La garage culture va di inizio in inizio … se no … sparisce!
Mister Jack Ma raccomanda, nel suo ultimo giorno ad Alibaba, di non smarrire mai la “garage culture” dell’inizio dell’impresa e produce un video per ricordarla (link qui).
C’è una garage culture all’inizio di ogni impresa e i protagonisti di tutte le aziende di successo fanno quasi sempre risalire alla garage culture il fattore vincente madre, cioè generatore, di tutti gli altri.
La garage culture viene spesso evocata quando le cose non vanno troppo bene e viene indicato il suo progressivo smarrimento come fattore principale di un rallentamento generale dell’impresa se non, addirittura, di un suo decadimento.
La garage culture è la aria che producono gli imprenditori e i loro primi soci di fatto (fossero anche dipendenti) nel periodo di start-up della loro impresa.
Entusiasmo, senso dell’avventura, intensità, intelligenza pratica, fantasia, sogni da realizzare sono le caratteristiche dell’inizio che generano aneddoti a valanga e modi di fare, modi di lavorare che costituiranno quel tipico, e buonissimo, odore da garage – officina – che si chiama “cultura d’impresa” che poi permea, negli anni anche ben oltre quell’inizio, quasi per osmosi, proprio quei modi di fare e modi di lavorare che passano da un collaboratore all’altro in modo spontaneo e naturale ma mano che l’impresa cresce e assume.
Certamente quei modi di fare e quei modi di lavorare traghettano dentro di sé il sogno dell’inizio e i valori dell’impresa, rendendoli attuali e trasmissibili.
Così, senza troppe parole, se immaginiamo di lavorare in una azienda in cui si vede che le persone nei corridoi, o nello stabilimento, quasi corrono per spostarsi, oppure se arrivare tre minuti in ritardo a una riunione è un dramma e ti guardano storto, oppure se tutte le persone che incontri ti salutano ogni mattina dandoti il benvenuto, o, ancora, se per ogni buon lavoro che svolgi ti fanno i complimenti, o se c’è su tutto una maniacale attenzione al dettaglio, e se c’è un problema che sorge alle 16 in una filiale estera, e vedi il capo che alle 17 è già in auto per raggiungerla … bene! Attraverso questi modi di fare quasi si toccano i valori di quell’impresa.
Il problema nasce quando i modi di fare e modi di lavorare, agganciati a valori così importanti e a sogni che sono il motore di tutto, diventano obsoleti e non più adeguati al contesto che, con gli anni, cambia. Non sono affatto i sogni e i valori dell’impresa ad essere obsoleti, ma il loro modo di esprimerli! Ma, così facendo, sono proprio sogni e valori che si allontanano proprio perché “contenuti” in quei modi di fare e modi di lavorare che vengono dismessi. Essi si allontanano specialmente per i più giovani che non possono più contare su quel passaggio per osmosi della garage culture.
Le imprese di successo non smarriscono la garage culture perché vanno “di inizio in inizio”, convocando tutti a realizzare in maniera sempre nuova modi di fare e modi di lavorare che esprimono il sogno dell’inizio e i valori di sempre (che così acquistano un fascino nuovo per chi lavora e raggiungono, come un’onda la spiaggia, il cliente).
Come si fa ad andare “di inizio in inizio”? Occorre, in un certo senso, ricominciare tutto da capo, cosa che – oltre tutto – tiene giovani i vecchi e fa crescere in fretta i giovani.
1- Continua