia, quasi una fede. Tutte le domeniche, puntuali a quell’ora, attesi dall’affetto degli appassionati, i colori del cuore entrano in campo, pronti a regalare sensazioni forti, paure, gioie, trionfi o fallimenti. Sì, emozioni, grandi emozioni!

Come si possano traslare queste positività del mondo del calcio o, più in generale, dello sport nell’ambiente del lifestyle, non è certamente un compito facile. Un capo di alta classe nella più elegante vetrina di Via Montenapoleone o di Faubourg St-Honoré o il “Coq au Fleurie” del grande chef Paul Bocuse non riescono probabilmente a regalare le emozioni di una palla che rotola in rete o di una vasca di Federica Pellegrini.

Qualche suggerimento però può essere colto. I Club non si preoccupano certo se, in qualche occasione, perdono i loro tifosi, che si regalano una domenica in montagna o al mare, perché poi ritornano sempre, per sostenere i propri colori. Sono come i clienti che decidono di gustare una buona pizza o entrare in un fast fashion. Poi ritornano sempre alla ricerca della qualità, dello stile, del gusto. Non devono dunque puntare a ingredienti meno sorprendenti i cuochi stellati. Non devono dunque deflettere dalla tradizione e dalla storia, né scendere a compromessi i grandi couturier. Alla vigilia di una serata elegante, il cliente torna sempre a…casa, indossando un capo che emoziona, che stupisce, che accarezza. Proprio come un gol di Cristiano Ronaldo, dell’altro Ronaldo, “il Fenomeno” o di Kakà. “Smoking Bianco” Kakà…appunto!!

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